L’artista Valentina Vannicola al lavoro da settimane con sarte e artigiani per realizzare la suggestiva stage photography
di Cristiana Vallarino
Oggi, meteo permettendo, è il “giorno” de “La processione mistica”, opera che Valentina Vannicola rappresenterà in uno dei campi lungo la Santa Severa Tolfa, dalle parti della Nocchia. Qui, infatti, già da giorni volontari sono al lavoro per allestire gli elementi scenografici e i supporti tecnici necessari per il quadro vivente, una imponente stage photography come quelle che l’artista tolfetana realizza ormai da oltre un decennio, portandole in giro per il mondo.
Una squadra instancabile ha lavorato alla produzione de “La processione mistica”, con il sostegno di tutta la comunità. L’opera si rifà alla processione descritta da Dante nel XXIX Canto del Purgatorio e quest’anno entrerà nelle Collezioni Fotografia del MAXXI – Museo nazionale delle arti delle XXI secolo.
In queste settimane il Museo Civico Archeologico di Tolfa ha dedicato una sezione dei suoi spazi alla creazione dell’opera, trasformandosi in una sorta di fucina creativa: laboratorio per le sarte che stanno confezionando gli abiti, luogo in cui vengono gli attori (abitanti del paese) per la prova costume e meta di curiosi. Il fatto che il tutto si possa svolgere in uno spazio istituzionale di tale caratura e apertura sta donando un valore aggiunto all’opera, diventandone quasi il fulcro.
Il team delle sarte che ha seguito con dedizione il confezionamento dei costumi di scena -creati sui cartamodelli dell’Accademia Koefia, ideati partendo dai bozzetti di Valentina Vannicola- è composto da Gina Ceccarelli, Teresa Frau, Antonella Mellini, Paola Mignanti e Nadia Sgricia.
Fondamentale il supporto del Museo Archeologico di Tolfa nelle figure del direttore Giordano Iacomelli e le dott.sse Teresa Piroli e Manuela Monaldi. Importante il sostegno del Comune e della Protezione Civile di Tolfa per tutte le energie messe in campo.
L’opera La processione mistica fa parte di una ricerca più ampia sulla Divina Commedia di Dante Alighieri che Valentina Vannicola ha iniziato nel 2011, anno di uscita del suo progetto L’Inferno di Dante, trasposizione fotografica della prima Cantica.
“L’opera si rifà alla processione – spiega l’artista – descritta da Dante nel XXIX Canto del Purgatorio: l’ultimo, il più complesso, ampio e ricco di significazione dei riti liturgici. Un corteo che ritrova le sue radici nelle rappresentazioni popolari, che riporta tutti gli elementi propri degli spettacoli sacri terreni: la danza, il canto assolo o corale e l’annunciazione; un momento spirituale e terreno allo stesso tempo. Siamo nel Paradiso terrestre e sotto lo sguardo di Dante si apre una processione di simboli che rifacendosi ai testi biblici, in particolare L’Apocalisse ed Ezechiele, ci offre una rappresentazione storica della Chiesa. Uno dei tratti distintivi del corteo è il suo carattere di immobilità: la lentezza dei movimenti, la quasi assenza dei gesti. Nei versi la ieraticità solenne della rappresentazione è affidata alla grandiosità statica delle figure e alla variazione dei colori, senza mostrare una particolare attenzione al movimento. É proprio quest’insieme di elementi a suggerire l’immagine del quadro vivente, del tableau vivant, in cui affonda le radici la staged photography in cui sono specializzata. L’antico, lo storico ed il contemporaneo arrivano così a fondersi in un’unica opera”.
Per la costruzione della scena, verranno presi in considerazione tutti gli elementi elencati dal poeta: 49 figuranti, 4 animali dell’Apocalisse, un grifone, 7 candelabri; tutto verrà ri-letto e messo in scena in un grande tableau vivant.
Valentina Vannicola, dopo il liceo classico “Guglielmotti” a Civitavecchia, si è laureta in lettere alla Sapienza con indirizzo cinematografico, arrivando poi specializzarsi in fotografia, dedicandosi alla stage photography. “Che vuol dire – spiega – che io lavoro su un testo originale o ne scelgo uno, quindi realizzo uno storyboard, cerco la location, si costruiscono i materiali. Insomma c’è un lungo lavoro di preparazione che culmina con la unica posa finale, immortalata dalla macchina ferma su un cavalletto”.
“Come feci oltre dieci anni fa col mio primo lavoro su Dante, quando coinvolsi parenti, amici e vicini di casa, sono voluta tornare nel mio paese a cui sono molto legata e dove c’è mio padre – dice Valentina Vannicola che ha vissuto a lungo a Roma e Milano, ma ora fa base a Tolfa, dove ha attrezzato il suo ormai imponente archivio fotografico -. E come sempre mi avvalgo di attori non professionisti. La Processione Mistica è una mia idea, in occasione del 700^ anniversario di Dante, che sarà acquisizione istituzionale del MAXXI, come già fu per l’Inferno del 2011. Opera tra l’altro ora è esposta all’Istituto italiano di cultura di Rio de Janeiro”.
La Vannicola ormai è una stage photographer professionista, il che significa che lavora anche su commissione. “I committenti possono essere Fondazioni, enti privati o pubblici – chiarisce -. L’anno scorso, per esempio, ho avuto un incarico da una fondazione di Città della Pieve per un’opera sul Trasimento, l’estate passata sono rimasta in residenza a Lisbona per un lavoro richiestomi dall’Istituto italiano di cultura, quindi dal Ministero degli esteri, con il locale Festival Todos”.