Siamo ancora quelli che difendono i privilegi e le poltrone.
Il selfie-segretario Ferri? Se fossi in lui non mi farei usare così
Riceviamo e pubblichiamo – Tutti contro i cinquestelle non mi piace. E neanche il governo del Fare. E’ una proposta superata che non tiene conto di quanto è successo il 4 marzo e che porta il PD dritto dritto nelle braccia della destra, con lo stesso programma e con tanto di conferenza programmatica con lo sesso nome di quella di Grasso, un “lapsus freudiano” del selfie-segretario.
Longarini ci prova, per il bene del PD, ma temo che non capisca la situazione: per i civitavecchiesi siamo ancora quelli che difendono i privilegi e le poltrone. Oltretutto evocare lo “schema Zingaretti-monco” tenendo fuori i cinquestelle è una contraddizione in termini.
Riunire la Sinistra sparsa è cosa diversa che avviare la discussione su un’agenda che non interviene sui mali della politica, sulle distanze sociali che anche a Civitavecchia si sono allargate, sul destino stesso di una Comunità che non si riconosce nelle solite facce e i soliti slogan tipo “nuova relazione col porto e con l’Enel per favorire l’occupazione”. Che come al solito vuol dire tutto e non vuol dire niente.
Sembra che il PD si voglia auto-distrarre per non-pensare-non-mostrare le ridicole lotte sotterranee con in palio la candidatura a sindaco che come stanno le cose oggi sconta un handicap elettorale pesantissimo.
Inutile sperare che il selfie-segretario Ferri possa e sappia mettere fine a tutto questo. Non è un leader, non esprime nessuna idea, e non è riconosciuto da nessuno. E’ solo un “front man” tenuto lì per evitare il commissariamento. Se fossi in lui non mi farei usare così.
Fabio Angeloni