Mazzarino puntualizza sugli acquedotti di Ladispoli • Terzo Binario News

“Nei nostri interventi proponiamo ai lettori spunti di riflessione separando sempre le notizie dalle opinioni, e non siamo mai entrati nel confuso mondo dei social perché la discussione finisce sempre per diventare incomprensibile ove non addirittura arrogante.

Ma essendo stati oggetto di un diritto di replica al nostro articolo sulla non potabilità delle acque di Monteroni e San Nicola, ci sentiamo in dovere di fare alcune precisazioni.

Anticipiamo che non si tratta di una controreplica, che non interessa, bensì di un chiarimento visto che la replica è frutto di una interpretazione imprecisa di quanto abbiamo affermato.

Noi abbiamo rappresentato fatti non incolpando il Consorzio questa o quella responsabilità, bensì ponendo dubbi derivati da dati ufficiali ed incontrovertibili.

Il destinatario dei nostri dubbi è il Comune di Ladispoli e questa amministrazione che non è stata in grado di fare chiarezza in Consiglio Comunale alle interrogazioni dei consiglieri che pure sono chiamati a rispondere in proprio per le decisioni votate.

Ringraziamo quindi per alcune informazioni ricevute e soprassediamo sul tono vagamente improntato ad un sentimento di “piccata lesa maestà”.

Quando si parla di soldi e diritti pubblici, ogni domanda è lecita e rispondere non è cortesia ma dovere, in questo caso, purtroppo, le risposte non sono pervenute dal Comune di Ladispoli ingenerando quindi degli equivoci.

Le questioni del Consorzio Marina di San Nicola saranno discusse e deliberate in Assemblea o attraverso i propri organi; per noi esso è un concessionario di un servizio pubblico anche se in modo ibrido fra verde, strade da una parte ed acqua e depurazione dall’altra.

Una parte delle nostre affermazioni sono state confermate, ovvero il Consorzio attinge, depura e distribuisce l’acqua per i propri soci dai quali raccoglie anche soldi per la depurazione.

Oggi apprendiamo che una parte della depurazione è stata versata a Flavia Servizi per le competenze fino al 2022, e da allora ATO2 ha preso in carico l’impianto fognario ma non ha comunicato gli importi dovuti, quindi è per sua colpa che non vengono riscosse le bollette di depurazione che, nel frattempo il Consorzio diligentemente accantona, presumiamo sulla base dei vecchi canoni e non dei nuovi, per un eventuale futuro conguaglio.

Ma anche questo conferma la nostra opinione che la depurazione stia pesando integralmente sugli altri cittadini di Ladispoli, non per colpa del Consorzio, ma per inerzia di ATO2.

Interessante anche il discorso sull’acquedotto che distribuisce acqua ai consorziati, che – si afferma nella replica – essere di proprietà del consorzio e da cedere al comune in quanto urbanizzazione primaria.

Urbanizzazione primaria che comprende strade e verde pubblico, oltre alla sede del consorzio ma che, si afferma nella replica, non è stato possibile cedere per “problemi tecnico-burocratici sorti nei competenti uffici di Piazza Falcone” che però, aggiungiamo noi, permangono dal 2017.

Ci vediamo quindi costretti a fare chiarezza e l’interlocutore è palazzo Falcone in quanto Ente Pubblico. Il 6 marzo 2016, sindaco Paliotta, venne siglata una convenzione (REP 4644/2017) di durata 10 anni fra comune e consorzio con la quale si affermava che tutte le opere previste e le concessioni edilizie e relative sanatorie erano state completate per cui il comune invitava il consorzio a cedere le opere di urbanizzazione primaria e veniva avviato il procedimento che andava chiuso entro il 30 Aprile 2017 con collaudi e ammennicoli vari.

Eccezione veniva fatta per la rete idrica senza precisare la ragione. Tutto doveva passare al Comune il quale a sua volta ne affidava la gestione al consorzio pagandone i relativi servizi, il tutto normato in 8 articoli ed approvato dal Consiglio Comunale con delibera n.71 del 15/12/2016. Cosa accadde poi?

Che sorsero i succitati “problemi burocratici” ed il Consorzio Marina di San Nicola porta in tribunale il Comune vincendo la causa e incassando un congruo risarcimento. Incredibile, in meno di un anno si firma la prima convenzione, mancato rispetto della suddetta, causa, sentenza e poi nessun appello con relativo accordo e seconda convenzione: veramente una magistratura ben oltre le più rosee aspettative.

