(foto Enrico Paravani) – Al campo Moretti nessuno crede a quanto accaduto a Monte Mario. È è comprensibile perché poche ore prima Amar Kudin era sul bus con i compagni e lo staff del Civitavecchia Rugby di ritorno da Livorno, dove i biancorossi sono stati sconfitti dai labronici 40-14 nel girone 4 di serie A.
La battuta d’arresto pesa, sulle gambe e nella testa. Sono tutti stanchi, si pensa alla prossima gara di Napoli, dove l’obiettivo è quello di riscattarsi. Fra una chiacchiera e l’altra si fa ritorno nella città portuale. Una trasferta impegnativa, tante ore di viaggio e di gioco, finché i civitavecchiesi non arrivano a destinazione mentre i ragazzi che vengono dai dintorni hanno un altro tatto di strada da compiere.
Amar, agente del quarto turno Volanti di stanza al commissariato Primavalle, invece deve prendere servizio, lui che quest’anno aveva deciso di vestire la casacca civitavecchiese, prima di ritornare – con molta probabilità – in quel suo Veneto che lo ha accolto quando è arrivato bambino dalla Croazia. E invece nella Marca non ritornerà: a fermare la sua vita, lo schianto di via dei Monfortani all’alba di ieri.
Era la prima stagione di Amar in riva al Tirreno, lui che con le Fiamme Oro ha giocato, legandosi mani e piedi alla Polizia di Stato. Infatti il XV cremisi milita nella serie A Élite di rugby ma con il trasferimento in arrivo ha scelto Civitavecchia, con la quale i rapporti sono buoni da anni. A volerlo, l’attuale tecnico biancorosso – ed ex Fiamme Oro anche lui – Umberto De Nisi, che voleva solidità ed esperienza in prima linea.
«Trovare le parole per salutarti è impossibile. Oggi ho il cuore spezzato, ferito. Perdere un fratello è un dolore indescrivibile. Sei sempre stato disponibile, pronto a sostenere tutti! Sei e resterai un grande! Porterò sempre con me il tuo sorriso. Fatico ad accettare che hai già passato la palla. Perdiamo un compagno di squadra, un amico, una persona incredibile che per noi è stato un onore ed un piacere conoscere e giocare insieme. Ciao Amar!». Il 32enne infatti giocava tallonatore con la maglia numero 2, uno dei ruoli-chiave nel XV di una compagine della palla ovale. E al Casaletto Rosso quel ragazzone dallo slang trevigiano e competenze di livello superiore, non è passato inosservato. «Anzi – racconta Romano, che con la squadra si allena – pendevano dalle sue labbra. L’esperienza maturate fra Benetton, Fiamme Oro e Nazionale giovanili faceva sì che tutti gli altri lo ascoltassero sempre con attenzione». Mischia e touche le fasi di gioco che lo interessavano ma mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento di superiorità. Non ne aveva bisogno, la bravura lo faceva emergere. La società, incredula, ha espresso il proprio dolore. così come diversi compagni di squadra «L’intero club – scrivono dal Crc – si stringe intorno a lui ed alla sua famiglia in un profondo dolore. Una notizia che ha sconvolto tutta la squadra che insieme a lui aveva disputato la partita di Livorno. Amar giocatore di grande esperienza, stimatissimo da tutti, era diventato una pedina fondamentale per la rosa biancorossa, di forte personalità nominato capitano nelle partite in casa». «Sei stato un esempio per me» ha scritto Sergio Berni e gli fa eco il compagno di squadra Rubens Kurtaj: «Una persona d’oro, sempre pronta a supportarmi e supportarci, qualcuno da cui imparare tantissimo. Riposa in pace, amico mio». Attraverso i social, sono stati tantissimi i messaggi pervenuti da tutto il mondo ovale: le società avversarie di Civitavecchia e Fiamme Oro, quelle dove Amar ha militato, il mondo arbitrale, semplici appassionati e addetti ai lavori che hanno incrociato Kudin durante le sue esperienze alla Benetton, in azzurro, o in maglia cremisi.
Infine le giovanili del Civitavecchia che lo adoravano, con l’Under 16 ha confezionato uno striscione la cui esposizione prevista per la prima gara utile: «Ciao Amar, rimarrai sempre nei nostri cuori».