Nel Consiglio di ieri, su un atto urbanistico importante come quello della #CantinaCerveteri, la #maggioranza sembra essersi sfaldata. Ci sono state ben sei defezioni, ossia quasi il 40%, due per #conflittodiinteressi e quattro per strane “coincidenze”. Non è la prima volta che succede e in altre occasioni la minoranza, con senso di responsabilità, ha mantenuto il #numerolegale. Anche se questo gesto di lealtà istituzionale non è mai stato riconosciuto, come se le tattiche sul numero legale, o quelle ostruzionistiche, non facessero parte del legittimo gioco delle parti, in tutte le assemblee elettive del mondo democratico.
Ma non c’è solo questo. Anche ieri il #PresidentedelConsiglio ha dimostrato di non essere #superpartes e continua ad usare atteggiamenti prevaricatori e antidemocratici contro i consiglieri di #minoranza. Sono mesi che va avanti così e nessuno della #maggioranza ha il coraggio di dire mezza parola. Come fai poi ad aspettarti collaborazione? Il Sindaco togliesse il #manganello al Presidente del Consiglio e potrà tornare a contare, almeno da parte nostra, su atteggiamenti responsabili anche nei loro momenti di difficoltà.
Stavolta però si è passato il segno e bisognava dare un segnale. Almeno su tre fronti diversi: primo, l’inaccettabile atteggiamento del Presidente del Consiglio; secondo, capire se le quattro defezioni siano davvero frutto di coincidenze, oppure sintomo di un #dissenso politico interno alla maggioranza; terzo, dimostrare chi sta davvero da una parte e chi dall’altra. All’invito ad uscire come gesto politico della minoranza, sette consiglieri su nove sono usciti. Due sono rimasti in aula.
E per quanto riguarda l’atto sulla Cantina? Rileviamo due cose: primo, non ha subito alcuna conseguenza, perché nella convocazione era già prevista una seconda seduta per #giovedì mattina alle ore 9:00. Lo sapevano tutti i consiglieri. Quindi l’atto tornerà in aula tale e quale. Secondo, sorprende il tentativo del Sindaco di mettere al voto l’atto quando era già nota la mancanza del numero legale. “Io penso che questo punto non abbia bisogno di una grande relazione, quindi invito l’aula ad andare subito al voto”, ha dichiarato. Forse voleva fare il #furbo: se nessuno se ne fosse accorto, avrebbe portato a casa un voto favorevole in modo fulmineo, senza alcuna fatica, senza alcuna discussione. Ma c’è un “però”: un atto approvato senza numero legale è #annullabile. Quindi, se fossero andati fino in fondo, se il Segretario generale non li avesse fermati in tempo, avrebbero definitivamente affossato quella delibera.
Domani invece si riparte, e si riparte dal nostro #emendamento.