Sbarcati tutti i migranti dalla Ocean Viking attraccata a Civitavecchia • Terzo Binario News

Sbarcati tutti i migranti dalla Ocean Viking attraccata a Civitavecchia

Mag 3, 2023 | Civitavecchia, Cronaca

In buona salute i 168 naufraghi salvati dalla nave ong Sos Méditerranée; l’impatto fra il mondo che lasciano e quello che trovano è devastante

I numeri: “Arrivati alle 7,15 di stamani nel porto di Civitavecchia 168 naufraghi salvati dalla Ocean Viking in acque maltesi nei giorni scorsi. IL VIDEO

Di questi, 50 a Roma, 45 a Torino, il resto in Emilia Romagna. A bordo anche 18 minori non accompagnati, che resteranno a Civitavecchia, ospiti delle strutture del Comune. In tutto 130 gli uomini, il resto donne di cui una incinta. Provengono da Siria, Egitto, Sud Sudan e Bangladesh.

Per la città portuale si tratta del terzo sbarco in tre mesi”.

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Numeri, appunto. Gli stessi che vengono assegnati ai migranti per tenere il conto di quanti sono, per capire le loro esigenze, il loro stato di salute, per gestire al meglio un’altra fase critica come la discesa a terra. Serve a chi scende fino nel sud del Mediterraneo per tentare di salvarli.

Senza stare al molo non si ha la percezione di cosa significhi fuggire per mare. Neanche lontanamente. Chi è fortunato – perché ci vuole pure la fortuna di farsi salvare dalla nave “giusta” – sale a bordo, viene curato e forse intravede la luce, senza sapere cosa succederà dopo. Spera solo che questo “dopo” sia un po’ meglio di quel “prima”.

Perché la Ocean Viking, come la Life Support di Emergency che arrivò a febbraio, sono imbarcazioni attrezzate a gestire soprattutto le problematiche sanitarie. Ma se respinti, o se chi incrocia le carrette del mare non possiede una struttura di salvataggio rischia di peggiorare una situazione di per sé disperata.

Che dietro le ong internazionali ci sia organizzazione lo si nota prestando un minimo di attenzione allo svolgimento delle operazioni. Gli operatori indossano i simboli della Croce Rossa Internazionale o della Mezzaluna Rossa, parlano diverse lingue e le procedure sono ferree, quasi militari senza rinunciare all’umanità.

E sempre numeri, che per coloro che arrivano dalle guerre dimenticate significano numeri di libertà. Lo si vede chiaramente dalle facce che queste persone mostrano – loro malgrado – a favore di obiettivi.

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Sorridono tutti, nonostante siano provati non tanto dagli ultimi tre giorni di navigazione quanto da tutto il vissuto precedente. Da dove vengono? Che storia hanno? Che cosa sperano? Racconti che si intrecciano e molto hanno in comune fra loro. Madri con ragazzi, fratelli, africani, maghrebini, mediorientali, subsahariani che il destino ha voluto far incontrare avendo come comun denominatore il coraggio di scommettere sulla roulette della sorte non avendo niente da perdere se non la fiche della vita.

Le ferite che hanno addosso a malapena accennano cosa abbiano passato nei paesi di provenienza o in quel parcheggio umano – e incustodito – in cui si è trasformata la Libia. Ultima tappa una barchetta e via, sperando che qualche anima pia arrivi a salvarli dalle fauci del mare sempre spalancate e fameliche di corpi.

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Ridono tutti. Con i loro visi cotti dal sole, se non proprio spellati, dai giorni passati su una zattera alla deriva. Ma sono composti, non ci sono scene da curva delirante per un gol sebbene davanti a loro ci sia una cittadina portuale a loro sconosciuta. ma sotto i loro piedi c’è l’Europa, l’Occidente, il mondo dei diritti e della libertà che hanno appena intravisto ma che si tratteggia come il Giardino dell’Eden.

Una passerella per i migranti, dalle scalette della Ocean Viking al gazebo dei tamponi, forse la prima “sfilata” della loro vita, per i primi assaggi di esistenza normale che molto probabilmente non hanno mai vissuto fino ad allora.

Per le operazioni del molo 14 hanno lavorato la Prefettura di Roma, le forze dell’ordine, la Prociv, Asl e Sanità Marittima, l’Autorità di Sistema Portuale. Si sono segnalati casi di scabbia ma la situazione dal punto di vista sanitario è in controllo.

Si è proceduto con le operazioni di identificazione, l’assistenza sanitaria. Prima operazione quella di offrire cibo e bevande, con la Croce Rossa a fare da spola fra banchina e nave per far rifocillare l’equipaggio.

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Poi il trasferimento nei luoghi di accoglienza e infine nelle destinazioni che il Viminale ha assegnato a questi disperati, sbarcati scalzi, con un bagaglio composto appena da un sacchetto azzurro, una tuta nera e un numero. Ma ridono.

a.v.