Film, al Buonarroti a Civitavecchia protagonista una famiglia di cowboys di casa nostra • Terzo Binario News

“Cose che accadono sulla terra”, diretto da Michele Cinque, proiettato domani alle 19, racconta la storia di Giulio, Francesca, Brando e Brianna De Donatiis

Pare davvero il selvaggio west, eppure siamo praticamente a casa nostra, a due passi da Civitavecchia, a 50 km dal Raccordo Anulare di Roma. E’ questa l’ambientazione di un docufilm che si può vedere domani, martedì 5 novembre, alla Sala Buonarroti, alle 19.

Si tratta di “Cose che accadono sulla terra”, prodotto e distribuito da Lazy Film, che dopo l’esordio in prima mondiale come film d’apertura del concorso italiano del Festival dei a Firenze, inizia il tour nelle sale cinematografiche italiane. Lo firma Michele Cinque, regista del pluripremiato Iuventa, co-sceneggiatore e produttore creativo del lungometraggio di Netflix, in lavorazione, ispirato alla storia dell’ONG tedesca Jugend Rettet. Questo è un documentario su un altro tema urgente: il rapporto tra uomo e natura ai tempi della crisi climatica.

Protagonista del film di Cinque, la famiglia del civitavecchiese Giulio De Donatiis, ovvero la sua compagna Francesca Prato e i figli Brando e Brianna. Loro, nel “selvaggio west italiano” dei Monti della Tolfa, sono veri cowboys con una missione: continuare ad allevare il proprio bestiame e difenderlo dagli attacchi dei lupi, senza però compromettere l’equilibrio dell’ecosistema. Narrato al femminile e girato nell’arco di due anni, il film esplora il profondo legame tra madre e figlia. Brianna, una bambina di 6 anni, in un dialogo con la madre Francesca, si interroga sulla sua vita e sul suo futuro, rivelando, col suo sguardo innocente e originale, alcuni temi urgenti con cui lo spettatore è chiamato a fare i conti.

francesca e brianna de donatiis

Francesca e Giulio, che gestiscono oltre 1.000 ettari, si sono accorti che ormai anche il pascolo brado, una pratica tramandata dai cowboy italiani, i butteri, non è più sostenibile e che la sopravvivenza dei loro animali è strettamente legata alla salute del suolo. Secondo l’International Panel on Climate Change, attualmente il 30% dei suoli mondiali è degradato e si prevede un incremento fino al 90% nel 2050, con gravissime conseguenze nella produzione alimentare globale. Di fronte alla desertificazione del proprio territorio e alla perdita di molti capi per la siccità, la coppia decide di intraprendere una rivoluzione verde applicando la teoria del pascolo rigenerativo. Già molto diffusa in diverse aree siccitose in Australia, in Africa e Stati Uniti, questa tecnica di pascolo invece di utilizzare l’assistenza di fertilizzanti di sintesi e dell’agricoltura intensiva, ottimizza il rapporto tra suolo, piante e animali con mutui benefici per l’ecosistema. L’idea è semplice: imitare il comportamento dei grandi erbivori selvatici, che migrano costantemente per l’effetto delle stagioni e della predazione. Questa pratica, secondo la Royal Society, l’associazione scientifica britannica, è una soluzione a basso costo e a basso contenuto tecnologico che può contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici riducendo le emissioni di gas serra associate all’agricoltura convenzionale. Se da un lato si investe su prodotti come la carne sintetica e alternative vegane, la pratica del pascolo rigenerativo ci invita a riflettere sulle modalità di allevamento dei bovinie sul loro impatto sul pianeta.

In una sorta di “richiamo della foresta” contemporaneo, “Cose che Accadono sulla Terra”, si confronta anche con un’altra tematica di estrema attualità: la presenza dei lupi. Attualmente la Commissione Europeasta discutendo la revisione dello status di protezione del predatore, la cui popolazione è stimata in circa 20.000 esemplari in Europa, di cui 3.300 solo in Italia, 950 nelle regioni alpine e 2.400 nel resto della penisola. Nel film di Michele Cinque, il lupo è un antagonista per la famiglia di allevatori ma nel corso della narrazione diventa, in un gioco di specchi, una metafora dell’uomo stesso. La presenza del lupo risveglia paure ancestrali ma anche la nostra appartenenza al mondo animale e la nostra responsabilità nella sua salvaguardia.

giulio de donatiis

Michele Cinque, classe 1984, lavora come regista e produttore cinematografico dal 2004. Nel 2009 ha fondato la società di produzione cinematografica Lazy Film. Ha diretto diversi documentari e serie televisive premiate e distribuite in tutto il mondo. Nel 2015 ha diretto il lungometraggio documentario Sicily Jass, coprodotto con il sostegno di Rai Cinema, presentato al New Orleans Film Festival nel 2016 e proiettato in numerosi festival in tutto il mondo. Nel 2017 ha diretto il cortometraggio Jululu , premiato alla 74° Mostra del Cinema di Venezia e selezionato da oltre trenta festival internazionali. Nel 2018 è uscito il lungometraggio documentario
Iuventa , coprodotto con Rai Cinema e ZDF/3Sat. Il film è stato selezionato e premiato in diversi festival
internazionali e distribuito nelle sale cinematografiche in Germania e in Italia. Iuventa è stato presentato anche al Parlamento Europeo nel Febbraio 2019 ed è diventato un manifesto politico contro la criminalizzazione dei soccorsi in mare. Nel 2020 ha diretto il film sperimentale Quand on Sera Seuls con il sostegno del Ministero della Cultura italiano e della SIAE ed ha diretto un episodio del film The World Beyond Silence sulla pandemia.

Pubblicato lunedì, 4 Novembre 2024 @ 15:47:06     © RIPRODUZIONE RISERVATA