Omicidio Vannini: i dettagli delle intercettazioni e delle chiamate al 118 • Terzo Binario News

Omicidio Vannini: i dettagli delle intercettazioni e delle chiamate al 118

Dic 17, 2015 | Cerveteri, Cronaca, Ladispoli

intercettazione“Era destino che doveva morire. Ho visto il momento quando papà gli ha puntato la pistola e Marco ha detto “Non si scherza così”. Qua sotto c’aveva il proiettile”. Queste le parole pronunciate da Martina Ciontoli nella sala di attesa del comando dei Carabinieri di Civitavecchia a poche ore dalla morte del suo fidanzato Marco Vannini.

In una calda puntata di “Chi l’ha visto?” vengono mandati in onda diversi frammenti delle 4 ore di intercettazioni ambientali avvenute il giorno seguente l’omicidio, oltre alla registrazione originale delle due telefonate al 118. Due elementi che probabilmente insieme alle perizie costituiranno il fulcro del processo che inevitabilmente si andrà a celebrare a partire dalle prossime settimane.

Dalle registrazioni mandate in onda, una versione parziale secondo il legale dei Ciontoli intervenuto in puntata, la parte più saliente secondo la conduttrice del programma di Rai 3, i presenti in casa la notte del delitto sono intenti a ripercorrere gli attimi avvenuti in casa. I dettagli che raccontano contraddicono molto spesso quelle che sono state le deposizioni che negli stessi istanti, a turno, i Ciontoli e Viola Giorgini hanno rilasciato al pm d’Amore.

Dalle parole di Martina, citate all’inizio dell’articolo, emergerebbe ad esempio che Antonio Ciontoli non era solo in bagno durante lo sparo o che comunque non corrisponde al vero il fatto che solo lui sapeva di una ferita da arma da fuoco. Martina racconta di aver visto gli attimi in cui il padre puntava l’arma a Marco ed ascoltato le parole di Marco, mentre lo invitava a togliergli l’arma puntata addosso. “Era diventato pallido” dice Martina che dimostra di avere impresso negli occhi l’istante in cui è partito il colpo.

Alessandro Carlini, cugino di Marco, dichiara che in altre parti dell’intercettazione ambientale Martina ha fatto chiaramente riferimento all’ogiva del proiettile vista sul corpo di Marco.

Nelle registrazioni si vedono i Ciontoli parlottare tra di loro e riferirsi le versioni rilasciate agli inquirenti. Martina e Federico, già ascoltati, raccontano al padre le versioni rilasciate quasi lasciando intendere di un disegno prefigurato prima dell’interrogatorio. Antonio Ciontoli sarebbe stato quindi in grado di essere ascoltato conoscendo già dettagli forniti dai due ragazzi, avendo quindi la possibilità di dare una versione coerente con quella dei due suoi figli. Nei video appare anche una posizione attiva del ruolo di Viola, la fidanzata di Federico, che prima ammette di “aver parato il culo” al fidanzato con il suo racconto e poi consola Martina dicendo che in fondo se Marco si sarebbe salvato ora avrebbe gravi invalidità, lasciando intendere che la morte lo ha privato di una vita di inferno dopo le conseguenze del colpo.

Parole indigeribili per i poveri genitori Valerio e Marina, che in quella famiglia avevano riposto fiducia affidandogli Marco così come loro si prendevano cura di Martina quando era loro ospite.

Nelle conversazioni andate in onda i Ciontoli spendono pochissime parole nei confronti del povero Marco. Solo accenni di fatalismo da parte della fidanzata Marina: “Era destino”, “E’ andata così”. Per Marina, mamma di Marco, un dolore più misero di quello che avrebbero mostrato per la morte di un loro animale domestico.

Altro passaggio importante la messa in onda degli audio originali delle telefonate al 118. Nella prima Federico racconta all’operatore una versione confusa, attento forse ad omettere delle informazioni sull’accaduto chieste con insistenza da parte dell’addetto del 118. Ad un certo punto, l’operatore di fronte alle contraddizioni di Federico chiede di poter parlare con un genitore ed interviene la madre che, interloquendo con qualcuno in casa, fa riferimento ad un rinvenimento del ragazzo.

La seconda telefonata invece è condotta da Antonio Ciontoli che si rivolge con tono freddo all’operatrice. E’ quasi passata un’ora dal colpo e Ciontoli omette completamente che si tratta di un colpo di pistola e racconta la versione del pettine, lasciandosi quasi più guidare dalle domande dell’operatore piuttosto che fornire lui informazioni utili, informazioni che non poteva non sapere essendo stato lui ad esplodere il colpo.

Di sottofondo a questa seconda telefonata i lamenti di Marco che interloquisce con gli altri membri della famiglia Ciontoli, i quali presumibilmente gli sono intorno nel letto della camera. Marco lamenta dolore ed urla “basta” come se qualcuno stesse operando dei soccorsi che gli provocavano dolore. Marco si rivolge anche a Martina chiedendogli scusa. Ma scusa per cosa? e forse queste frasi pronunciate da Marco aprono spiragli sulla dinamica della serata.

Marco, nonostante sia parte offesa, sembra essere in posizione di sottomissione nei confronti dei presenti in quella casa.

In puntata è poi intervenuto il legale dei Ciontoli, Avv. Andrea Miroli, che a stento è riuscito ad esprimere alcuni concetti, sopraffatto dalla rabbia di Marina e degli altri componenti della famiglia Vannini che di fronte al materiale mostrato non sono riusciti a contenere rabbia e disappunto.

I video

Viola consola Martina

Martina: “Era destino che doveva morire”

Le chiamate al 118