Paola Marchetti: “L’art therapy un modello vincente per la riabilitazione di tanti ragazzi vittime del disagio mentale”

Villa Giustiniani a Bassano Romano apre le porte alla mostra dei mosaici realizzati dai ragazzi della comunità Maieusis, centro di riabilitazione psichiatrica che punta sull’art therapy come metodo per favorire il percorso di reinserimento di tanti giovani con patologie legate al disagio mentale.

mosaici

La mostra sarà aperta al pubblico questo weekend, sabato 6 e domenica 7 luglio, in concomitanza con la trentesima edizione dei “Mercatini del ‘600”, un evento organizzato sempre a Bassano Romano in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Lazio e la Direzione di Villa Giustiniani.

Per Paola Marchetti, presidente di Confepi Salute (Confederazione europea professionisti ed imprese) e manager di Maieusis, “la possibilità di esporre le proprie opere d’arte nella cornice di Villa Giustiniani è un’occasione incredibile per questi ragazzi che hanno intrapreso un percorso complesso di riabilitazione psichiatrica. Ringrazio a nome della Maieusis il Comitato organizzatore e la Direzione Regionale dei Musei del Lazio, nella figura della dottoressa Valeria Di Giuseppe Di Paolo, per la sensibilità dimostrata e per aver colto il prezioso connubio fra arte e cultura della psiche come strumenti terapeutici di grande successo.

Quello del disagio mentale, aggiunge Marchetti, “è uno stigma che, secondo le ultime stime dell’Oms, colpisce oltre un miliardo di persone al mondo. Nel nostro Paese questa è una vera e propria emergenza dimenticata dalle Istituzioni, visto che da anni ormai siamo fanalino di coda nella spesa sanitaria dedicata alla salute mentale, con appena il 3,4% della spesa per la salute destinata a questi temi. Bisogna scardinare quel muro di omertà e stigma sul disagio psichico che purtroppo ancora oggi impedisce alle Istituzioni di prendere piena consapevolezza di un’emergenza sociale che causa solo in Europa circa mille suicidi di giovani all’anno”.

DATI SALUTE MENTALE. IL DOSSIER CONFEPI SALUTE

LE COMUNITA’ TERAPEUTICHE PSICHIATRICHE. Il ruolo delle comunità terapeutiche psichiatriche e socio riabilitative, dai tempi di Basaglia ad oggi, è fondamentale ai fini degli interventi clinici e riabilitativi, con risultati importanti e facilmente riscontrabili. Basterebbe osservare il percorso di migliaia di pazienti che, usciti da interventi di emergenza e ricoveri in cliniche, dopo un periodo di vita in strutture residenziali, sono ritornate a prendersi cura di sé, a vivere socialmente (studio, lavoro, famiglia, amici), a riavere rapporti sani con le famiglie, anche loro parte di un sistema molto fragile e spesso impotente.

Senza queste strutture il sistema sanitario non sarebbe in grado di reggere, scaricando totalmente i malati sulle famiglie, purtroppo, in molti casi, inesistenti o in grossa difficoltà nella gestione di queste delicate situazioni. Le Comunità Terapeutiche Psichiatriche e socio riabilitative, nonostante le immense difficoltà vissute da queste strutture, oberate da regole e meccanismi che hanno poco a che fare con il trattamento terapeutico, asfissiate dalla scarsità di risorse economiche pubbliche, hanno sostenuto, concretamente curato, riabilitato migliaia e migliaia di pazienti, insieme alle loro famiglie, producendo risultati incredibili, con reali cambiamenti di vita.

In Italia ansia e depressione colpiscono il 20% della popolazione, soprattutto in adolescenza, dati ben più alti del resto d’Europa. Due italiani su dieci soffrono di almeno un disturbo psichico, in particolare ansia e depressione, un dato di prevalenza che supera quello della media europea.

Almeno la metà dei disturbi mentali esordisce prima dei 15 anni e l’80% di essi si manifesti prima dei 18 anni. È ben noto, inoltre, come un sano percorso di crescita psicofisica dipenda anche dal supporto del sistema scolastico. È per questo che non deve stupire che l’adolescenza sia stata così colpita dagli eventi degli ultimi anni.

Secondo le recenti stime riportate dall’Unicef circa 11,2 milioni under 19 nell’Unione Europea (ovvero il 13%) soffrono di un problema di salute mentale (5,9 milioni di maschi e 5,3 milioni di femmine ). Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione e il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) tra i giovani fra i 15 e i 19 anni nell’Unione Europea.

Nel 2020, circa 931 giovani sono morti per suicidio nell’UE, equivalenti alla perdita di circa 18 vite a settimana.

I problemi di salute mentale più comunemente riscontrati tra gli adolescenti sono ansia (28%), depressione (23%), solitudine (5%), stress (5%) e paura (5%). Sempre in tema di crescita e apprendimento, emerge anche come ansia e depressione influenzino negativamente il rendimento scolastico, fino a portare all’abbandono degli studi, in alcuni casi. Questo è un problema evidente in Italia, infatti gli studenti con problemi mentali hanno il 24% di probabilità di abbandonare gli studi e trovarsi in situazioni sociali “pericolose”.

