Posata oggi la prima pietra del cantiere ‘Cold ironing’ nel porto di Civitavecchia, un progetto da 81 milioni di euro finanziato attraverso il Pnrr.
L’iniziativa prevede l’elettrificazione delle banchine per 9 accosti, con l’obiettivo di ridurre le emissioni nocive, garantendo l’alimentazione elettrica alle navi durante la sosta in porto.
I lavori si concluderanno a giugno 2026, consentendo al porto di Civitavecchia di dotarsi di 9 stazioni di ricarica, di cui 3 alle navi da crociera di grandi dimensioni, 4 per navi Ro-Ro e Ro-Pax di nuova generazione e 2 polifunzionali utilizzabili sia per Navi Ro-Ro e Ro-Pax sia per navi da Crociera di medie grandi dimensioni.
“Un passo concreto verso la transizione ecologica: al via l’elettrificazione delle banchine del porto di Civitavecchia
Questa mattina ho avuto l’onore di partecipare, insieme a Edoardo Rixi, Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Roberta Angelilli, Vicepresidente della Regione Lazio, Pino Musolino, Commissario dell’Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia, e Michele Castaldo, Comandante della Capitaneria di Porto, alla posa della prima pietra per la realizzazione della prima centralina per l’elettrificazione delle banchine del nostro porto.
Si tratta di un progetto ambizioso e strategico, realizzato con il contributo di Fincantieri, Installazione Impianti Spa, Port Utilities Spa e NIDEC Spa, che grazie alla tecnologia Cold Ironing permetterà alle navi in ormeggio di spegnere i motori principali e ricevere energia elettrica da terra, riducendo in maniera significativa l’inquinamento atmosferico e acustico.
Un’iniziativa dal valore complessivo di 360 milioni di euro, di cui 80 milioni destinati proprio a questo primo intervento, che segna un ulteriore passo avanti nella trasformazione di Civitavecchia in un modello di innovazione e sostenibilità.
Questa giornata non celebra solo l’inizio di un’opera che renderà il nostro porto più competitivo e all’avanguardia, ma rappresenta anche la prova tangibile di una visione di città: protagonista della transizione ecologica, capace di attrarre investimenti e di mettere in rete tutte le forze istituzionali per il bene del territorio.
Oggi a Civitavecchia era presente una vera e propria filiera istituzionale che ha battezzato questa grande opera. È con questo stesso spirito di collaborazione e condivisione che continueremo a lavorare, perché ogni tassello che aggiungiamo contribuisce a costruire un mosaico di sviluppo, innovazione e sostenibilità.
Un progetto concreto per un futuro più pulito, più moderno. Andiamo avanti, insieme”.
Così il sindaco Marco Piendibene.
Polemica invece la consigliera regionale Michela Califano nei confronto del vice ministro Rixi sul porto di Fiumicino.
L’avvio del cantiere “Cold ironing” a Civitavecchia è la chiusura di un cerchio. Un lavoro per ridurre drasticamente le emissioni delle navi che viene da lontano e pone questa infrastruttura sempre più all’avanguardia sui network internazionali.
Un investimento importante del Pnrr, circa 80 milioni di euro, che si aggiunge agli oltre 300 milioni già sbloccati per dare al porto di Civitavecchia una sempre maggiore centralità nel Paese e che, ancora una volta, dimostra la totale ridondanza e pericolosità del progetto privato di Fiumicino.
Le parole del ViceMinistro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, riportate oggi dalla stampa, lasciano più di qualche perplessità: o si mente sapendo di mentire o la mano destra non sa cosa faccia la mano sinistra.
Come si può parlare di investimenti milionari, destinati anche al porto commerciale di Fiumicino e poi far finta di nulla su una speculazione commerciale privata che rischia di mettere a repentaglio proprio quegli investimenti pubblici di cui oggi ci si fa portabandiera?
La portualità commerciale e crocieristica deve rimanere sotto il controllo dello Stato così come stabilito dalla legge in vigore che, come Partito Democratico, stiamo difendendo e difenderemo in ogni sede preposta.
Il ViceMinistro Rixi, inoltre, ci dovrebbe spiegare chi è titolato al rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di un porto crocieristico come quello che dovrebbe nascere alla foce del Tevere. Perché di questo si tratta.
Non continuiamo a chiamarlo porto turistico da diporto. La variante di progetto ha di fatto stravolto quell’opera trasformandola in un porto crocieristico commerciale.
Questo ce lo scrive tra le righe anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) che segnala le varie criticità procedurali riguardanti la variante crocieristica del progetto ed evidenzia che l’attività crocieristica è dal punto di vista economico finanziario predominante rispetto a quella da diporto. Quindi un porto commerciale privato. A fronte di tale evidenza, riformulo la domanda:
A chi spetta la competenza del rilascio delle autorizzazioni di un porto commerciale\crocieristico? A un comune o allo Stato?”
Lo dichiara la consigliera regionale del Pd Lazio, Michela Califano