Manziana, rinunciò a curarsi per salvare il figlio: Chiara Corbella Petrillo verso la beatificazione • Terzo Binario News

Manziana, rinunciò a curarsi per salvare il figlio: Chiara Corbella Petrillo verso la beatificazione

Lug 20, 2018 | Manziana

Chiara è morta nella sua casa, a Pian della Carlotta, a Manziana.

Anche se, per lei, la morte non era davvero tale: «Siamo nati e non moriremo mai più», diceva. Così è stato chiamato il libro che parla della sua storia. E che adesso si prepara ad aggiungere un nuovo capitolo.

La Diocesi di Roma ha infatti aperto il processo per la causa di beatificazione e canonizzazione per Chiara Corbella Petrillo che ha visto morire, poco dopo la nascita, i suoi primi due figli, e che ha posticipato le terapie per il cancro per non mettere in pericolo la vita del terzo.

Sposata con Enrico Petrillo il 21 settembre 2008, durante la terza gravidanza a Chiara fu diagnosticato un tumore.

Le eventuali cure avrebbero avuto conseguenze mortali sul nascituro ma decise invece di portare a compimento la gravidanza. Chiara era già stata madre, anche se per poche ore, di due bimbi Maria e Davide nati con gravi malformazioni ma fortemente voluti. «Nel matrimonio – scriveva allora Chiara – il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente. Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa e che cerca di metterci paura del futuro, ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi».

Nelle prossime settimane sono quindi da consegnare al Tribunale diocesano – in copia originale o debitamente autenticata – tutti gli scritti attribuiti alla giovane, non solo «le opere stampate», già peraltro raccolte dalla Postulazione, ma «i manoscritti, i diari, le lettere ed ogni altra scrittura privata» che la giovane madre ha stilato nei 28 anni in cui è vissuta.