L’Europa si trova ad affrontare una vera emergenza di salute mentale, che non manca di avere un notevole impatto economico. Le stime mostrano costi diretti e indiretti che superano i 600 miliardi di euro, pari al 4% del PIL totale europeo.

Oggi in Italia l’impatto economico per i disagi mentali è quasi totalmente a carico dei cittadini. Non ci sono dei modelli che riescano a garantire una diagnosi e presa in carico precoce del problema, così da poter ridurre l’esborso a carico del SSN, sociale e delle famiglie. Nelle comunità psichiatriche/psicoterapeutiche le liste di attesa raggiungono numeri spropositati (su 20 posti, 50/60 in lista d’attesa).

Basti pensare che rispetto alle 175mila richieste di “bonus psicologico” neanche il 3% verrà coperto.

Nel 2023 il numero complessivo di accessi al pronto soccorso per patologie psichiatriche ammonta a 547.477 casi, che costituiscono il 3,2% del numero totale di accessi al pronto soccorso a livello nazionale (dati del Ministero della Salute).

LE STRUTTURE RESIDENZIALI PSICHIATRICHE. 28.738 sono gli utenti che vengono assistiti nelle strutture residenziali, per una durata media del trattamento a livello nazionale pari 12-18 mesi. Gli accessi nelle strutture semiresidenziali sono pari a 1.218.622. Sul territorio nazionale ci sono 2.000 strutture residenziali e 776 strutture semiresidenziali che si riferiscono a circa il 92% dei DSM. 323 SPDC attivi con complessivi 3.897 posti letto per ricoveri ordinari e 282 posti letto per ricoveri in day hospital.

Il consumo di farmaci dagli Antidepressivi ed Antipsicotici si aggira su una spesa annua di 128 milioni di euro l’anno.

LA SALUTE MENTALE NEL LAZIO. Nel Lazio la situazione non è affatto migliore rispetto al quadro Nazionale. Abbiamo una media del 6% della popolazione che accede a ricoveri per disturbi mentali.

Più di 200 accessi al giorno, tra pronto soccorso e strutture.

Sul territorio regionale ci sono 250 realtà residenziali e circa 70 semi residenziali. Appare subito chiaro che il sistema di accoglienza, cura ed accompagnamento al rinserimento sociale sia insufficiente, ma soprattutto insofferente.

Dal 2010 le tariffe giornaliere di accreditamento sono bloccate, nonostante l’aumento generale dei beni di prima necessità e di tutti i servizi, non si è considerato neanche l’aumento Istat e tutto questo rischia di far crollare tutto il sistema.

La domanda è 5 volte maggiore dell’offerta, tutto questo non è più sostenibile. Sono anni che tutte le realtà di ricezione psichiatriche chiedono tavoli tecnici per adeguare le tariffe e programmare una crescita delle strutture territoriali. Tutto questo crea un disagio sociale allargato, le famiglie sono sempre più disperate, le strutture non riescono a coprire il bisogno, i ragazzi si sentono sempre più abbandonati ed i lavoratori, che coprono un ruolo fondamentale e delicato, sono sottopagati.

Nel Lazio il 50% dei giovani tra i 15 e i 25 anni ha un problema psichico, il 45% tra i 26 e 50 anni, un malessere delle giovani generazioni sempre più emergente e che si esprime in diversi modi e riguarda diverse fasce di età. Dati nazionali ci dicono che un giovane su 10 abbandona precocemente gli studi. Il 12% del mondo giovanile adolescenziale è a rischio di dipendenza da videogiochi. Forte è l’isolamento del mondo giovanile tra 15 e i 19 anni.

Aumentano i casi di disturbi da comportamento alimentare come quelli anche legati a patologie della neuropsichiatria infantile. Aumenta la diffusione online di pornografia e pedopornografia. Il 25% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di essere vittima di bullismo e di cyberbullismo e di questi il 4,3% lo vivono in modo sistematico.

Le figure genitoriali spesso sono impreparate a gestire queste complessità di situazione di vita quotidiana dei loro figli, genitori che avvertono questa fragilità in rapporto alle varie fasi di crescita dei loro figli. Se non se ne fa carico il Ssn rischiamo una società disagiata e violenta, come le cronache ogni giorno ci ricordano.

Il mondo degli adulti, e chi tra loro si presta alla vita politica della “cosa pubblica”, deve assumersi doverosamente, una volta per tutte, la responsabilità istituzionale dichiarata nei propri programmi politici come prioritari nella loro attività istituzionale.

S’è vero che vogliamo combattere fenomeni di devianza sociale, criminalità, povertà e disagio interpersonale vi è bisogno che la classe politica s’impegni affinché il territorio sia più sano, più sicuro, per il futuro delle nostre ragazze e ragazzi.

È fondamentale portare all’attenzione delle Istituzioni e dei cittadini il tema della salute mentale e delle conseguenze che ha sulla società e sull’economia. La fotografia della salute mentale nel nostro Paese è drammatica e occorre attuare scelte strategiche ad hoc per affrontare la situazione.

Investire risorse nella salute mentale significa investire nel benessere delle persone, nella produttività economica e nella costruzione di una società più inclusiva.

Pubblicato giovedì, 4 Luglio 2024 @ 18:05:01     © RIPRODUZIONE RISERVATA
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