Il figlio 30enne dà in escandescenze insieme al compagno di cella e distrugge la sezione: trasferiti rispettivamente a Viterbo e Frosinone
La mamma è sempre la mamma, anche quando – come in questo caso – arriva a commettere un reato per il figlio che le costa il carcere.
E proprio in carcere, a Civitavecchia, questa donna nigeriana di 47 anni si è recata, sabato scorso, per portare al figlio della droga ma è stata scoperta dagli agenti della Polizia Penitenziaria.
E il figlio, un 30enne recluso ad Aurelia, ha devastato la sua sezione dalla rabbia che gli ha causato, anche al compagno di cella e di distruzioni, un trasferimento immediato.
È il Sabato Santo, giornata di incontri e colloqui nella casa circondariale civitavecchiese proprio in virtù dell’imminenza delle festività. Stavolta però a vigilare sugli ingressi nel penitenziario civitavecchiese non ci sono solo gli agenti ma pure i cani antidroga. Sebbene gli effetti personali vadano lasciati fuori, uno dei cagnoloni in servizio sofferma la sua attenzione in particolare su una donna. Non ha borse né buste con sé eppure gli animali fanno intendere che addosso potrebbe nascondere qualcosa. Così scatta la perquisizione personale e il fiuto dei quattrozampe non fallisce: complessivamente, la nigeriana 47enne (incensurata), viene beccata con 300 grammi di fumo e 35 grammi di cocaina. A questo punto per lei scatta l’arresto. Fotosegnalamento e comunicazione al magistrato della Procura di Civitavecchia che dispone gli arresti domiciliari presso una comunità romana in attesa del processo per la convalida del provvedimento.
Nel frattempo, in sezione, il figlio 30enne – vedendo che la parente tanto attesa non arriva, dopo che lei stessa gli aveva telefonato – comincia a innervosirsi, fino alla comunicazione ufficiale: “Tua madre è stata arrestata per droga”. A questo punto, l’africano perde il lume della ragione, con il compagno di cella italiano e coetaneo che gli dà man forte. Insieme distruggono una sezione che restringe oltre 50 detenuti insieme con vetri sfondati e finale di aggressione: infatti il nigeriano colpisce con un pugno in faccia un agente e sputa in faccia a un altro, intervenuto per placarli. Una volta riportati a più miti consigli, il Dipartimento Penitenziario ha disposto per entrambi il trasferimento d’urgenza: uno è finito nel carcere di Frosinone e l’altro al Mammagialla di Viterbo.
Vista la quantità di stupefacente che la donna ha cercato di introdurre nel penitenziario civitavecchiese, si ipotizza che il figlio potesse gestire un giro di spaccio fra le celle.