Il Capo dello Stato presente domani alla cerimonia, deporrà una corona di alloro
Domani, sabato 23 settembre, ricorre l’80esimo anniversario del sacrificio del Vicebrigadiere, Medaglia d’oro al valor militare, Salvo D’Acquisto.
Per celebrare tale anniversario, alla Torre di Palidoro, si svolgerà una commemorazione solenne, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato, deporrà una corona di alloro ai piedi della stele commemorativa e a seguire, visiterà il Polo Museale firmando il Registro d’onore.
Salvo D’Acquisto (Napoli, 17 ottobre 1920 – Palidoro, 23 settembre 1943) è stato un vicebrigadiere dell’Arma dei Carabinieri, insignito di Medaglia d’oro al valor militare per essersi sacrificato il 23 settembre 1943 per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste nel corso della seconda guerra mondiale.
È attualmente Servo di Dio e ne è in corso il processo di beatificazione.
I rastrellamenti tedeschi e la fucilazione
Dopo il Proclama Badoglio dell’8 settembre 1943 un reparto di paracadutisti tedeschi della 2. Fallschirmjäger-Divisionsi era accasermato presso alcune vecchie postazioni precedentemente in uso alla Guardia di Finanza nelle vicinanze della località Torre Perla di Palidoro, che rientrava nella giurisdizione territoriale della stazione Carabinieri di Torrimpietra. Qui, nel tardo pomeriggio del 22 settembre 1943, alcuni di loro, mentre ispezionavano casse di munizioni abbandonate, furono investiti dall’esplosione di una bomba a mano o forse dall’incauto maneggio di ordigni usati per la pesca di frodo, a suo tempo sequestrati dai finanzieri. Due paracadutisti morirono e altri due rimasero feriti.
Il comandante del reparto, un maresciallo, attribuì la responsabilità dell’accaduto ad anonimi attentatori locali e richiese la collaborazione dei Carabinieri della locale stazione, temporaneamente comandata dal vicebrigadiere Salvo D’Acquisto per l’assenza del maresciallo comandante, minacciando una rappresaglia se entro l’alba non fossero stati trovati i colpevoli.
La mattina seguente D’Acquisto, assunte alcune informazioni, provò a ribattere che l’accaduto era da considerarsi un caso fortuito, un incidente privo di autori, ma i tedeschi insistettero sulla loro versione e confermarono l’intenzione di dare corso ad una rappresaglia ai sensi di un’ordinanza emanata dal feldmaresciallo Albert Kesselring pochi giorni prima.
Il 23 settembre furono dunque eseguiti dei rastrellamenti e catturati 23 uomini e un ragazzino scelti a caso fra gli abitanti della zona, e 22 di loro furono portati sul luogo dell’esecuzione.
Questi i nomi:
- Angelo Amadio (18 anni);
- Arnaldo Attili, detto Nando, muratore, padre di Attilio;
- Attilio Attili, muratore, figlio di Armando;
- Ennio Baldassarri (13 anni), il più giovane del gruppo, ma fatto scendere dal camion prima di andare al luogo dell’esecuzione;
- Gino Battaglini;
- Vittorio Bernardi, detto “Carnera”, fabbro e muratore, fu obbligato a scavare con le mani la fossa non essendoci pale a sufficienza per tutti;
- Tarquinio Boccaccini (31 anni), figlio del fattore dell’azienda agricola Torrimpietra, fu catturato nel cortile del castello, dove viveva con la famiglia;
- Enrico Brioschi (36 anni), cameriere del Conte Nicolò Carandini
- Giuseppe Carinci (alcune fonti lo nominano Carigi, circa 70enne), spazzino, tentò la fuga e fu ucciso prima della cattura;
- Erminio Carlini;
- Domenico Castigliano, ferroviere;
- Rinaldo De Marchi (30 anni), muratore;
- Giuseppe Felter, muratore;
- Benvenuto Gaiatto (52 anni, di Torrimpietra), padre di quattro figli e il più anziano del gruppo;
- Natale Giannacco, muratore;
- Oreste Mannocci, venditore ambulante di frutta di Santa Marinella
- Sergio Manzoni, venditore ambulante di frutta di Santa Marinella;
- Vincenzo Meta (27 anni, di Maccarese), muratore, padre di due bimbi e da poco rientrato da Bologna dopo essere scappato dai tedeschi, ancora in uniforme militare;
- Attilio Pitton, muratore, padre di un ragazzo;
- Fortunato Rossin, muratore, fratello di Gedeone, padre di due bimbi;
- Gedeone Rossin, muratore, fratello di Fortunato, scapolo;
- Umberto Trevisiol (35 anni), muratore, padre di due bimbi;
- Michele Vuerich (39 anni), detto “Mastro Michele”, capomastro muratore;
- Ernesto Zuccon, fornaio.
Lo stesso D’Acquisto fu forzatamente prelevato dalla caserma da parte di una squadra armata e fu condotto nella piazza principale di Palidoro, dove erano stati radunati gli ostaggi. Fu tenuto un sommario “interrogatorio” nel corso del quale tutti gli ostaggi si dichiararono ovviamente innocenti.
Nella piazza venne anche condotto un altro abitante ritenuto un carabiniere, Angelo Amadio, che sarà l’ultimo testimone del sacrificio del brigadiere.
Nuovamente richiesto di indicare i nomi dei responsabili, D’Acquisto ribadì che non ve ne potevano essere visto che l’esplosione era stata accidentale e che gli ostaggi e gli altri abitanti della zona erano dunque tutti quanti innocenti.
Durante l’interrogatorio dei rastrellati D’Acquisto fu tenuto separato nella piazza, sotto stretta sorveglianza da parte dei soldati tedeschi e, “quantunque malmenato e a volta anche bastonato dai suoi guardiani, serbò un contegno calmo e dignitoso“, come ebbe a riferire in seguito Wanda Baglioni, una testimone oculare.
Gli ostaggi e D’Acquisto vennero quindi trasferiti fuori dal paese. Agli ostaggi furono fornite delle vanghe e furono costretti a scavare una grande fossa comune nelle vicinanze della Torre di Palidoro, davanti al mare, per la ormai prossima loro fucilazione.
Le operazioni di scavo si protrassero per alcune ore; quando furono concluse fu chiaro che i tedeschi avrebbero davvero messo in atto la loro minaccia.