Cgil, Cisl e Uil presentano ricorso in tribunale per condotta antisindacale: “Sulla valorizzazione dei dipendenti le graduatorie sono pronte da mesi ma l’approvazione non c’è mai stata”
Nessuna valorizzazione dei dipendenti della Regione Lazio, come previsto dalle leggi in materia. È il succo della denuncia fatta da Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, rispettivamente segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio. La Triplice, per questo ha provveduto a presentare ricorso al tribunale di Roma.
“Sulle progressioni orizzontali del personale della Regione Lazio – è scritto in un comunicato – le graduatorie degli aventi diritto, che servono a premiare merito e competenze dei lavoratori, sono pronte da sei mesi, ma nonostante i nostri solleciti e le nostre diffide, dell’approvazione necessaria non c’è traccia”.
“C’è una chiarissima violazione delle leggi e dei contratti – proseguono i segretari regionali – in particolare dell’accordo che abbiamo sottoscritto con la Regione a febbraio 2019, proprio per valorizzare la professionalità e la produttività dei dipendenti regionali. Lavoratori che hanno svolto regolarmente le prove concorsuali a fine 2019 e che sono ancora costretti ad aspettare per l’inadempienza del management e la mancata assunzione di responsabilità da parte della politica”.
“Le graduatorie sono pronte dallo scorso dicembre – si legge ancora nella nota dei sindacati – e l’Amministrazione avrebbe dovuto approvarle entro 5 giorni. A marzo la messa in mora della Regione per comportamento omissivo: oggi ci troviamo necessariamente a ricorrere alle vie legali per tutelare i diritti dei lavoratori aventi diritto a cui non viene riconosciuto il dovuto avanzamento economico. Alla grave questione specifica, è nell’interesse di tutti i lavoratori della Regione risolvere il grave vulnus sulle Peo: la mancata approvazione delle graduatorie 2019 impedisce l’apertura della contrattazione per il 2020, con evidenti risvolti sulla qualità del lavoro e sull’innovazione dei servizi”.
“Abbiamo rilevato un chiaro comportamento antisindacale per violazione e errata applicazione delle norme di legge e del Ccnl, violazione e mancata applicazione del contratto integrativo aziendale e intento lesivo delle prerogative e libertà sindacali, visto che la materia retributiva è di esclusiva competenza contrattuale”, proseguono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini.
“Per questo, nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori, continueremo la nostra battaglia sindacale e legale per avere giustizia e dare valore al lavoro pubblico. Dal presidente Nicola Zingaretti, in questo caso datore di lavoro di oltre 4000 dipendenti, ci aspettiamo che rispetti quanto il contratto decentrato vigente e sottoscritto prevede”, concludono i segretari di categoria.