Sul palco del teatro Claudio sabato sono saliti Aslak Nore e Alessandra Carati, “interrogati” da Gino Saladini sui loro libri “Il cimitero del mare” e “Rosy”
di Cristiana Vallarino
L’accoppiata Italia-Norvegia ha fatto di nuovo centro. Per l’undicesimo Festival “Tolfa Gialli&Noir” la presenza, sul palco del teatro Claudio, di autori delle due nazionalità ha interessato gli spettatori, molti venuti dal comprensorio, che hanno sfidato le rigide temperature dell’ultimo giorno di novembre per assistere all’appuntamento.
Prima che il sipario si alzasse a svelare la scenografia (quest’anno a firma dell’artista e fotografa tolfetana di fama internazionale Valentina Vannicola), a nome dell’organizzazione ovvero l’associazione Chirone e la Coop Taitle, Giordano Iacomelli ha fatto gli onori di casa chiamando sul palco Gabriella Sarracco, presidente della Fondazione Cariciv, che da sempre supporta il Festival, e poi la sindaca Stefania Bentivoglio, nonchè Ole Tolstad, del locale Centro Studi Italo Norvegese, che ha ricordato la partecipazione dell’associazione Norla. Infine c’è stato il saluto – in perfetto italiano – della giovane rappresentante dell’ufficio cultura dell’ambasciata di Norvegia a Roma, Vera Maria Gjermundsen, alla sua seconda visita a Tolfa sempre per gli eventi del “Gialli&Noir”.
Tutti, naturalmente, hanno speso parole di apprezzamento per il Festival.
La Sarracco, reduce da un forum di Fondazioni, ha sottolineato come nell’occasione si sia ribadito che investire in cultura, a cascata significa migliorare tutti gli altri aspetti della vita di un paese. La sindaca del Comune ha ringraziato l’organizzazione del Festival che ormai da oltre un decennio dà lustro al paese collinare in Italia e all’estero.
Tolstad ha ricordato come nacque il Festival, ovvero da una idea del traduttore ed ispanista Glauco Felici (purtroppo scomparso prematuramente) e di sua moglie Antonella. Un’idea, quella di portare scrittori norvegesi a Tolfa, che cominciò a prender corpo al termine di una cena e un paio di di bicchieri di whisky.
Poi sul palco è salito il presentatore-animatore della serata, il criminologo e scrittore Gino Saladini che ha descritto la scenografia, un commissariato d’altri tempi ricostruito con cura, dove ha accolto gli ospiti: il norvegese Aslak Nore, con l’addetta stampa del Festival Fiorenza Gherardi De Candei in veste di interprete, e Alessandra Carati.
Saladini ha presentato brevemente i libri dei due scrittori, decisamente molto diversi tra loro. “Il cimitero del mare” di Nore, edizioni Marislio, è un ampio romanzo che ruota attorno alla storia della famiglia Falck, ma soprattutto indaga sui loro segreti che sembrano avere inizio da un naugragio, peraltro relamente accaduto, di un postale nel 1940. Nore, incalzato da Saladini, ha raccontato come avuto l’ispirazione, come sia sia accuratamente documentato sia per trattare eventi della storia passata, a ridosso e dopo la Seconda Guerra Mondiale sia per descrivere quanto avviene ai giorni nostri in teatri di guerra come l’Afghanistan e per inserire nel libro un lato dedicato allo spionaggio. Come Nore ha ribadito, la sua intenzione era quella di fare un romanzo che potesse contenere tanti elementi, ispirandosi sì al filone del giallo scandinavo ma con un occhio ai grandi classici della letteratura europea, in cui scorresse per tutte le molte pagine il dilemma tra la lealtà verso la famiglia, e per estensione la nazione, e la Verità. Un obiettivo decisamente raggiunto.
Di altro genere “Rosy”, Mondadori, firmato da Alessandra Carati, la quale in maniera pacata con una estrema chiarezza nel linguaggio ha raccontato come – in un momento molto difficile della sua vita – si sia decisa a metttere nero su bianco la storia di una dei due protagonisti di una delle più brutali vicende di cronaca nera degli ultimi decenni, la strage di Erba. Olindo e Rosa, marito e moglie, sono entrambi stati condannati perchè ritenuti colpevoli, ma da anni un pool di avvocati si sta adoperando affinchè si riapra il caso, ritenendoli vittime di un clamoroso errore giudiziario. La Carati, oltre a studiare tutte le carte del caso, ha incontrato parecchie volte Rosa Bazzi, nel carcere di Bollate. E il libro che è nato, con la sua prosa nitida, è tanto spiazzante quanto appassionante. E soprattutto offre un quadro perfettamente dipinto della protagonista, Rosy appunto, che peraltro non lo ha letto e mai lo leggerà, dato che lei non sa né leggere né scrivere.
Entrambi gli scrittori hanno poi risposto ad una serie domande poste dal pubblico, in particolare da alcuni componenti del gruppo di lettura “InChiostro” che si incontra nella biblioteca comunale di Tolfa e che, avendo già letto entrambi i volumi, hanno voluto soddisfare alcune curiosità.
Il pomeriggio si è concluso con il momento del firmacopie da parte degli autori a quanti hanno acquistato i libri in vendita.