Il direttore Carbone: “Raccolto tanto plasma ma finisce a Roma” mentre il presidente Avis Lisiola “striglia” i donatori
Manca il sangue e all’ospedale San Paolo saltano gli interventi chirurgici. La crisi di plasma riguarda tutto il Lazio e in particolare il gruppo 0 Rh positivo, tanto che il lavoro nelle camere operatorie si segnala un rallentamento sensibile di lavoro ma a Civitavecchia in particolare sembra passi abbastanza inosservato. Eppure la pressione dal reparto Immunotrasfusionale del nosocomio cittadino sull’Avis Villotti si fa sempre più pesante, in virtù delle scorte pressoché vuote. Anche perché il grosso del plasma che viene raccolto finisce al San Filippo Neri a Roma lasciando a Civitavecchia lo stretto necessario.
Ricapitolando: con l’arrivo dell’estate i donatori scarseggiano fra vacanze, distrazioni e ferie al punto da raccogliere pochissime sacche al giorno. Di conseguenza i frigo sono vuoti e gli interventi meno urgenti vengono rinviati. <Premesso che in questo periodo dell’anno questa problematica si presenta costantemente – spiega il dottor Antonio Carbone, direttore sanitario del San Paolo – e che negli ospedali romani stanno molto peggio, è vero che le ripercussioni si stanno avvertendo anche qui. Mi hanno informato di qualche operazione prevista e non inserita in calendario, proprio per carenza di sangue. È la realtà attuale, con la quale si deve fare i conti. La raccolta di sangue dalle Avis comprensoriali è buona ma alimenta la Capitale, lasciando sguarnita la provincia>.
E i donatori? La tirata d’orecchi arriva direttamente dal presidente della Villotti Fabio Lisiola, che chiede <maggiore maturità ai nostri scritti. La folla che risponde all’appello per una concittadina fa piacere ma accumulare sacche di sangue che scadono dopo 40 giorni alla fine è inutile. Meglio ricordarsi che donare con costanza è molto più funzionale: in altre parole, meglio 10 sacche raccolte al giorno per un anno intero piuttosto che giornate senza nessuno al Villotti. I volontari non sanno più cosa fare, visto che chiamano decine di donatori tutti i giorni. In fondo anche chi dona lo fa spontaneamente e non può diventare una costrizione. Tuttavia bisogna ricordarsi che il sangue serve tutti i giorni, festivi compresi, non solo quando ci sono gli appelli urgenti> la conclusione di Lisiola.