“La preoccupante carenza di personale nel Comune di Ladispoli sarà uno dei principali nodi da sciogliere per la futura classe dirigente della città.
Negli ultimi 5 anni, l’amministrazione a guida Grando, si è distinta per aver assunto alcune unità attraverso i bandi di Allumiere finiti nello scandalo meglio noto come Concorsopoli e per aver attribuito (fin troppi) incarichi temporanei ricorrendo agli strumenti degli ex art 110 (per i professionisti) e degli art. 90 (per i collaboratori).
Tutto questo senza pensare realmente a come far funzionare la macchina comunale in deficit di oltre il 50% rispetto al personale necessario.
E se su tutto questo avremo modo di confrontarci nelle settimane che ci separano dal voto, è invece con una certa urgenza che intendiamo focalizzare la nostra attenzione sulla Determina Dirigenziale n. 458 del 7 Marzo scorso, riguardante proprio un’assunzione art. 90.
Passi l’annunciato rifacimento ad orologeria del manto stradale di molte vie cittadine, passino le inaugurazioni in pompa magna e quelle che arriveranno al fotofinish (è la campagna elettorale, si sa), ma viene da chiedersi: fino a che punto il sindaco Grando è disposto a prendere in giro i cittadini e a sfruttare le casse comunali con decreti che non fatichiamo a definire “ad personam”? In questo caso, per quanto ne sappiamo, apertamente a favore di un comparto che, proveniente da un’altra area politica, sarà schierato con lui nella prossima tornata elettorale. Secondo quale logica un contratto di lavoro a tempo determinato può passare dal 50% del 25/5/21 al 75% del 7/1/22 e arrivare ad un full time (100%) a un mese di distanza e a meno di 3 dalla fine del mandato?
Questo tipo di assunzioni, costano e costeranno care ai cittadini che, a un soffio dal voto, si vedono restituire dei lavori di manutenzione completamente fermi fino a poco fa e, nello stesso tempo, sottrarre risorse da loro stessi versate con tasse e imposte, in favore dell’asset che l’attuale sindaco sta costruendo attorno a sé, all’interno di quella macchina della ricerca del consenso che, a differenza dell’amministrazione quotidiana, diventa improvvisamente perfetta negli incastri del potere”.
Eugenio Trani