Tiene banco a livello nazionale il tema della sicurezza nel nostro paese alla luce dei danni provocati dal terremoto nel centro Italia.
Da quanto emerge almeno fino al settembre 2015 diversi comuni del litorale non avrebbe un piano di emergenza. Tra questi compaiono i comuni di Cerveteri, Fiumicino, Santa Marinella, Bracciano, Manziana, Anguillara, Trevignano Romano, Oriolo Romano, Canale Monterano.
Sono invece dotati di piano di emergenza i comuni di Ladispoli, Civitavecchia, Allumiere e Tolfa.
A pubblicare i dati è stata la stessa Protezione Civile nazionale, che ha fatto una ricognizione sugli oltre 8100 comuni italiani. Di questi solo il 77% sarebbe dotato di piano emergenza. Una percentuale che può sembrare alta, ma che in realtà non lo è, considerando la gravità dell’assenza del piano di emergenza.
Il Lazio tra l’altro risulta essere la regione fanalino di coda insieme alla Campania con un esiguo 40% di comuni dotati di piano.
Cosa accadrebbe quindi in caso di calamità naturale o di disastro in queste zone? Nelle zone senza un piano si procederebbe in modo estemporaneo. Nella sua definizione infatti un vero e proprio piano di emergenza è l’insieme delle procedure operative di intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio.
Il piano d’emergenza recepisce il programma di previsione e prevenzione, ed è lo strumento che consente alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni in un’area a rischio. Ha l’obiettivo di garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita” civile” messo in crisi da una situazione che comporta gravi disagi fisici e psicologici.
Nessuno dei comuni del litorale risulta essere in zona sismica 1, vale a dire ad alto pericolo. Resta il fatto che i terremoti non sono gli unici elementi catastrofici. Basta pensare alle alluvioni che hanno riguardato i comuni del litorale tra cui Santa Marinella, città tra quelle prive di piano di emergenza.