“Via Traiana è stata oggetto di polemiche per quanto riguarda l’adozione della sosta oraria.
Chissà se nel momento di apporre la segnaletica ci si è accorti del numero consistente di serrande abbassate con il triste cartello” affittasi” .
Una via che ha vissuto fasti commerciali, per la sua vicinanza al mercato cittadino e che ora (come il mercato) è purtroppo il simbolo di una evidente desertificazione commerciale.
La chiusura dei negozi ,secondo una indagine ,incupisce e intristisce i cittadini.
Non solo ma la presenza dei negozi, guida anche le scelte e le preferenze insediative dei cittadini.
Perché i negozi hanno un valore sociale, sono occasione di incontro, rafforzano l’appartenenza di una comunità, danno un servizio alle persone fragili, sono un vero e proprio presidio di sicurezza.
Nel dibattito e nei vari confronti ,in particolare sui social, prevale la rassegnazione come se fosse un qualcosa di ineludibile ed ineluttabile
Non è così perché sicuramente è calato il numero dei negozi, ma il commercio rimane vitale, reattivo, determinante per lo sviluppo economic odella nostra città.
In un professionale progetto di Confcommercio nazionale chiamato Cities, si fanno una serie di proposte contro la desertificazione: il riconoscimento dei negozi come servizi di interesse pubblico, una gestione più efficace della logistica urbana ,la rigenerazione di aree commerciali urbane; alleanze locali tra partenariato pubblico e locale, sgravi fiscali, contributi ed agevolazioni per nuovi negozi ,rinnovamento fisico e digitale.
E non si tratta di chiacchiere bensì di fatti: sono stati avviati in diverse città cantieri specifici di studio su queste tematiche .
Non so se sia possibile chiedere di inserire nei cantieri Civitavecchia: il porto di Roma e’il primo porto italiano per il crocerismo,e con il Giubileo può diventare il primo porto europeo.
VI sbarcano oltre tre milioni di persone,di cui trecentomila rimangono a Civitavecchia.
In una indagine presentata sempre da Confcommercio Roma ,durante le elezioni, si evidenziava come i negozi di prossimità non usufruivano ,o solo in maniera limitata di questo flusso di croceristi; qualcosa di più si quantificava per ristoranti e bar.
Sarebbe bello avviare un “cantiere” anche a Civitavecchia, per comprendere la contraddizione palese di questi dati,e per comprendere l’assurdo di una città dove arrivano tre milioni di persone e che poi nelle vie centrali vive fenomeni eclatanti di desertificazione.Qualcosa non ha funzionato o forse si è sottovalutato il problema , o forse non sono stati fatti interventi adeguati.
Se questo non fosse possibile e nella necessità di metter l’attenzione su un problema devastante per i commercianti ( e il silenzio e’ incomprensibile), perché non richiedere un consiglio comunale aperto, invitando gli stessi professionisti a parlarne.
La desertificazione colpisce il commercio, ma riguarda tutta la città che ne perde in servizi e vivibilità”.
Tullio Nunzi