Innanzittutto grazie per la risposta e la disponibilità per un confronto necessario e civile sulla xenofobia, un tema delicato e da sempre strumentalizzato dai politici di tutto il mondo.
La mia riflessione non riguardava il metodo democratico e pacifico di raccolta firme, ma l’utilità e lo scopo di tale azione. Perché, vede, sullo scopo politico di questa iniziativa non ho alcun dubbio non perché ho dei pregiudizi riguardo il vostro movimento ma proprio perché in quanto politici non potete agire senza uno scopo politico. Mi sbaglio? Se, invece, si trattava di un evento senza scopo politico perché avete utilizzato le bandiere e i simboli politici? Per quanto riguarda l’utilità di tale iniziativa, riconosco che ancora non mi è chiara. Spero che Lei mi aiuti a capire. Come ha influito questa campagna sulle scelte didattiche e che cambiamenti positivi ha portato nella nostra società? Quali insegnamenti possono trarre i nostri figli dalla vostra azione democratica e altruista? Che nesso possono trovare le nuove generazioni tra la vostra raccolta firme contro l’insegnamento di una lingua straniera e l’integrazione, che è l’obiettivo di tutti noi che abbiamo al cuore il futuro dei nostri figli?
Dal mio punto di vista di cittadina ladispolana e di mediatrice interculturale, a Ladispoli (come ovunque in Italia, eccetto piccole isole felici) non esiste l’integrazione ed è per questo motivo che ritengo importante l’ora di lingua e cultura della comunità più numerosa presente sul nostro territorio. Ovviamente, la mia opinione così come la sua, può valere solo e soltanto sul piano politico perché non essendo insegnanti e quindi non avendo le competenze necessarie per poter decidere cosa sia utile e necessario per l’istruzione dei nostri ragazzi, per quanto riguarda il programma scolastico, dovremmo accettare le decisioni di chi ha l’autorità e la preparazione necessaria. Il condizionale è d’obbligo considerando la vostra raccolta firme contro l’ora di Romeno che dal mio punto di vista è un tentativo di ingerenza della politica in un ambito in cui non ha le competenze necessarie.
Anche io, da cittadina “adulta e vaccinata”, come voi, mi sono posta la stessa domanda: quale sarebbe il vantaggio dello studio di una lingua che, oltre ad avere con la nostra una comune origine nel Latino, non è conosciuta né parlata al Mondo (che conta)? Qui le nostre strade si dividono perché le risposte che mi sono data sono completamente diverse da quelle che hanno spinto voi a raccogliere le firme.
Io (cioè non una di Noi con Salvini), so che il Romeno non è una lingua extracomunitaria perché la Romania fa parte della Comunità Europea da diversi anni, che ci piaccia o meno.
Io, a differenza vostra, so che il Romeno non si può imparare in un’ora al mese così come nessuna altra lingua straniera, altrimenti saremmo tutti poliglotti nell’arco di un mese e sappiamo che la realtà è completamente diversa.
Io, a differenza vostra, so che l’ora di lingua e cultura Romena è pagata dal Governo Romeno in base a un accordo bilaterale quindi per noi è un regalo e, almeno per educazione, dovremmo comportarci diversamente.
Io a differenza vostra, so che è assurdo e impensabile pretendere che un governo straniero (in questo caso, quello Romeno) ci paghi un’insegnante di lingua straniera che NOI riteniamo serva ai nostri figli. Sarebbe stato più sensato raccogliere firme per una richiesta di insegnante d’inglese pagato dalla regina Elisabetta. Saranno extracomunitari ma parlano una lingua utile, magari ci faranno questo regalo così dimostrano che si vogliono integrare.
Io, a differenza vostra, so che questa benedetta ora potrebbe aiutare i nostri ragazzi a familiarizzare con la cultura della comunità più numerosa di Ladispoli quindi potrebbe facilitare la conoscenza reciproca e far trovare le numerose somiglianze tra la lingua e la cultura Italiana e quella Romena. Perché Lei sa meglio di me che se continuiamo a sottolineare le differenze e non trovare invece i punti di incontro, seminiamo l’odio e la xenofobia e non è questo l’obiettivo Suo/Vostro, se ho capito bene.
