Un’importante Tomba Etrusca del V secolo a.C. appartenente alla più grande pinacoteca sotterranea del mondo, Patrimonio dell’Umanità Unesco di Tarquinia, e tra le prime ritrovate nel tempo alla periferia dell’attuale città, potrà essere finalmente portata alle attenzioni di studiosi internazionali e del grande pubblico grazie all’intervento di una fondazione straniera, la statunitense “The Etruscan Foundation”.
La comunicazione, ora ufficiale, dell’eccezionale intervento di salvaguardia era stata data in via informale in occasione della ricorrenza dei 12 anni di attività dell’Associazione Amici delle Tombe Dipinte dalla Presidente Dott.ssa Francesca Boitani, nell’ottobre scorso presso l’azienda agricola Quattro Grani alla quale hanno partecipato anche archeologi e ricercatori appartenenti a molte Università italiane.
È però proprio di questi giorni l’annuncio della conclusione delle complesse operazioni di restauro relative alla parete di destra del monumento affidate all’equipe della Dott.ssa Adele Cecchini e della Dott.ssa Mariangela Santella, esperte nel recupero e nella conservazione del patrimonio pittorico etrusco di Tarquinia, e agli archeologi Rodolfo Carmagnola (Vicepresidente dell’Associazione e Direttore dei Lavori per l’Associazione) e Gloria Adinolfi da molti anni impegnati nello scavo delle tombe dipinte di Tarquinia e esperti nelle indagini multispettrali, così importanti per indagare le raffigurazioni pittoriche ormai evanidi.
Si sta parlando della Tomba dei Pigmei, situata nella Necropoli Monterozzi in località Secondi Archi, che tanto ha entusiasmato gli americani per le sue particolarissime pitture purtroppo fortemente danneggiate o poco leggibili per il precario stato di conservazione e per motivi conseguenti all’originaria tecnica di esecuzione. Si tratta di uno dei monumenti, purtroppo già violati nei secoli scorsi, rinvenuto agli inizi degli anni Sessanta del Novecento dalla Fondazione Lerici costituito da un’unica camera ipogea sotterranea e scarsamente conosciuto poiché non accessibile al pubblico a causa delle sue precarie condizioni anche se protetto da eventuali ulteriori indebite intrusioni.
In passato raccolte fondi e restauri parziali, promossi dall’Associazione Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia, da privati e organizzazioni tra le quali la Fondazione Luigi Rovati e il Circolo Le Colonne, sono stati effettuati in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale. In tempi recenti erano stati tuttavia ravvisati ormai non più dilazionabili una serie di interventi radicali sia per completare il recupero e il restauro delle pitture come rendere agibili in modo sicuro e permanente gli accessi (Dromos) e la sistemazione della casetta. Importantissimo, quindi, se non provvidenziale, si è rivelato l’intervento della fondazione americana che da sempre opera a sostegno dei patrimoni archeologici e artistici.
Tutte le attuali operazioni di restauro sono state autorizzate dalla soprintendente SABAP per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, architetto Margherita Eicheberg, e dalla funzionaria archeologa Rossella Zaccagnini.
► TOMBA DEI PIGMEI
La Tomba dei Pigmei, rinvenuta a Tarquinia in località Secondi Archi nell’Agosto 1961 durante gli scavi della Fondazione Lerici, sfortunatamente già violata, è una camera ipogea delle dimensioni di circa m. 5,40 x 4,70 scavata nel banco di calcarenite fossilifera e preceduta da un lungo dromos. La camera unica è con soffitto a doppio spiovente, largo columen centrale a rilievo e loculi rettangolari nelle pareti laterali, nell’area adiacente alla parete di fondo. Gli spioventi del soffitto sono decorati a fasce trasversali; il columen è dipinto a fasce longitudinali lungo i bordi con fascioni superiori che proseguono anche all’interno della porta di ingresso. I loculi sono caratterizzati da una autonoma decorazione pittorica lineare e figurata. Nella parete frontale sono visibili i resti di una scena di banchetto con tre klinai; nella parete di ingresso sono presenti figure femminili a cavallo; nella parete sinistra prosegue il corteo a cavallo; sopra al loculo è raffigurata la mitologica scena di lotta fra Pigmei e gru; sulla parete di destra la raffigurazione di un corteo di figure in piedi.
