Bosco Enel: ci chiediamo, ma se lo chiedono soprattutto oltre 1200 concittadini firmatari della nostra Petizione, come l’Amministrazione comunale possa dichiarare che il proprio obiettivo è quello di preservare le aree verdi se poi afferma che 37 ettari di bosco, realizzato da Enel quale prescrizione ambientale per l’autorizzazione della riconversione di TVN, possano essere eliminati. In cambio di possibili investimenti sul Territorio: ma a quale prezzo? Ci sono però altri quesiti che vogliamo porre all’Amministrazione.
Ora, se è vero che l’Enel ha richiesto il superamento delle prescrizioni affinché quell’area sia impiegata “per progetti logistici” (ennesimo megaparcheggio per auto scaricate dalle navi), appare sensato chiedersi come tale attività possa reimpiegare, anche parzialmente e adeguatamente, l’indotto metalmeccanico sviluppatosi e specializzatosi intorno alla manutenzione e gestione delle centrali termoelettriche.
E’ vero che non si possono rifiutare le opportunità di lavoro che si presentano in tempi di crisi ma è altrettanto vero che il potenziamento dell’attività di automotive può essere sviluppata su altre aree libere e disponibili nella stessa zona.
Passiamo a un altro aspetto sottolineato dal comunicato dell’amministrazione e cioè che questa “area a verde non è riuscita a svilupparsi completamente”. Non è chiaro il significato. Sembrerebbe solo una giustificazione alquanto banale per concludere che quel bosco, realizzato durante l’amministrazione con sindaco Cozzolino, debba essere abbattuto ad ogni costo con idee avveniristiche sullo spostamento di oltre 14.000 piante in altro sito ignoto.
Ma la salute di quell’area verde è così critica o inidonea come sottolineato dall’amministrazione? Dalle riprese con drone risulta che, al momento, gli alberi sono in stato di salute, sono cresciuti in dieci anni, raggiungendo in alcuni casi, si vedano i pini domestici, anche i 3 metri. L’Amministrazione si fa forte dell’avversità citando un parere datato (2012) dell’ing. Guarascio il quale per la verità non esprime una contrarietà alla realizzazione del bosco ma alla futura destinazione di quell’area da un uso diverso da quella industriale per le seguenti motivazioni:
a) la contiguità ad un’attività produttiva ad elevata pericolosità (centrale);
b) la presenza di elettrodotti non interrati sovrastanti;
c) la potenziale concentrazione di soglia di contaminazione che però doveva essere appurata attraverso analisi del suolo che non risultano essere state fatte.
Queste osservazioni vengono superate dalla chiusura dell’attività della centrale stabilita per il prossimo 31 dicembre 2024.
Il parere Guarascio di fatto viene superato anche da una relazione del 2013 della stessa Enel che, in un report che, alleghiamo alla presente, ha confermato l’idoneità del sito per la realizzazione del bosco. Diversamente quale azienda, con l’obbligo di ottemperare a una prescrizione, avrebbe investito circa 20 milioni di euro nonostante il terreno presentasse criticità dovute al fatto che vi finisse il materiale dragato dai lavori di ampliamento del bacino portuale?
C’è un’ultima questione che nessuno può ignorare. Oggi quell’area a verde costituisce comunque una risorsa ambientale di cui i civitavecchiesi stanno usufruendo almeno in termini di miglioramento della qualità dell’aria poiché, anche a centrale Enel chiusa, mitigherà l’inquinamento prodotto dalle navi e dalle attività collaterali e che a differenza della centrale non sono oggetto di rilevazioni e monitoraggi specifici.
In conclusione, prendendo per buone le intenzioni dell’amministrazione di salvaguardia del verde, ci domandiamo quali risorse finanziarie possano garantire un investimento di pari intensità, ossia quei 20 milioni di euro impiegati nell’ex Parco serbatoi.
Non sarebbe più logico nell’interesse della città arrivare a un accordo con l’Enel affinché acquisisca nuove aree, in quell’area, vista la disponibilità, per consentire qualsiasi attività logistica futura se proprio non c’è altro su cui investire?
Ci auguriamo che le sempre maggiori adesioni alla Petizione lanciata dal nostro Comitato possano favorire un confronto serio e costruttivo, alla luce del sole, per sviluppare una scelta equa nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini.
Per il Comitato Salviamo il Bosco
Gizio PUCCI