Dopo Naomi Berrill e Mighty Mo Rodgers with Horns, stasera il coro “Le Mani Avanti” e il Fabrizio Bosso Quartet
di Cristiana Vallarino
Partenza alla grande per il XIV Festival Tolfa Jazz: musica di qualità, gradinate e parterre tutti gremiti.
La serata di sabato, ospitata nel suggestivo anfiteatro della villa comunale – presentata dall’attrice e cantante Daniela Barra – si è aperta con i consueti saluti e ringraziamenti istituzioali degli organizzatori Egidio Marcari e Alessio Ligi e della sindaca Stefania Bentivoglio.
Ci sono state pure Simona Sarti e Alessandra Degni (Agù) che hanno dato voce alla loro installazione “Parole spartite” (un enorme pentagramma che circonda il palco). Ed Elisa Marrazzo, responsabile eventi della Susan Komen, da tempo partner di Tolfa Jazz. Che ha parlato del lavoro dell’associazione nella prevenzione del tumore al seno, a cui è stata devoluta parte dell’incasso dello spettacolo.
Non a caso ad aprire il Festival è stata una donna musicista.. e che musicista. Violoncellista, polistrumentista, compositrice, autrice e cantante irlandese, Naomi Berrill, sola sul palco col suo violoncello, in un gioco di contaminazioni tra classico, blues, jazz e non solo, ha proposto una serie di brani. Alcuni suoi originali, altri interpretazioni di canzoni del repetorio di signore del blues come Billie Holliday e Nina Simone. Ha eseguito anche composizioni dedicate a donne eccezionali, come “Sea Warrior” ispirata alla prima piratessa irlandese. Concludendo con la sua versione, in italiano, di un cavallo di battaglia dai ritmi brasiliani della Vanoni, scritta da Vinicius De Moraes.
La Berrill ha simpaticamente introdotto ogni brano in ottimo italiano. Che parla fluentemente vivendo in Italia, da quando, ha raccontato, a fine serata, “all’Edimburgh Fringe Festival ho conosciuto mio marito”.

“Da allora, studentessa di musica classica – ha continuato – sono venuta qui, prima a Milano poi a Firenze, dove vivo con mio marito e i nostri due figli”. Tutti venuti a Tolfa con lei. “La splendida organizzazione del Festival ci ha sistemato in un appartamento con una vista mozzafiato – ha continuato –. E l’altra sera mi sentivo davvero a casa, con quel vento! Io vengo dalle campagne intorno a Galway. Che mi risulta legata a Tolfa”. Infatti, di recente si è stretto un gemellaggio tra la locale sezione Fidapa e l’omologa Bpw di Galway.
Naomi Berril non conosceva Tolfa che le è piaciuta tantissimo e, come tutti i suoi colleghi ospiti, ha apprezzato l’ambientazione dei concerti “in mezzo la natura, che mi ricorda il parco delle Cascine a Firenze” ha detto dal palco.
Dall’assolo della Berril si è passati poi alla band che ha accompagnato un vero pezzo da 90 della musica afromericana: Mighty Mo Rodgers tastierista, cantante, compositore e produttore discografico di Los Angeles, famoso per il suo Metaphysical Blues. E anche dal palco di Tolfa Jazz, col suo stile soul e blues, ha ricordato le sue frequentazioni con mostri sacri quali Otis Redding e Aretha Franklin, non lesinando di affrontare tematiche sociali, ispirate alla pace e alla tolleranza. Con lui hanno suonato per l’occasione, il sassofonista americano Sax Gordon e il raffinato chitarrista Luca Giordano, talento italiano affermato a livello internazionale. E ancora Abramo Riti, Alessandro Di Bonaventura, Eric Cisbani e Walter Monini. Tutti habitues di Tolfa Jazz.
Mighty Mo, con una carica e una verve incredbili per chi tra pochi giorni spegnerà la sua 81esima candelina, ha trascinato il pubblico fino a farlo battere le mani e ballare sui ritmi degni di una chiesa afroamericana… Quasi una citazione di Blues Brothers! “La musica è amore”, lo ha ribadito al microfono, esortando tutti ad amare, visto che siamo “nel paese dell’amore, l’Italia”.

Alla fine del concerto, mentre si sottoponeva di buon grado ai selfies degli ammiratori di ogni età e firmava i cd in vendita andati a ruba, Mighty Mo ha chiarito la sua convinzione, in inglese: “La musica non è quello che tu senti con le orecchi, ma quello che ti va dritto al cuore. Che accende il “corpo elettrico” di ognuno. Stasera tra il pubblico l’elettricità c’era già: io ho solo inserito la spina per farla partire!”. “The electricity was already there: I just plugged it!”.
L’artista che non era mai stato a Tolfa nonostante le sue varie tournee in Italia, ha lodato l’accoglienza e la location. Come pure Sax Gordon che, ogni volta, apprezza anche ”il mangiare tutti insieme come una grande famiglia sotto gli alberi”. Analogamente il tastierista Riti ritiene il Festival “una ottima manifestazione, sempre migliore anno dopo anno”.
Tolfa Jazz non è solo musica. Ieri, come stasera, si può cenare a due passi dal palco grazie a un pool di signore tolfetane che cucinano prodotti locali, e si possono assaggiare birre artigianli.
Stasera, il secondo doppio concerto, proporrà altri artisti di livello. Alle 21, ”Le Mani Avanti“ coro a cappella di 30 elementi diretto da Gabriele D’Angelo. A seguire un “vecchio amico” di Tolfa Jazz, Fabrizio Bosso quartet, con “We Wonder”, omaggio al mitico Stevie Wonder.