di Francesco Scialacqua
Al di là delle tante promesse in campagna elettorale fatte dai diversi schieramenti politici la cementificazione dei pochi metri quadri ancora disponibili nel territorio di Ladispoli prosegue senza sosta.
A nulla servono le giustificazioni degli amministratori, che di volta in volta dichiarano di aver fatto qualcosa di epocale sull’urbanistica, riducendo il consumo di suolo. Il dato oggettivo e incontrovertibile è che si continuano a ricoprire centinaia di metri quadri di terreno di nuove costruzioni.
Si può discutere o meno se le opere che vengono realizzate sono utili o meno, ma dall’insediamento dell’attuale amministrazione la politica urbanistica non ha affatto fermato il consumo di suolo. Ne è la riprova la trasformazione della contropartita del piano integrato Piazza Grande, diventata da un campo sportivo ad un palazzetto dello sport. La costruzione della caserma dei Carabinieri (iter iniziato già dalle precedenti amministrazioni). La vendita di un lotto di terreno vicino alle poste che sarà trasformato in nuove costruzioni e non ultima la nuova variante al PRG.
Su quest’ultima a poco servono le filosofie sul numero di abitanti che comporterà la nuova variante, in diminuzione secondo l’amministrazione. Sta di fatto che le cubature complessive restano pressoché invariate così come i mq.
Non si arresta nemmeno l’opera di distruzione di quel che rimane della vecchia Ladispoli. Le casette in centro continuano a ritmo incessante a trasformarsi in palazzoni.
La politica dell’amministrazione sembra essere poco efficace anche nelle azioni intraprese. Al momento ogni provvedimento approvato in consiglio e giunta per fermare i piani integrati si è dimostrato fallimentare. Al TAR risulta infatti che ogni qual volta le società hanno fatto ricorso, lo hanno vinto. A nulla serve per l’amministrazione il dichiarare di aver ottenuto una mediazione, come successo a Punta di Palo. Con la ragione in tasca le società hanno al più ottenuto un’accelerazione degli iter in cambio di un contentino da poter sventolare di fronte all’opinione pubblica. Avete mai visto un vincitore di una causa regalare al soccombente qualcosa?
E’ quanto successo di recente con Piazza Grande, il cavallo di battaglia del sindaco Grando, con il rilascio di una piazza incompleta (al momento nessuno ha spiegato perché manca la fontana e l’arredo urbano presenti nel progetto). L’apertura del supermercato è stata concessa in disaccordo con il cronoprogramma (la piazza non era ancora pronta ma il supermercato ha aperto lo stesso) e probabilmente le palazzine (quasi pronte) saranno vendute ancor prima che il palazzetto dello sport venga collaudato (al momento ancora siamo all’approvazione delle carte).
La cosa che sconcerta è l’opera di trattativa tra le società e l’amministrazione. Il “mecenatismo” come viene chiamato dal Sindaco Grando, arriva puntuale dopo gare d’appalto aggiudicate ad un unico partecipante, ed i margini, evidentemente molto alti, consentono alle società di regalare lavoretti al comune. Chissà se aumentando la concorrenza sugli appalti non si possano risparmiare molti più soldi delle mance concesse dagli imprenditori per attappare buche.
In tutto questo quali forse politiche si oppongono? Veramente poche, segno che il partito trasversale del cemento rimane ancora in maggioranza.