“Rimaniamo piuttosto colpiti dalla lettera inviata a “Terzobinario” dall’ingegner Allen. Non entriamo nel merito dell’analisi dei dati perché una risposta molto esauriente è stata già fornita dal Prof. Montanari, scienziato riconosciuto a livello mondiale, alla quali si aggiungono le osservazioni fatte dal Dr. Mocci, medico facente parte di un’organizzazione accreditata in tutto il mondo.
Come Comitati Ambientalisti ci preme prima di tutto mettere in evidenza che il nostro unico scopo è la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana, non abbiamo nessun interesse né di tipo economico né di altro tipo.
Vorremmo inoltre fare alcune precisazioni. Quando si coltiva un terreno agricolo a mais per l’alimentazione umana, vengono utilizzati alcuni accorgimenti per lo spargimento dei pesticidi, rispettate alcune leggi in materia di agricoltura al fine di ottenere un prodotto sano e di qualità. A questo si aggiunga che nella zona in cui sorge l’impianto a Biogas sono presenti coltivazioni biologiche e biodinamiche, dove l’accortezza è molta e dove sicuramente non vengono coltivati semi OGM. La differenza c’è ed è rilevante.
Capiamo perfettamente che la sensibilità e l’etica sono argomentazioni del tutto personali e quindi difficilmente spendibili quando si vuole parlare solamente di dati tecnici e numeri statistici. E’ ben vero che in Italia sono stati abbandonati molti terreni agricoli ma le motivazioni dell’abbandono devono essere trovate nelle politiche economiche del nostro Paese. Gli agricoltori si sono trovati a dover lasciare le coltivazioni in quanto si è preferito finanziare e sostenere le politiche energetiche piuttosto che l’economia reale.
Ricordiamo che attualmente l’Italia non è più autonoma dal punto di vista alimentare e siamo costretti ad importare cereali dall’estero. A tale proposito consigliamo la lettura delle pubblicazioni del Prof. Giampietro, anch’egli stimato scienziato a livello internazionale che ha collaborato oltre che con l’INRAN anche con il WHO, l’IFAD e la FAO. Sarebbe invece auspicabile che i terreni abbandonati venissero ltivati nuovamente per dare rilancio all’economia, soprattutto quella di tipo locale, con l’introduzione di forme di sostegno agli agricoltori, magari togliendo gli eccessivi incentivi dati per le energie rinnovabili.
Conosciamo molto bene la zona, alcuni dei nostri aderenti abitano in quei luoghi e non sono andati solo a fare una passeggiata nelle vicinanze del sito. Abbiamo camminato molte volte nelle vicinanze del luogo dove sorge l’impianto e dove si trovano delle terme e ritrovamenti archeologici risalenti all’epoca etrusca e romana. Tutti i giorni possiamo assistere al volo di specie ornitologiche protette che in queste zone nidificano. Forse sarebbe consigliabile che, invece di fare una veloce passeggiata in macchina, l’Ing. Allen dedicasse più tempo a visitare i luoghi circostanti l’impianto, sarebbe per lui un’esperienza positiva.
Nessuno Comitato è contrario all’utilizzo di mezzi per l’agricoltura quali trattori o mietitrebbie, sappiamo realmente come si deve coltivare un campo e quante persone vengono impiegate in queste mansioni, molti dei nostri sostenitori sono agricoltori, e le speculazioni fatte dall’Ing. Allen sembrano nascere da una conoscenza approssimativa dell’argomento agricoltura.
La dipendenza energetica dall’estero è sicuramente una delle voci in passivo dell’Italia, ma non è certo con gli impianti a biogas che potremmo risolvere il problema, e l’Ing. Allen, in qualità di tecnico dovrebbe saperlo bene. Nel convegno tenutosi a Padova nel 2006 è stato ampliamente dimostrato che per coprire il 10% dei consumi energetici italiani servirebbe una superficie tre volte superiore alla terra attualmente arabile nel nostro paese. In realtà dal punto di vista energetico ed ambientale le centrali a biomassa sono un fallimento e lo sarebbero anche dal punto di vita economico, se non fossero finanziate con incentivi pagati da noi contribuenti.
In ultimo ci preme sottolineare che nessun Comitato ambientalista è contrario alle energie rinnovabili, qualora queste fossero realmente rinnovabili e pulite. Si deve infatti parlare di fonte rinnovabile solo se prodotta nel tempo e nello spazio in cui viene utilizzata: in un anno si può togliere all’ambiente tanti quintali di biomassa quanti in quell’anno quel territorio riprodurrà. Non è rinnovabile la deforestazione del sud del mondo, il disboscamento delle nostre montagne o le coltivazioni dedicate agli impianti. Non c’è niente di naturale o rinnovabile.
Rileviamo inoltre che nel suo lunghissimo articolo l’ing. Allen ha “dimenticato” un particolare molto importante che, a nostro giudizio, aiuta a comprendere le reali motivazioni dell’articolo del nostro: non più tardi di qualche giorno fa l’ing. Allen ha pubblicato un’inserzione su diversi giornali alla ricerca di personale addetto alla vendita di pannelli fotovoltaici e centrali a biogas a nome della soc. Terwatt di cui è fondatore e direttore delle vendite. Il tutto sul nostro territorio.
Forse questa informazione, che è sfuggita dalla corta memoria del sig. Allen, fa comprendere meglio chi tenta di strumentalizzare i cittadini, dando loro informazioni di parte e sbagliate, da chi cerca di fornire informazioni obiettive e disinteressate”.