Da “semplice” premio a spazio di cultura e socializzazione, inserito tra le “Buona Pratiche” della Regione Lazio e fiore all’occhiello della comunità locale.
In attesa della serata finale di venerdì alle 21, che si svolgerà nella suggestiva cornice del Parco Risanamento, la presidente Brunella Franceschini, stimata docente di lettere, ripercorre le tappe di questo importante premio letterario, che quest’anno compie sei anni insieme ai compagni e alle compagne di viaggio Silvia Bastianini, Antonella Rinaldi, Valerio Chiacchierini, Flavia Verbo, Francesca Tiselli, Karyn Minerva, Cecilia Toffali, Tiziana Cimaroli.
Presidente, come è nata l’idea di un premio letterario riservato alle donne?
<<L’idea nasce nel 2018, durante il mio primo anno da assessore alla Cultura e Pari Opportunità. Ho pensato che sarebbe stato bello pensare ad un progetto a lungo termine che, in qualche modo, coniugasse entrambi due ambiti che vanno di pari passo. Pensando ad un qualcosa di nuovo nel panorama di Allumiere, ho pensato di avviare un percorso legato a due sfere a me familiari per formazione e per professione: la lettura e la letteratura. Quindi, a seguito di questa riflessione, insieme ad amici e amiche mossi dalla mia stessa passione, abbiamo pensato alla possibilità di creare un premio letterario che però non fosse semplicemente il conferimento di un premio, ma un percorso di partecipazione attiva da parte della comunità locale e del territorio. E’ venuto naturale pensarlo come un qualcosa di riservato alle autrici, in primis per la radice culturale della nostra cittadina, in cui la donna ha avuto sempre un ruolo di primo piano fin dalle origini nella preservazione del nucleo familiare e di un sistema basato sulla reciproca solidarietà e sul mutuo aiuto, nonché nella tutela della memoria e della identità comunitaria>>.
Infatti oggi si sente spesso parlare di empowerment femminile, ma ad Allumiere alcune donne sono state all’avanguardia nel seguire un percorso di emancipazione e autodeterminazione.
<<Sì, basti pensare alla singolare, rivoluzionaria esperienza della cooperativa “La Lumiera”, una piccola azienda nel settore dell’abbigliamento nata nel 1969 da una decina di ragazze allumierasche guidate da Adriana Ferri Pirandello, che portò in quell’attività l’esperienza nelle tecniche di modellazione e taglio dei tessuti acquisita nella prestigiosa scuola romana “Ida Ferri”. In un periodo storico di grande fermento, la straordinaria particolarità di quella piccola azienda cooperativa era la sua organizzazione interna: autogestione e rigoroso egualitarismo salariale erano le caratteristiche di quel collettivo. È questa un’esperienza da ricordare per motivi storico-politici ed economici, ma anche e soprattutto per gli effetti sociali, culturali e di genere che essa ha comportato. Basti pensare che, in oltre vent’anni di attività, ha coinvolto centinaia di donne di Allumiere e del comprensorio>>.
Tornando invece al premio vero e proprio, come funziona la macchina organizzativa?
<<Il premio è destinato ad opere in formato cartaceo di genere memorialistico, diaristico, saggistica, romanzo e reportage scritte da donne in lingua italiana, edite e non autoprodotte, a garanzia di qualità. Ogni autrice può partecipare con un solo testo, in maniera gratuita. I libri in gara vengono poi divisi tra i vari gruppi di lettrici e lettori, che sono sempre più numerosi. I cinque testi che ottengono il punteggio più alto vengono poi sottoposti alla nostra giuria di esperte, che decreterà l’opera vincitrice, nonché la seconda e la terza classificata. Quest’anno i libri in gara erano cinquantaquattro e sono arrivati in finale “Le ragazze fantasma”, di Virginia Benenati (Bookabook), “Epigenetica”, di Cristina Battocletti (La nave di Teseo), “Io ero mia”, di Manuela Cassarà (All Around).
Quest’ anno, oltre al premio, avete portato avanti altre iniziative culturali?
<<Nel mese di aprile abbiamo avuto l’onore di ospitare Maria Grazia Calandrone, che ha presentato il libro “Dove non mi hai portata”, finalista del “Premio Strega”. A maggio è stata la volta di Irene Vianello, con il suo “In fondo al desiderio” e a giugno, con l’avvocato Luana Sciamanna, abbiamo parlato della condizione della donna nella storia del diritto penale e civile>>
Che effetto vi ha fatto vedere “Femminile, Plurale” tra le “Buone Pratiche” della Regione Lazio?
<<E’ sicuramente motivo di orgoglio e di soddisfazione vedere riconosciuto il nostro impegno. Lavorando sodo, siamo riusciti a creare uno spazio di cultura, innovazione e socializzazione dove poter promuovere consapevolezza, accoglienza e solidarietà>>.
Pronte per il gran finale?
<<Pronte ed emozionate, vi aspettiamo tutti venerdì sera alle 21 al Parco Risanamento per una bella serata, che quest’anno avrà come ospite d’onore Francesca Reggiani: un’artista e un’intellettuale che, attraverso la satira, riesce a guardare il mondo con occhi ironici e critici, ma sempre con una buona dose di umorismo. Intanto un caloroso e doveroso ringraziamento va a tutte e a tutti coloro che hanno contribuito a fare di “Femminile, Plurale” un progetto di comunità.