Nel Lazio, e specialmente a Roma, capitale italiana e capoluogo regionale, il calcio non è uno sport come gli altri.
Sono tanti, infatti, coloro che lo praticano per decenni, a livello amatoriale e professionistico.
E gli esponenti di rilievo di questa categoria sono senza dubbio quelli che finiscono a giocare nelle due squadre della capitale, ossia la Lazio e la Roma.
Specialmente quest’ultima vanta un settore giovanile di tutto rispetto, nel quale si formano calciatori eccellenti, molti dei quali finiscono addirittura in prima squadra e ne diventano leggende assolute.
Sotto questo punto di vista, Daniele De Rossi e Francesco Totti sono con certezza i principali rappresentanti moderni del vivaio giallorosso.
Il primo, da poco nominato allenatore della Spal, è stato l’ultimo grande capitano della Roma che ha giocato solo con la maglia giallorossa prima di decidere di vivere un’esperienza finale al Boca Juniors, storica squadra argentina.
Il secondo, invece, è per molti l’ottavo Re di Roma per quanto dimostrato in campo e per la sua aura che lo ha reso grandissimo dentro e fuori dal campo.
Parliamo dell’unico italiano vincitore della Scarpa d’oro e di un grande attaccante nella storia del gioco del pallone e della Roma.
Una Roma però che ad oggi vanta altri nomi importanti come Dybala che, in base alle statistiche sul calcio più recenti, si piazza tra i migliori primi quattro marcatori della Serie A, classifica tra l’altro capeggiata dal laziale Ciro Immobile.
Talenti di oggi che sono tali grazie anche all’influenza di miti storici come De Rossi e Totti, che per tanti anni hanno condiviso lo spogliatoio della Roma, e che sono probabilmente gli atleti che più di ogni altro hanno incarnato l’essenza romana del vivere lo sport.
Passionali e talentuosi, si sono passati il testimone di capitani della squadra giallorossa certificando una continuità di lignaggio quasi come se fossero stati della stessa famiglia. Se De Rossi era un mediano completo capace di giocare bene sia in fase di possesso sia in fase passiva, Totti è stato prima fantasista e poi goleador assoluto.
Entrambi sono stati protagonisti della spedizione vincente della nazionale italiana a Germania 2006, quando gli azzurri allenati da Marcello Lippi hanno vinto il mondiale ai rigori in finale con la Francia.
In quella finale fu proprio De Rossi a prendere il posto di Totti, oltre a calciare in modo magistrale uno dei rigori nella serie decisiva, per giunta il più difficile, ossia quello dopo l’errore di David Trezeguet.
Se in nazionale hanno vissuto poche partite insieme, alla Roma i due sono stati spesso protagonisti al contempo. Se Totti è nato nel 1976 e ha debuttato già a metà degli anni ’90, De Rossi, un atleta classe 1983, è arrivato in prima squadra praticamente dieci anni dopo.
Visti sempre come grandi baluardi del sentimento giallorosso sia per il loro trasporto in campo sia per il loro estremo amore verso la maglia della Roma, i due sono ancora oggi l’emblema della romanità. Entrambi continuano a vivere vicini al mondo del calcio, sebbene Totti si sia leggermente defilato.
A De Rossi adesso l’arduo compito di diventare un grande allenatore dopo essere stato un campione in campo. E, chissà, magari finire un giorno per diventare il tecnico della sua squadra del cuore, ossia la Roma, una squadra che sia lui sia il suo amico ed ex capitano Totti hanno portato in alto.