Un’organizzazione di stampo mafioso le cui radici affondano “nella criminalità organizzata romana degli anni ’80”, spiega il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone.
La genesi di “Mafia Capitale”, così ribattezzata dagli inquirenti, viene sottolineata con particolare cura da Flavia Costantini, il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che ha condotto all’arresto di 37 persone. La nuova associazione- ha affermato- “risulta aver mutuato dalla Banda della Magliana alcune delle sue principali caratteristiche organizzative, quali il legame con appartenenti ai movimenti eversivi della destra romana, legame che, come si vedrà più avanti, sembra essersi evoluto in parallelo all’evoluzione di alcuni dei principali esponenti di quel movimento, divenuti nel frattempo rappresentanti politici o manager di enti pubblici economici.”
Un sodalizio che è riuscito a sublimare le origini dei propri sodali, dunque, in una parabola ascendente che li avvicina al mondo della politica, degli imprenditori e dei colletti bianchi, costituendo un “punto d’arrivo di organizzazioni che hanno preso le mosse dall’eversione nera” per trasformarsi in “Mafia Capitale”, appunto, “un’associazione di stampo mafioso dedita all’estorsione, all’usura, al riciclaggio, alla corruzione di pubblici ufficiali per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione di attività economiche, concessioni, appalti o servizi pubblici”.
Alcuni uomini vicini all’ex sindaco Alemanno, da quanto ha riferito Pignatone nel corso della conferenza stampa di ieri pomeriggio, erano componenti a pieno titolo dell’organizzazione mafiosa al cui vertice, secondo gli inquirenti, siedeva Massimo Carminati, ex Nar, vicino agli ambienti del terrorismo nero negli anni 80 e legato alla Banda della Magliana, descritto dalla procura come un vero e proprio deus ex machina che coordina e impartisce direttive agli altri: “Fornisce a loro schede dedicate – si legge nel capo d’imputazione – per le comunicazioni riservate, individua e recluta imprenditori, ai quali fornisce anche protezione”.
E’ lui a tenere le relazioni con il “mondo di sopra”, la dimensione di quelli che contano: politici, dirigenti delle pubbliche amministrazioni, imprenditori e- non è escluso- appartenenti alle forze dell’ordine e ai servizi segreti. Senza dimenticare i rapporti con le altre organizzazioni criminali, giacché <<a Roma- chiarisce Pignatone- non c’è un’unica organizzazione mafiosa a controllare la città. Ci sono diverse organizzazioni mafiose. Oggi abbiamo individuato quella che abbiamo chiamato Mafia Capitale, romana e originale, senza legami con altre organizzazioni meridionali, di cui però usa il metodo mafioso>>.
Il tutto sarebbe stato coordinato da Carminati con la collaborazione di colui che gli inquirenti considerano il suo braccio destro, Riccardo Brugia, addetto al recupero crediti e all’estorsione che “custodisce le armi in dotazione al sodalizio”. In un’intercettazione fra i due, l’ex Nar tratteggia con inquietante efficacia l’immagine del contesto in cui “Mafia Capitale” si trova ad operare. Lo fa enunciando il nome di una personalissima teoria che ne rivelerebbe i meccanismi: la teoria del mondo di mezzo.
Carminati: è la teoria del mondo di mezzo compà. ….ci stanno… come si dice… i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo
Brugia: embhè…certo…
Carminati: e allora….e allora vuol dire che ci sta un mondo.. un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano e dici cazzo come è possibile che quello…
Guarnera: …(inc.)…
Carminati: come è possibile che ne so che un domani io posso stare a cena con Berlusconi..
Brugia: certo… certo…
Carminati: cazzo è impossibile…capito come idea?…è quella che il mondo di mezzo è quello invece dove tutto si incontra…cioè…hai capito?…allora le persone…le persone di un certo tipo…di qualunque…
Guarnera: …(inc.)…
Carminati: di qualunque cosa… .si incontrano tutti là. . .
Brugia: di qualunque ceto.
Carminati: bravo…si incontrano tutti là no?.. tu stai lì…ma non per una questione di ceto… per una questione di merito, no? …allora nel mezzo, anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le può fare nessuno.
Brugia: certo…