di Matteo Corona
Marco Calabresi collaboratore della Gazzetta dello Sport ed esperto del futsal che ha commentato la finale di Winter Cup tra Acqua e Sapone Futsal e Pescara Calcio (partita trasmessa su Fox Sports Sky), ha risposto ad alcune domande relative al mondo del futsal e non solo…
Di seguito l’intervista.
Quale Consiglio si sente di dare per effettuare una buona telecronaca?
“Prepararla nel migliore dei modi, in modo da essere sempre pronti a raccontare un aneddoto, una statistica, la storia di un giocatore, in qualsiasi momento. Sono convinto che la telecronaca sia come una partita: con una buona preparazione durante la settimana in allenamento, ci sono ottime possibilità di vincerla. E studiando a fondo tutto quello che si andrà a raccontare, ci sono ottime possibilità di fare una buona telecronaca”.
Secondo lei, nonostante i progressi degli ultimi anni dove si deve lavorare per far crescere e far conoscere ancora di più il calcio a 5?
“Credo che si stia facendo tantissimo, e che il calcio a 5 stia vivendo il suo momento di maggiore esposizione mediatica. Il lavoro iniziato durante la presidenza di Fabrizio Tonelli sta proseguendo con la presidenza di Andrea Montemurro: l’accordo con Sportitalia, quello con Fox Sports e, negli Stati Uniti, con Espn, oltre alla crescita dei numeri legati agli accessi al sito e alle pagine Facebook, Twitter e Instagram della Divisione, a medio e lungo termine porterà enormi benefici”.
Quali emozioni si provano nel commentare una finale di Winter Cup?
“Enormi, come enormi sono le responsabilità di inaugurare l’era del calcio a 5 su Fox Sports, con la necessità di coinvolgere tanto gli appassionati quanto i telespettatori che non hanno mai visto una partita di futsal, e che devono essere informati sulle regole di questo sport. Il rischio di annoiare chi invece conosce già tutto è enorme: l’equilibrio è sottile”.
Se dovesse citare una partita memorabile che ha commentato, cosa risponderebbe?
“Se dovessi citare un singolo gol, sicuramente quello di Manfroi a 5 decimi dalla fine di Napoli-Acqua&Sapone. Se invece dovessi parlare di una partita intera, sicuramente gara-5 della finale scudetto 2014. In quei giorni eravamo a Montesilvano per lavorare semplicemente come Ufficio Comunicazione della Divisione Calcio a cinque, ma già si stavano diffondendo le voci di uno sciopero dei tecnici della messa in onda Rai proprio per quel giorno. Tentammo l’impossibile, chiedendo il segnale video alla Rai e garantendo noi la diretta in streaming della partita. La cosa divenne possibile. Palazzetto strapieno, un caldo terrificante e una stagione intera che si sarebbe decisa in 40 minuti. L’Acqua&Sapone, padrona di casa, rimontò da 0-3 a 3-3, ma alla fine fu la Luparense a vincere. Per noi fu un’emozione inaspettata, ma io e Francesco Corda ce la cavammo abbastanza bene…”.
Come è nata la sua passione per questo sport?
“Da piccolo, seguivo in maniera distaccata il calcio a 5, ma rimasi subito incuriosito dalla figura di Ciccio Angelini. Fenomenale, sebbene nella mia testa ci fossero altri prototipi del giocatore di calcio o di futsal. Ho citato Francesco Corda, responsabile dell’ufficio stampa della Divisione, non a caso: è stato lui, nel settembre del 2010, a segnalarmi alla Divisione, dicendomi che se mi fossi fatto coinvolgere da questo sport, la “malattia” non sarebbe più passata. Esattamente quello che è successo”.