Civitavecchia, la De Carolis torna in consiglio comunale • Terzo Binario News

Civitavecchia, la De Carolis torna in consiglio comunale

Mag 3, 2017 | Città, Civitavecchia, Comune

Progetto Sprar sì, Cara alla De Carolis no. È stata chiara l’amministrazione comunale di Civitavecchia e in primis il sindaco Antonio Cozzolino. Se Civitavecchia, infatti, ha deciso di aderire allo Sprar come indicato dal Prefetto nell’incontro di mesi fa con le amministrazioni comunali solo per scongiurare il pericolo Cara. L’area della De Carolis è lì, in attesa di quella variante urbanistica che possa permettere al prefetto di procedere. Una variante che però, lo stesso consiglio comunale, all’epoca, non aveva più discusso né tantomeno approvato. Come si ricorderà infatti, proprio durante quella seduta del consiglio comunale, i cittadini, soprattutto della zona, avevano protestato animatamente alla realizzazione della struttura che avrebbe potuto ospitare fino a 300 richiedenti asilo. E così di quella vicenda non ci si era più occupati. Lasciata lì, dentro un cassetto degli uffici del palazzo comunale. Ora proprio quella stessa variante approderà di nuovo in consiglio comunale l’8 maggio alle 8.30. La speranza è che venga bocciata. Se infatti, la massima assise cittadina non concederà il suo assenso, il Prefetto da parte sua non potrà dare il via ai lavori di ristrutturazione dell’area, volti alla realizzazione del centro di accoglienza richiedenti asilo. 

La linea politica del movimento 5 stelle sembra chiara: accettare di aderire al progetto Sprar, dunque ospitare sì dei richiedenti asilo ma in numero molto più contenuto e con un progetto volto alla loro effettiva integrazione nel tessuto sociale; e chiudere le porte definitivamente alla possibilità che all’ex Caserma De Carolis possa essere realizzato un qualsiasi centro di accoglienza che porterebbe in città un numero molto maggiore di immigrati, in una zona, che i cittadini hanno definito più volte, abbandonata e dove molti servizi ad oggi, continuano a mancare. A cominciare dall’illuminazione stradale, dall’assenza di marciapiedi, di servizi (a cominciare dal trasporto pubblico locale). Tutte condizioni che dovrebbero comunque essere indispensabili per una ‘pacifica’ convivenza tra cittadini e ospiti e che l’ultima volta che la De Carolis fu aperta per questo intento, aveva invece creato notevoli problemi e disagi ad ambo le parti.