Tornerà a riunirsi la task force di Colao per pianificare la fase due, ossia la fase di ripresa e riapertura dopo il totale lockdown del Coronavirus.
Un piano articolato basato sul rischio integrato, ossia sul rischio dei lavoratori. Una prima lista delle attività – stilata dal’Inail sulla base dei codici Ateco e validata dal Comitato tecnico scientifico – è già pronta e divide 97 settori produttivi in tre colori: verde (basso rischio), giallo (medio) e rosso (alto).
Verde – rischio basso
L’agricoltura, la pesca, l’estrazione di minerali, le imprese edili e tutto il comparto dell’industria manifatturiera in generale (alimentare, tessile, chimica, metallurgica, di legno, carta e pelle, la fabbricazione di computer, auto e mobili). Semaforo verde anche per il settore editoriale e per la produzione cinematografica, per le attività immobiliari, le agenzie di viaggio e le biblioteche. Alcuni di questi settori, anche se considerati a basso rischio, sono stati sospesi come è successo alle imprese metallurgiche e quelle che producono mobili: queste attività potrebbero essere tra le prime a ripartire .
Giallo – rischio medio
A rischio medio-basso, invece, sono valutati gran parte dei settori del commercio, a cominciare da ristorazione e attività sportive, ovvero bar e ristoranti e palestre che hanno chiuso subito i battenti al pubblico. La valutazione di riaprire dipende anche dal livello di aggregazione sociale: i negozi all’ingrosso pongono meno problemi di quelli posti nei centri commerciale. Stesso livello di criticità medio-basso anche per l’istruzione e la scuola (sospese) e per un altro settore chiave come i trasporti: quelli terrestre (bus, treni) e marittimi sono considerati a rischio medio-basso. I lavoratori impiegati nella gestione delle reti fognarie, nell’assistenza sociale residenziale e nelle ricevitorie, nei locali per le scommesse e nelle sale da gioco hanno invece un rischio integrato medio-alto. Stesso discorso anche per i servizi alla persona e per i collaboratori domestici.
Rosso – rischio alto
Allerta rossa per il trasporto aereo, l’assistenza sociale e quella sanitaria non residenziale. Si tratta di attività mai sospese (anche se fortemente limitate come per i voli o con procedure stravolte come per gli ospedali) , ma ritenute ad alto rischio integrato proprio per le mansioni e i livelli di dell’aggregazione sociale che comportano.
La riapertura
Mentre Lombardia e Veneto premono per riaprire dopo il 4 maggio, ovvero il giorno dopo la scadenza prevista dal decreto del presidente del Consiglio del 10 aprile, qualche spiraglio si potrebbe delineare già alla fine della prossima settimana, dopo il 25 aprile (si fa anche la data del 27) quando potrebbe scattare il semaforo verde per alcune filiere (dalla moda all’automotive, la meccanica ma anche cantieri, cave e miniere).