Ladispoli, arresti per costruzione stadio: ecco i legami sospetti • Terzo Binario News

Ladispoli, arresti per costruzione stadio: ecco i legami sospetti

Ago 2, 2017 | Cronaca, Ladispoli

di Francesco Scialacqua

Un vero e proprio terremoto quello scatenato ieri in merito ai 9 arresti da parte della Guardia di Finanza per affidamenti sospetti di appalti, in particolar modo per la realizzazione dello stadio di Ladispoli.

In tanti si sono infatti chiesti quali fossero le questioni che hanno portato ad un così duro provvedimento emesso dalla Procura di Civitavecchia.

TerzoBinario.it aveva seguito la vicenda sin dalla sua genesi che risale a fine 2015.

L’APPALTO

La storia nasce nel 2010 quando l’amministrazione comunale affida i lavori con un unico appalto per la realizzazione dello stadio. Un affidamento che naufraga nella fase esecutiva dei lavori. Si scopre infatti che il progetto predisposto dal comune ha delle notevoli mancanze. Da un lato la torre dei fari avrebbe interferito con l’eliporto costruito al PIT, fatto che determinerà lo spostamento della piazzola, che di fatto è stata realizzata inutilmente due volte, dall’altro il campo da gioco che sarebbe stato a rischio esondazione del fosso Vaccina, in quanto a livello troppo basso rispetto alle sponde del fiume confinanti con lo stadio. L’appalto, aggiudicato per 1,6 milioni di euro naufraga ed il comune di Ladispoli invia tutta la documentazione alla Procura di Civitavecchia per accertare eventuali danni ai danni dell’ente.

Va detto che in questa prima fase dei lavori vengono comunque realizzate delle opere dalla ditta che si era aggiudicata l’appalto, che vengono liquidate alla società stessa. Un fatto da tenere a mente successivamente quando si noterà che la nuova gara sarà per un importo addirittura superiore all’appalto del 2010.

LA NUOVA GARA A LOTTI

Nel 2014 l’amministrazione comunale avvia un nuovo iter per il completamento dello stadio. Questa volta si procede con la suddivisione degli stralci in lotti funzionali, ben 5. Alcuni di questi risultano anomalamente suddivisi. Si separa infatti la realizzazione degli spogliatoi e della tribuna, che però nel progetto fanno parte dello stesso edificio. Quello che salta all’occhio è che il valore dell’appalto lievita. Si passa infatti da 1,6 milioni di euro ad oltre 2 milioni. Con un comunicato stampa era il comune stesso a dare le cifre:

L’importo complessivo delle opere è previsto in euro 2.097.375,00 provenienti in parte da devoluzione di un mutuo Cassa Depositi e Prestiti e di prestiti obbligazionari in BOC, Buoni Ordinari Comunali, e in parte da un mutuo già concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti stanziato nel bilancio 2009.

Eppure dell’opera alcuni lavori erano già stati effettuati con il precedente appalto quindi ci si aspettava che il costo fosse inferiore a 1,6 milioni di euro. Nello stesso comunicato si legge:

L’amministrazione comunale informa che, con determina a firma del dirigente geometra Luciano Rinaldi, è stato approvato il progetto esecutivo del nuovo campo sportivo comunale in località Campi Vaccina, elaborato dall’arch. Mauro Brugnoni congiuntamente all’ufficio tecnico comunale.

Ed anche qui si riscontrano delle anomalie in quanto il progetto del nuovo stadio 2014 di fatto ricalcherebbe quello del 2010, progetto che fu realizzato dallo stesso dirigente Rinaldi. 

LE SOCIETA’ COLLEGATE

Ma nel mirino degli inquirenti sono finiti gli inviti fatti dal dirigente Luciano Rinaldi, che figurerebbe tra gli arrestati. La suddivisione dell’appalto di oltre 2 milioni di euro in 5 stralci di importo inferiore al milione avrebbe consentito di evitare delle gare d’appalto europee. Il dirigente, sotto l’approvazione dell’amministrazione, avrebbe proceduto ad indire gare ad invito. La procedura prevede l’invito di un determinato numero di società a ciascuno degli stralci, tra quelle in possesso di una speciale autorizzazione (la SOA). Le società da invitare dovrebbero avere carattere di indipendenza, al fine di garantire la pluralità ed una competizione economicamente vantaggiosa per l’ente. Così però non sarebbe stato. Molte delle società, che si sono poi aggiudicate degli stralci o che successivamente hanno avuto altri importanti affidamenti al comune di Ladispoli sempre a firma dello stesso Rinaldi, hanno dei collegamenti macroscopici.

