Inizia questa mattina il processo d’appello per l’omicidio di Marco Vannini.
Alla Corte d’Appello di Roma si sta per celebrare il secondo grado del processo che vede imputati i Ciontoli, dopo che nella prima udienza ha preso la parola il procuratore generale Saveriano, che ha chiesto 14 anni di reclusione per tutti gli imputati.
Questa mattina prenderà la parola la difesa, poi i giudici si riuniranno in camera di consiglio. Possibile che in giornata arrivi anche la sentenza.
AGGIORNAMENTI
- Ore 10:30 – Inizio previsto dell’udienza
- ore 10.41 – Gli imputati sono assenti e non c’è neanche la famiglia Vannini mentre è presente l’avvocato Coppi. Solo dopo è arrivata mamma Marina. Inizia la requisitoria l’avvocato Pietro Messina, difensore di Antonio Ciontoli.
- Messina ricorda gli attimi concitati di quella notte in cui Ciontoli è andato in panico. “Non aveva neanche dimestichezza con le pistole visto che il suo porto d’armi era vecchio di anni. Martina delirava e, sebbene la Parte civile abbia considerato generosa la sentenza della Cortr d’Assise, le intercettazioni dimostrano le genuinità delle dichiarazioni.
- ore 11.19 – Arriva Antonio Ciontoli in aula. Messina prosegue: “Una particella di polvere da sparo nelle narici di Martina dimostrano che lei non era lì al momento dello sparo. La ferita su Marco era stata definita ‘come una bruciatura da sigaretta’ dall’infermiera che l’ha soccorso. Il racconto di Martina della ferita dimostra che lei non era presente perché diversa da come l’ha descritta il consulente di parte Cipolloni. Perché digitare del Ciontoli quando ha parlato di colpo d’aria? Quella bugia serviva a lui. La Corte d’Assise ha stabilito che non c’è stata condotta criminosa oltre ogni ragionevole dubbio tanto che lascia aperto lo spiraglio di un’ipotesi diversa. Tant’è vero che venne decisa una perizia collegiale che doveva stabilire se l’esatta descrizione dei fatti ai soccorritori avrebbe cambiato l’esito di quella notte. La decisione dei periti è partita da una diagnosi errata, ossia da quando venne chiamato il 118. Nessuno ha sospettato di lesioni intratoraciche da proiettile e nessuno ne ha parlato. Se fosse stato evidenziato il trauma si sarebbe attuato l’elisoccorso. La d.ssa Matarese disse che non basta solo il colpo d’arma da fuoco a far scattare l’elicottero. E qui la sentenza di primo grado ha sbagliato.
- ore 11.52 – i tempi non sono indicati in modo surreale dalla perizia collegiale. La realtà è molto diversa. Il ruol di Viola era solo marginale, da parte sua non c’era voglia di omettere alcunché.
- ore 11.57 – il presidente chiede di non essere ripetitivi. E ora prende la parola l’avvocato Miroli. La tesi del colpo d’aria concorde prevede che tutti avessero detto tutti la stessa cosa e così non è. Le dichiarazioni di quel momento lo dimostrano, specie per l’inverosomiglianza. Ciontoli è stato condannato per accettazione del rischio del dolo eventuale che la Cassazione ha già sentenziato. Ma non è questo il caso. Il resto di Ciontoli è gravissimo moralmente, una damnatio memoriae ma non può essere condannato per dolo eventuale. Deve pagare per il reato che ha commesso. Il legale ripercorre la sentenza Tyssen facendo l’esempio del lanciatore di coltelli che sa perfettamente di poter ferire mentre qui Ciontoli ha avuto solo una previsione sommaria. Deve pagare per la superficialità non perché ed essere condannato per colpa cosciente e non per dolo eventuale. È fallito il piano della salvaguardia del posto di lavoro. La ricostruzione della difesa è stata accolta in primo grado anche se poi i giudici si sono mossi diversamente. Va considerata la condotta durante il fatto e dopo. Ciontoli non ha mai considerato l’evento morte. Miroli mostra alla Corte delle foto della ferita che dovrebbero dimostrare come sia impossibile, che Marco abbia perso un litro e mezzo di sangue. Non si potevano accorgere della gravità della ferita. Ciontoli non si sarebbe reso conto Dell’eco mediatica che ha generato la vicenda. Pertanto la condanna deve essere commisurata ai fatti”.
- ore 12.57 – sospensione
- ore 13.20 – L’udienza riprende con l’avvocato Miroli che ricomincia a parlare e secondo lui le informazioni che ha passato Federico erano quelle riferite oggettivamente alle condizioni di Marco. Marco era in piedi quando è arrivata l’ambulanza per la prima volta. Si volevano aggiustare le cose sulla percezione che la famiglia aveva in quel momento. Non è in discussione il comportamento dei sanitari ma quello dei Ciontoli. La situazione era quella tratteggiata da Antonio e dai sanitari ma se loro non hanno avuto percezione di chi ci fosse E della gravità delle lesioni non possono avere colpa. Per questo chiedo l’assoluzione della famiglia tranne Antonio perché il fatto non costituisce reato”.
- ore 14 – Ora parla l’avvocato Ciruzzi per Federico Ciontoli, in un’esposizione molto teatrale: “Non è colpa dei media se poi le dichiarazioni vengono travisate. Va mantenuto un profilo basso. Ci sono i dati scientifici che fanno fede e bisogna attenersi a questi come la fuoriuscita di poche gocce di sangue. Federico stava vedendo un film e ha dimostrato sudditanza nei confronti del padre. Nelle intercettazioni si parla solo di Marco e la famiglia Ciontoli è stata definita come un ‘nido di mostri’, nel tentativo di prenderli in castagna”.
- ore 14.21 – Marina, Valerio e la famiglia escono dall’aula, in evidente polemica con l’avvocato Ciruzzi. “Federico è innocente e non c’è nessun tifoso per la famiglia Ciontoli”
- Ore 14.30 – il presidente concede 10 minuti di replica al procuratore generale e all’avvocato Coppi per la parte civile. Il Pg: “Martina ha cercato di coprire il fidanzato. Come si può parlare di delirio?”. Mamma Marina intanto è rientrata. “Ciontoli è stato assecondato in tutto e per tutto. Probabilmente si voleva portare Marco in qualche clinica ‘amica’ altrimenti non ci sarebbe stata l’asciugatura dei capelli. Se si corre in auto è più probabile incorrere in un incidente. Ciontoli da solo non poteva fare ciò che ha fatto.
- ore 14.46 – parla l’avvocato Coppi: “Ciontoli ha sparato da 20cm e doveva sapere cosa sarebbe accaduto. AMarco è stato negato L’affetto dei familiari”.
- ore 14.58 – tocca all’avvocato Celestino Gnazi : “La Corte deve credere agli infermieri non agli imputati”. E chiede la conferma delle condanne.
- ore 15.21 – la Corte si è ritirata in camera di Consiglio . Fra circa un’ora la sentenza.
- ore 16.53 – La Corte legge la sentenza. Scendono a 5 gli anni per Antonio Ciontoli, confermati i 3 anni a Federico, Martina e Maria Pezzillo. Assolta Viola.
- ore 16.53 – Mamma Marina grida “Vergogna” per la sentenza che alleggerisce ancora di più la pena per i Ciontoli