Le stime di Coldiretti. Dai 5 ai 20 euro il costo di un mazzetto. Il 42% della popolazione non acquisterà nulla
Oltre quattro italiani su 10 (44%) regaleranno una mimosa o un fiore in occasione dell’8 marzo, con una netta maggioranza rispetto a quanti preferiranno dolci o cioccolatini (14%), mentre un 42% non donerà nulla. E’ quanto emerge da una rilevazione on line della Coldiretti in occasione del tradizionale appuntamento della festa della donna. Tra quanti scelgono un omaggio floreale, aumenta quest’anno la percentuale di coloro che si indirizzano verso altri tipi di fiori.
La tendenza 2024 – rivela Coldiretti – e’ quella di abbinare fiori di colore viola, come anemoni, ranuncoli, gerbere o violeciocca.
Complessivamente sono circa 1,5 milioni di chili le mimose, l’equivalente di 15 milioni di mazzetti da 100 grammi l’uno, che saranno destinate in Italia al mercato interno in occasione della festa secondo una stima della Coldiretti, pari a oltre la metà della produzione italiana nella quale gioca un ruolo importante anche l’export. I ramoscelli di mimosa che sono tutti di origine nazionale e vengono soprattutto della provincia di Imperia, in Liguria, dove si realizza oltre il 90% della produzione italiana.
I prezzi – sottolinea Coldiretti – vanno dai 5 ai 10 euro per i rametti più piccoli, per salire fino ai 20 euro e oltre per i mazzi piu’ grandi o per le piante in vaso. “Quest’anno – sottolinea la Coldiretti – la produzione della mimosa e’ stata fortemente condizionata da un inverno bollente con temperature elevate che hanno determinato la fioritura già nella prima metà gennaio con due mesi di anticipo rispetto al tradizionale appuntamento dell’8 marzo.
Ma anche l’ultima ondata di maltempo ha causato problemi alle piante tardive, con la perdita di parte del prodotto, anche se complessivamente la produzione e’ stata su livelli soddisfacenti.
Ai problemi causati dal clima si sono aggiunti peraltro – ricorda Coldiretti – quelli legati all’esplosione dei costi di produzione a partire dall’utilizzo dei frigoriferi per salvare il prodotto che ha pesato sui bilanci delle aziende”. Oltre a essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, l’acquisto della mimosa esprime anche un importante attenzione all’ambiente perchè – spiega la Coldiretti – si salva così una coltivazione realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono. La mimosa – continua la Coldiretti – venne introdotta in Europa intorno al 1820 trovando in Italia ottime condizioni di coltivazione e clima e dal 1946 e’ il simbolo dell’8 marzo nel nostro Paese. Le varietà più diffuse sono – precisa la Coldiretti – la Floribunda e la Gaulois che e’ piu’ rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed e’ per questa particolare reazione che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico.
Per conservare al meglio i rametti di mimosa con i loro fiori gialli – consiglia la Coldiretti – e’ bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perchè – conclude la Coldiretti – la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.