➽ Le organizzazioni e i privati che hanno sostenuto i restauri
Grazie alla generosità dei soci degli Amici delle Tombe Dipinte e dei simpatizzanti, in particolare della Fondazione Luigi Rovati, diSergio Sammarone, Marcella Rosi e del Circolo “Le Colonne”, è stato raggiunto in passato l’obiettivo di raccogliere somme per finanziare il restauro della parete sinistra dove è raffigurata la scena della mitica lotta tra Pigmei e gru, ricordata anche da Omero nell’Iliade e che ha dato il nome alla tomba ma che rappresenta una rarità iconogafica: “…come sotto il cielo si leva lo strepito delle gru, quando fuggono dall’inverno e dalla pioggia interminabile e volano stridendo sulle correnti di Oceano, portando morte e rovina ai Pigmei: all’alba danno la battaglia malvagia” (Il.III,37).
La raccolta fondi avviata nel tempo dall’Associazione Amici delle Tombe Dipinte per la Tomba dei Pigmei per il restauro della parete di fondo dopo gli interventi del 1964 e del 2019 un grande passo in avanti è stato fatto oggi con il recupero della parete di destra attraverso i mezzi finanziari messi a disposizione dalla The Etruscan Foundation che è una società senza finalità di lucro del Michigan con scopo benefico ed obiettivi diretti alla promozione e l’apprezzamento della cultura e della civiltà etrusca.
A seguito di un progetto presentato ad inizio dell’anno scorso dall’Associazione Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia, la Fondazione americana ha infatti concesso a metà Maggio del 2024 una Borsa di Studio per un importo pari a $ 10.000 (USD) diretto alla conservazione del patrimonio culturale (The Ferdinand and Sarah Cinelli Trust Award) e da destinare al “Restauro della Tomba dei Pigmei”. Gli interventi di recupero per assicurare un adeguato stato di conservazione dell’ipogeo sepolcrale e per garantire una corretta lettura del suo apparato figurativo sono terminati nel dicembre scorso. Tutte le operazioni relative ai lavori di restauro saranno pubblicate sull’Etruscan and Italic Studies Journal dell’Etruscan Foundation, dando così ampio risalto non solo all’attività della The Etruscan Foundation ma soprattutto al patrimonio archeologico italiano ed in particolare a quello di Tarquinia con particolare riferimento all’azione svolta dall‘Associazione Amici Tombe Dipinte di Tarquinia.
Sta proseguendo, invece, con raccolta fondi dell’Associazione il completamento dei restauri diretti alla parete di fondo.
➽ I complessi interventi di restauro
Il restauro ha riguardato le seguenti operazioni, essenziali per preservare la superficie dipinta, proteggerla da ulteriori danni e riavvicinarla il più possibile al suo aspetto originale:
● Trattamento biocida degli attacchi biodeteriogeni: questo trattamento serve ad eliminare organismi come funghi, alghe e batteri che possono causare danni alla superficie dipinta macchiandola o disgregandola. Si applicano prodotti idonei per fermare la crescita di questi organismi.
● Consolidamento dei distacchi superficiali e di profondità: questa operazione rafforza le parti dell’opera che si stanno staccando o che sono fragili, sia in superficie che in profondità. Il consolidamento aiuta a prevenire ulteriori danni e a mantenere l’integrità del materiale che costituisce la superficie dipinta.
● Rimozione stuccature precedenti non idonee: in passato sono stati usati materiali inadatti (per consistenza o colorazione o metodo di applicazione) per riempire fessure o lacune, questi vengono rimossi per evitare che peggiorino la situazione e per fare un nuovo intervento con materiali più appropriati.
● Rimozione efflorescenze saline: sulla superficie possono comparire depositi bianchi causati da sali presenti all’interno del supporto roccioso, i quali impediscono la corretta lettura della decorazione e causano la disgregazione del materiale. Questa operazione è finalizzata a rimuove quei depositi per proteggere l’opera e migliorare il suo aspetto.
● Stuccatura: consiste nel riempire crepe o buchi con un materiale adatto in modo da ripristinare la superficie dell’opera. Questo aiuta a renderla uniforme e stabile.
● Presentazione estetica: dopo il restauro, possono rimanere differenze di colore sulla superficie. Questa fase serve a uniformare i colori, così che l’opera abbia un aspetto armonioso e naturale.