Risulta anomalo il fatto che almeno tre di queste società, la Vuesse, la Laxio e la LABI, fanno capo alla stessa famiglia riferita a Sergio Vergari e che molti dei grandi appalti del comune banditi dallo stesso dirigente siano finiti nel giro di due anni a questo gruppo per importi che superano il milione di euro.

La Vuesse Costruzioni, farebbe parte del Gruppo Vergari e la sua amministratrice sarebbe Seri Ivana. La società avrebbe sede legale in Via del Fosso Piordo a Roma, mentre l’amministratrice sarebbe residente in via della Cerquetta in zona Olgiata. Che vi fosse un legame tra Sergio Vergari e la Vuesse Costruzioni era noto al dirigente Luciano Rinaldi che in una determina per l’affidamento di lavori per il rifacimento di alcune strade riporterebbe erroneamente “VUESSE COSTRUZIONI Srl di Sergio Vergari”. Ma la ditta sarebbe invece appartenuta a Seri Ivana.

La LABI Costruzioni appartiene invece a Vergari Fabrizio (che dichiarerebbe di essere figlio di Seri Ivana), ma nella società risulterebbe avere un ruolo anche Vergari Sergio in qualità di Direttore Tecnico. Sergio Vergari sarebbe stato in precedenza amministratore della società poi ceduta a Fabrizio. La LABI Costruzioni avrebbe sede legale presso lo stesso indirizzo di abitazione di Seri Ivana, amministratrice della Vuesse Costruzioni, società per la quale Rinaldi assegnò la proprietà a Vergari Sergio. Non solo, la LABI Costruzioni ,ricercando dal web, avrebbe associato come indirizzo Via del Fosso Piordo, sede legale della Vuesse Costruzioni.

Vi è poi la Laxio Immobiliare. L’amministratrice è Vergari Laura, che sarebbe sorella di Vergari Fabrizio. La società avrebbe sede in via di Valle Muricana mentre l’amministratrice sarebbe residente sempre in Via del Fosso Piordo, stessa via dove ha sede la Vuesse Costruzioni e dove risulta avere una sede operativa anche la LABI Costruzioni.

Sarebbe infatti Sergio Vergari un altro degli arrestati nell’operazione dei giorni scorsi e citato nel comunicato stampa della Guardia di Finanza.

LO STANZIAMENTO AGGIUNTIVO PER LA VUESSE

Dall’analisi degli atti emerge che ad una delle società della costellazione di Vergari viene fatto un ulteriore affidamento per 163.000 euro a gara già affidata. Un’operazione del tutto singolare in quanto i fondi per questo ulteriore stanziamento vengono sottratti dagli altri stralci funzionali aggiudicati alle altre ditte. Avviene quindi, sotto l’approvazione di Brugnoni, uno spostamento di somme d’appalto da alcuni stralci allo stralcio della Vuesse del Gruppo Vergari.

IL PUNTO

Viene da chiedersi a questo punto come mai l’allora amministrazione, di fronte a fatti documentati e portati alla luce all’opinione pubblica, non abbia proceduto ai dovuti accertamenti, anche perché nel frattempo era emersa la notizia di una inchiesta avviata dalla Procura di Civitavecchia. Il 4 dicembre, dopo l’uscita della notizia, l’amministrazione si era invece lanciata in un comunicato stampa di difesa sia del proprio operato che di quello del dirigente oggi arrestato (leggi articolo).  I collegamenti societari erano infatti stati resi noti già dal dicembre del 2015, nonostante ciò si è proseguito ignorando quello che poi sarebbe successo.

Se la magistratura accerterà questi fatti emergerà in maniera chiara che la mancata concorrenza reale alle gare d’appalto ha decretato al comune un possibile danno economico, per il mancato risparmio dalla procedura concorrenziale. Nella migliore delle ipotesi si è trattato di una ingenuità degli amministratori comunali che avrebbero dato fiducia cieca al dirigente, stesse ingenuità riscontrate in altre circostanze, come sul caso Piazza Grande. In quel caso l’amministrazione non si sarebbe accorta di un errore nella determinazione del contributo straordinario dovuto dalla società per almeno 175.000 euro. Anche su questa vicenda la Guardia di Finanza, questa volta di Ladispoli, ha svolto delle indagini e la questione è ormai nelle mani della Procura di Civitavecchia.