La mia speranza è che la scuola diventi un luogo dove si mettano le radici della conoscenza tout court, del rispetto per l’altro diverso da noi, della curiosità per tutto quello che non si conosce, cioè che la scuola insegni ai nostri ragazzi di guardare la vita e il mondo con curiosità e speranza e non con paura e odio.
Io, come voi, so che raccolta firme non è stata pensata per il bene delle nuove generazioni perché loro sono Italiani, con origini diverse, ma sempre Italiani e Voi con Salvini non avete come obiettivo formare le generazioni di nuovi Italiani. Sbaglio?
Io, come voi, so che la raccolta firme era rivolta agli adulti quindi non riguardava i nostri figli per i quali l’ora di Romeno ha lo stesso significato di qualsiasi altra materia scolastica.
Io, come voi, so che una lingua straniera non serve solo per gli scambi commerciali (altrimenti si dovrebbe insegnare solo a chi aspira a diventare imprenditore, commerciante ecc.), serve invece per allenare la mente, per allargare gli orizzonti, ci permette di comunicare con persone di altri paesi, di viaggiare, di leggere dei libri in lingua originale.
Io, come voi, so che il Romeno ci permette di comunicare senza paura con i nostri concittadini. Per esempio, sarebbe utilissimo comprendere i dialoghi in romeno dei nostri vicini perché ci risparmierebbe tante paranoie. Magari scopriremo che quello che pensavamo fossero parolacce rivolte a noi sono dei dialoghi banali che non ci riguardano. Oppure possiamo scoprire che quelle persone alcolizzate che vediamo davanti alle note attività commerciali e che ci fanno tanta paura (invece di spingerci a pensare una soluzione istituzionale considerando che si tratta di una malattia e un disagio sociale) sono intenti a litigare per un presunto torto fatto durante la partite di dama e ignorano le cosce nude della “nostra” donna che passa davanti a loro. Pensi quanti discorsi e polemiche inutili si risparmierebbero i nostri concittadini.
Io, come Lei, so che sarebbe utile imparare il cinese mandarino. Non ho competenze economiche e non posso prevedere come Lei quale nazione sarà più potente o che lingua commerciale si utilizzerà nel futuro. Mi sarebbe utile imparare il mandarino per comunicare con le persone che lo parlano o solo per il gusto di ordinare non in Italiano al ristorante cinese. Ma c’è un problema. Il Governo cinese non paga un’insegnante che lo insegni nelle scuole italiane quindi dovrei pagare un corso e spostarmi a Roma. Ragionando sotto l’aspetto utilitaristico, come lei m’insegna, non conviene.
Vede, Sig. Quintavalle, il fatto che io e Lei, nonostante la propensione per il dialogo e la voglia di conoscere il punto di vista degli altri, continuiamo a fare distinzione tra Io, Tu, Noi, Voi, Loro dimostra che a Ladispoli (così come in altre città) non esiste l’integrazione perché altrimenti si parlerebbe di comunità ladispolana nella quale tutti hanno il proprio ruolo nella crescita e il benessere generale, a prescindere dalla storia personale.
L’integrazione senza conoscersi/riconoscersi non è possibile e l’assimilazione non è un modello vincente come abbiamo visto in altri Paesi con una storia migratoria più lunga della nostra.
Il dialogo fatto sulla base della distinzione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B e sulla divisione tra una lingua utile e una inutile non è affatto costruttivo e non gioverà alle future generazioni. Ed è un controsenso, perché sia io che Lei, abbiamo come obiettivo principale della nostra vita il futuro dei nostri figli.
A quelli nati dopo di noi
[…]
Voi, che emergerete dalla marea
Nella quale noi siamo annegati
Ricordate
Quando parlate delle nostre debolezze
Anche i tempi bui
Ai quali voi siete scampati.
Abbiamo camminato, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
Attraverso le guerre di classe, disperati
Quando c’era solo ingiustizia e nessuna rivolta.
[…]
Ah, noi
Che volevamo preparare il terreno
per la gentilezza
Noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuto il momento
In cui l’uomo sarà amico dell’uomo
Ricordate noi
Con indulgenza.
Bertolt Brecht