Il PM10 è, come noto, un inquinante atmosferico di comprovata pericolosità: questo materiale particolato, così chiamato in quanto avente un diametro pari o inferiore a 10 µm, può essere facilmente inalato e può così causare dei problemi di salute più o meno gravi.
Per questa ragione, dunque, è fondamentale tenere sotto controllo la sua presenza nell’aria che respiriamo; tutti, infatti, possiamo essere esposti a significative quantità di queste polveri sottili, fermo restando che il PM10 può essere anche un inquinante a carattere locale, ad esempio all’interno di capannoni in cui si svolgono determinate attività industriali, è dunque fondamentale che le imprese in cui è presente questo rischio specifico adoperino delle strumentazioni apposite come quelle visionabili nel sito www.depureco.com.
Ma qual è la situazione delle province laziali? In quest’articolo andremo a scoprire i dati aggiornati, non prima di aver specificato un’informazione molto importante, ovvero quali solo le soglie massime che non dovrebbero essere superate secondo la normativa vigente.
Le soglie da non oltrepassare secondo la vigente normativa europea
Le normative europee, che trovano dunque applicazione anche in Italia, prevedono per il PM10 un limite duplice.
Anzitutto, non deve essere superato il valore annuale di 40 μg/m3, ovvero, sostanzialmente, una media di tutte le rilevazioni effettuate da una stazione, inoltre il valore giornaliero di 50 μg/m3 non può essere superato per più di 35 giorni nell’arco di un anno.
È utile sottolineare che l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomanda di esporsi a quantità di PM10 ancora inferiori, ed è peraltro previsto che in tutta l’Unione Europea entrino presto in vigore dei limiti ancor più stringenti.
Fatte queste doverose premesse, andiamo a scoprire i dati ufficiali delle province del Lazio.
I dati aggiornati delle province laziali: Frosinone maglia nera
A fornire le statistiche aggiornate relative alle rilevazioni effettuate nelle diverse province laziali è Arpa Lazio, ente pubblico che si occupa, tra le altre cose, anche del monitoraggio della salubrità dell’aria in regione.
La situazione risulta particolarmente critica in provincia di Frosinone, dove ben 3 stazioni su 7, esattamente quelle di Cassino, Ceccano e Frosinone Scalo, viaggiano attualmente su un valore annuale superiore a quello limite.
La stazione di Ceccano ha persino già superato i 35 superamenti annui del limite di 50 μg/m3, sebbene siamo appena nel mese di aprile, e anche le altre due stazioni citate sono in una condizione molto negativa anche da questo punto di vista, avendo già riscontrato, rispettivamente, 28 e 29 superamenti.
Per il resto, le quantità di PM10 presenti nell’atmosfera sono ad oggi al di sotto delle soglie limite in tutte altre province laziali, anche se non mancano dei campanelli d’allarme.
A Latina, ad esempio, le stazioni viaggiano attualmente su un valore annuale compreso tra 23 e 28 μg/m3, e tutte hanno registrato almeno un superamento del limite giornaliero di 50 μg/m3.
Decisamente meglio Rieti, dove le due stazioni attive registrano valori annuali pari a 10 e 18 μg/m3; più altalenante Viterbo, dove si spazia da un minimo di 13 μg/m3 a un massimo di 21 μg/m3.
Nella Capitale sono operative numerose stazioni, e tra i relativi dati non mancano delle differenze significative, tuttavia si tratta, nella maggioranza dei casi, di cifre medio-alte, superiori a 20 μg/m3 per quel che riguarda il valore annuale.
È particolarmente critico il dato registrato dalla stazione romana di Colleferro Europa, dove il valore annuo viaggia oggi a quota 33 μg/m3, è dunque molto vicino alla soglia limite, e si sono registrati già 10 superamenti per quel che riguarda il limite giornaliero di 50 μg/m3.