“Dispiace allo scrivente prendere atto della nota di replica (pubblica e quindi visibile anche a tutta la comunità di Bracciano) del presidente della Tekneko, Sig. Umberto Di Carlo, in cui lo stesso definisce i dipendenti della sua società: “dipendenti sporchi, se non proprio barbari”.
Ricordo al Sig. presidente che ogni giorno i suoi dipendenti, a volte anche con pochi mezzi a disposizione, si prodigano con il loro lavoro qualificato per il bene della comunità di Bracciano, impegnandosi per erogare un servizio soddisfacente e donare decoro alla nostra città.
Definirli “sporchi, se non proprio barbari”, inoltre, lede la dignità dei lavoratori, mi auguro quindi che questa mia nota di risposta riesca a sensibilizzare il Sig. Di Carlo ad un maggior rispetto nei confronti delle persone (perché, anche se le chiamiamo risorse, ricordiamoci che si tratta di persone) che lavorano per la Tekneko.
Come rappresentante di un’istituzione, inoltre, mi piacerebbe vedere che anche il Sindaco intervenisse in merito a simili affermazioni, prendendo con fermezza le dovute distanze da simili condotte offensive nei confronti dei “suoi” Cittadini. Lo riterrei un atto dovuto ai lavoratori ed alla comunità che amministra.
Sono contento nell’apprendere però che dietro la risposta (forse scontata) del presidente Tekneko, in cui si parla di “foto vecchie di anni”, siano state scattate a novembre 2020 (dimostrabili in qualsiasi momento alle autorità competenti), lo stesso rassicuri che la situazione odierna sia ben diversa. Lavorare in un ambiente pulito e sistemato dovrebbe essere la regola e non l’eccezione, ne va della dignità dei lavoratori e della nostra comunità tutta, collettività che non ritengo giusto resti semplicemente a guardare.
Vorrei inoltre rispondere personalmente al Sig. Di Carlo quando afferma che: “La politica coglie al balzo ogni occasione per strumentalizzare…ecc”. Vorrei ricordare al Sig. presidente che, in quanto rappresentante democraticamente eletto di un’istituzione, le prerogative del mio ruolo sono: vigilanza e controllo, aggiungendo solo che è comunque vocazione naturale della mia persona spendermi e battermi con abnegazione, per la tutela e la salvaguardia dei cittadini della mia comunità.
Infine, per quanto riguarda l’ultimo passaggio della nota pubblica: “…Lo stipendio viene erogato puntualmente nonostante le difficoltà del momento. Anzi, oggi lavorare con noi è un privilegio”, vorrei dire “caro presidente, Le ricordo che pagare puntualmente uno stipendio non è una concessione del datore di lavoro o un regalo (anche se siamo in clima natalizio), ma un dovere, derivante da precise norme contrattuali. Non commento invece sul considerare un privilegio il lavoro, per commentare una simile affermazione basta ricordarsi dell’art. 1 della Costituzione.
Visto come la pensa, non credo che siano i dipendenti ad essere privilegiati a lavorare con Lei…ma l’esatto contrario, non lo dimentichi! Buon lavoro”.
Marco Tellaroli