Lettere: Incidente sull'Aurelia a Ladispoli ovvero quando i politici sono poco sensibili • Terzo Binario News

Lettere: Incidente sull’Aurelia a Ladispoli ovvero quando i politici sono poco sensibili

Ott 19, 2014 | Ladispoli, Politica

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Riceviamo da un lettore e pubblichiamo:

La nostra città assurge agli onori della cronaca per un grave incidente avvenuto, ancora una volta, sull’Aurelia: un’auto, a velocità dissennata ha investito un gruppo di ciclisti e dopo essere fuggita, un chilometro dopo, ne investe un altro ancora, uccidendolo. E proseguendo la sua corsa, nel tentativo di fuggire ancora, esce fuori strada e si schianta ai bordi della carreggiata. É solo per questa ragione che si riesce a conoscere lo sconsiderato automobilista che ha trasformato una “uscita in bicicletta” in una tragedia per i ciclisti e le loro famiglie.

Ebbene, la notizia arriva subito su facebook, nella pagina di “centromareradio” e da una persona inqualificabile viene subito commentata così: “l’Aurelia non è una pista ciclabile !!!!!!!”.
Si tratta di un’affermazione grave che dovrebbe trovare in ogni persona civile e di buon senso la giusta riprovazione e generare scandalo. Invece, subito dopo, un politico locale, assessore ai lavori pubblici, già vicesindaco e oggi esponente regionale del Partito Democratico, a questa frase barbara e ingiusta aggiunge il suo “mi piace”.

Ciò vuol dire che ancora nell’immediatezza di una tragedia, con le bici distrutte e i corpi dei ciclisti ancora sulla strada, in attesa dei soccorsi e le famiglie in trepidazione che si domandano se si trattasse dei propri familiari, un assessore, nemmeno giovanissimo e inesperto, aggiunge il suo autorevole “mi piace” al commento di chi, come reazione a tutto ciò, afferma sprezzante che “l’Aurelia non è una pista ciclabile !!!!!!!”. Lasciando a intendere che, nella sua esperienza e sensibilità di politico, non c’è spazio per lo sconforto o per la solidarietà o per il rammarico o per qualunque sentimento civile e umano, nei confronti di ciclisti travolti da un automobilista impazzito nella sua folle corsa oltre ogni limite di velocità. C’è invece spazio per l’immediata adesione a una frase scandalosa: “L’aurelia non è una pista ciclabile”. Sarebbe come dire: peggio per loro che vanno in bicicletta sull’aurelia. Se la sono cercata!
Ma come si fa ad avere un pensiero del genere? A quale tipo di civiltá si ispira? Quale modello sociale sostiene?

Capita a tutti di incontrare gruppi di ciclisti, anche distratti, che si allargano al centro della carreggiata (anche per colpa delle condizioni dell’asfalto). Ma tutti noi sentiamo il dovere di rallentare ed evitare l’incidente (come si conviene) anche indirizzando nei loro confronti l’invito a maggiore attenzione. Credo che nessuno che abbia un minimo di civiltà abbia avvertito, anche lontanamente, il diritto di investirli.

Il politico a cui “piace” quell’espressione barbara, inoltre, é proprio l’assessore ai lavori pubblici, a cui compete, sulle strade comunali (e non solo), il compito di assicurare la sicurezza e l’incolumitá dei cittadini. É la persona a cui indirizziamo il nostro pensiero quando percorriamo le nostre strade cittadine degradate, rattoppate e impraticabili per bici e carrozzelle. E adesso ne conosciamo le ragioni: non sono piste ciclabili e nemmeno percorsi per passeggini o invalidi in carrozzella. Che cosa sono?
C’è da augurarsi che si tratti di un errore. Che si tratti di un furto di identità. Che si tratti di una svista. Altrimenti, sarebbe opportuno che l’assessore fornisca alla città la sua versione del “mi piace” a un commento barbaro e incivile che offende la sensibilità di tutti i cittadini e aggrava lo sconforto della vittime e delle famiglie che si trovano a vivere lo strazio di un lutto ingiustificabile (per noi è così) o di danni alla salute che ci auguriamo facilmente superabili.
E c’è da augurarsi che non si riattivi la schiera dei buontemponi superficiali, che vivono galleggiando in superficie, per i quali tutto é lecito e niente é mai grave, quindi, non è successo nulla.

Non si tratta, in questo caso, del gesto distratto o consapevole, di un cittadino, sull’onda di una emozione (benché ingiustificabile), ma del pensiero di un uomo adulto, per di piú, amministratore locale che dovrebbe avere consapevolezza del proprio ruolo e del rischio che la sua posizione possa generare pericolose emulazioni.

Chi ci governa e amministra ha, più degli altri, il dovere di manifestare il rispetto per i valori civili e tra questi, il primo é quello del rispetto della vita umana, anche se dovesse trattarsi di un pedone che attraversa al di fuori delle strisce pedonali. Soprattutto, ci auguriamo che avverta il bisogno di chiedere scusa ai familiari della vittima e ai ciclisti coinvolti nell’incidente