Omicidio Vannini, Vannicola replica a Gnazi: "Ho detto la verità" • Terzo Binario News

Omicidio Vannini, Vannicola replica a Gnazi: “Ho detto la verità”

Lug 8, 2019 | Cronaca, Ladispoli

E chiarisce sul sequestro del telefono

Dopo la trasmissione Quarto Grado, Davide Vannicola interviene per alcune precisazioni.

Intervengo per chiarire la mia posizione riguardo alle dichiarazioni del giornalista intervistatore e dell’Avv. C. Gnazi rilasciate nella trasmissione “Quarto grado” di ieri sera 7 luglio 2019.

Al minuto 2h30 circa, l’intervistatore pone all’attenzione dell’intervista
la mia persona, descrivendomi nel modo seguente:
«Davide è un rebus per gli inquirenti; secondo Izzo, Davide ha un profilo da paranoico in guerra con il mondo, in modo particolare con l’arma; un personaggio enigmatico Vannicola. Il suo racconto è sincero? Depistaggio o mitomania?»

È seguita la risposta dell’Avv. Gnazi:

«non ho impressioni particolari pro o contro qualcuno, però, se posso, voglio dire una cosa per quanto riguarda la figura del maresciallo Izzo. Io oggettivamente debbo dire questo: il maresciallo izzo è un testimone fondamentale, la sentenza di primo grado ha detto che il maresciallo Izzo ha riferito in modo [?]… nella sua deposizione è stata coerente e credibile, ha detto rispondendo al pm determinate cose che sono assolutamente contrarie ad una tesi fondamentale dei ciontoli (poi ne parleremo nello specifico); da quel momento in poi sono successe nei confronti del maresciallo izzo alcune cose; per me, nel processo, per quanto riguarda il maresciallo Izzo già maresciallo dei carabinieri di Ladispoli, per me testimone credibile e fondamentale nell’accusa degli imputati».

1) In coscienza, sapendo di aver, nel solo interesse della verità, esposto la mia famiglia ad una attenzione mediatica che causa dolore infinito in me e nei miei congiunti, mi auguro che gli operatori giornalistici, che hanno il dovere della ricerca della verità, nel loro lavoro di informazione diano, alle notizie che ho divulgato, un valore non limitato all’ipotesi di “depistaggio” o di “mitomania”; mi auguro invece che essi si lascino guidare dalle regole della loro professionalità, essendo consapevole che solo queste possono permettere che la mia persona e la mia famiglia non abbiano a soffrire per il mio sforzo di essere cittadino ‘fino in fondo’.

2) Non posso tollerare o permettere, che possa sorgere il dubbio che il mio contributo alla verità possa in qualsiasi modo, anche involontario, essere collegato alla frase dell’Avv. Gnazi:
«da quel momento in poi sono successe nei confronti del maresciallo izzo alcune cose».

Pur rispettando pienamente le opinioni espresse dall’Avv. Gnazi, poiché non conosco a quali circostanze lo stesso avvocato si riferisse, e io stesso considerando l’ipotesi che egli non facesse alcun riferimento alla mia persona, come spero, dichiaro in ogni caso e comunque la mia estraneità ai contesti citati e ribadisco le notizie da me fornite, forte della consapevolezza che rispondono a verità.

3) preciso che il sequestro del mio telefonino riguarda un altro procedimento penale dove risulto parte offesa. Sia chiaro. Nulla a che vedere con il caso Vannini.