A questo punto il comune, invece di pagare, effettua una transazione modificando la convenzione e viene così stipulata dal sindaco Grando una nuova convenzione Rep. 4657/2017 approvata con delibera di Consiglio 67 del 5/12/2017, che addirittura porta la durata a quaranta (40) anni per la gestione da parte del Consorzio di una serie di servizi che verranno rimborsati dal Comune.

Attenzione, le opere di urbanizzazione primaria e secondaria sono completate come tutta l’urbanizzazione e le sanatorie, pertanto basterebbe collaudarle ed acquisirle per poi fare una gara pubblica di gestione.

In realtà si preferisce fare questa transazione privatistica. Secondo i maligni questa calata di braghe del comune celava un accordo a perdere già dall’inizio del processo, ma secondo i più tecnici, fra cui noi, un accordo quarantennale in regime di affidamento diretto, senza una gara, potrebbe essere stato solo un modo per aggirare il codice degli appalti e, coincidenza, anche se non supera i 150.000€ nel complesso assicura oltre 12 milioni di rimborsi nel tempo per cui ci sembra verosimile.

Inoltre – altra stranezza – è che, nella nuova convenzione, non appare proprio citata la rete idrica che pure è urbanizzazione primaria ed era almeno menzionata nella prima. In ogni caso l’indicazione della normativa europea asserisce che: “Per le concessioni superiori a 5 anni, la durata non deve superare il periodo di tempo nel quale un concessionario potrebbe ragionevolmente prevedere di recuperare i suoi investimenti”. Di fatto il recupero per quegli investimenti sarebbe già stato abbondantemente superato e 40 anni in più sembrano decisamente esagerati.

Viceversa ora sappiamo che la rete fognaria è già di proprietà comunale e, ci dicono, ceduta ad ATO2. Ci sembra ce ne sia abbondantemente per affermare che il comune non abbia mai fatto chiarezza sulla vicenda. Infatti nel Consiglio del 21 Marzo 2023 il delegato Moretti affermava, contrariamente al consorzio che: “…il consorzio deve eseguire prima delle opere prima di passare al comune di Ladispoli tutto quanto sistema idrico…” cosa ben diversa dal dire che ci siano colpe del comune. Inoltre, nello stesso consiglio il delegato Moretti afferma che: “…Il presidente mi ha detto che loro oggi stanno pagando l’onere depurativo che prima pagavano a Flavia ora lo stanno pagando ad Acea…” cosa ben diversa da quanto affermato nella replica.

Riassumendo, una vicenda che, sulla carta, doveva essere chiusa nel 2013 ed invece nel 2017 viene prorogata per 40 (diconsi, quaranta) anni vincolando i proprietari di San Nicola a sottostare per decenni , anche ob torto collo, ad un vincolo consortile che, di fatto, non dovrebbe più esistere. Ci sembra che i nostri dubbi su questo modo di agire siano più che fondati.

L’unica cosa certa è che il comune sia responsabile della mancata acquisizione delle opere di urbanizzazione primaria, a leggere sembrerebbe per problemi catastali e cessioni varie. Curioso anche che adesso, dopo aver affermato che l’urbanizzazione è completa di vogliano far costruire alcune altre villette proprio mentre la situazione catastale è ambigua.

Tutti dubbi leciti che nascono da affermazioni ed atti pubblici e ai quali abbiamo chiamato a rispondere l’amministrazione. Per finire vale la pena ricordare che tutto è nato intorno ad un fatto gravissimo come la distribuzione di acqua contaminata da batteri fecali ed enterococchi e per una cosa del genere sarebbe stato educato cominciare chiedendo scusa a chi ha subito il disagio e spiegare che si sta lavorando per comprenderne le cause, e solo dopo passare a repliche non necessarie visto che non li avevamo chiamati in causa, ma chissà, forse lo faranno in privato.

Mancanza invece istituzionale del sindaco che siede di diritto in ATO2 ed avrebbe ben forza per chiedere ed ottenere spiegazioni, scuse e risarcimento del disservizio, anche perché resta attiva la non potabilità per Monteroni ed Olmetto.

Evidentemente la campagna elettorale è impegnativa e in Europa un pp’ di acqua sporca pesa pochi voti”.

cardinal Mazzarino

Pubblicato lunedì, 3 Giugno 2024 @ 06:45:00     © RIPRODUZIONE RISERVATA