Ha senso o meno parlare di certi avvenimenti politici? E’ questa la domanda che ci si pone davanti al triste siparietto andato in onda ieri a Cerveteri.
Una vicenda che ricalca esattamente la storia di Mangiafuoco narrata da Edoardo Bennato nell’omonima canzone.
Tutti i capi di partito
e su in alto Mangiafuoco
Mangiafuoco fa le scelte
muove i fili e si diverte
C’è una danza molto bella
tra Arlecchino e Pulcinella
si riempono di calci
si spaccano le ossa
Mangiafuoco sta alla cassa
Mangiafuoco fa i biglietti
tiene i prezzi molto alti
non c’è altro concorrente
chi ci prova se ne pente
Quando la politica non c’é, il protagonismo di pochi dilaga, e quando i partiti svuotati ed ignorati dai cittadini possono permettersi di essere evocati ad uso e consumo di poche persone, significa che la politica è ridotta all’osso.
Mentre il maltempo flagella il litorale, esanime da mesi a causa dei soprusi urbanistici e la mancanza di pianificazione nelle manutenzioni, 10 personaggi, sempre gli stessi, sono in grado di mettere in scena siparietti politici, pubblicizzati da una stampa pronta ad amplificare tutto purché si riesca ad ipnotizzare i lettori.
Sono ormai due anni che i cittadini ceretani sono abituati ad annunci roboanti di rivoluzioni, che poi si scoprono essere lo sfogo personale di singoli individui, caricati a molla da chi alla cassa vende i biglietti del tetro spettacolo.
Un anno e mezzo fa direttori di giornali giuravano di aver visto “moltitudini” di cittadini in sommossa pronti ad assalire il palazzo del comune. Chiamarono la sommossa “Liberiamo Cerveteri” con tanto di gruppo Facebook anonimo, animato dai soliti noti, che fallì ancor prima di partire per la piazza. Un mese dopo si ritentò l’impresa con il “Vattene Day”. Stesso format: un giornale che giura sulla spontaneità dell’iniziativa promossa dalla “base”, un gruppo Facebook anonimo gestito dai soliti noti e questa volta una manifestazione risibile in piazza dove, a sorpresa, si ritrovarono i soliti 10 esaltati con una varietà sconcertante che va dal Fascio al Martello.
A cantare la Messa da Requiem a quel modo di fare politica un po’ tutti compresi gli sponsor stessi di quelle iniziative, che prima ne avevano fatto da garanti.
Passa un anno, e la musica non cambia. Giornalisti cambiano casacca, ma il metodo con qualche variante viene riproposto. Stavolta si dà credito a qualcuno che giura di riuscire a trovare nella sola Cerveteri 8.500 firme (numeri da far impallidire partiti politici nazionali). Per alcuni “ingenui” giornali un’iniziativa alla portata di un partito politico, il PSI, che forse 8.500 voti non li prende più nemmeno su scala nazionale, con tutto il rispetto per la storia del Partito Socialista.
Vengono coinvolti i partiti politici in una riunione. Quasi tutti i partecipanti se ne escono con un “ditemi che è uno scherzo”. Chi resta è PSI e Forza Nuova che non fanno insieme i voti del presidente della bocciofila, ma per i giornali fa comodo credere che insieme riusciranno nel miracolo di creare code ai banchetti. Il Pd vorrebbe chiamarsi fuori, il Segretario Alessandro Gnazi torto collo appoggia, ma ha la meglio l’area integralista, quella che non dorme più la notte a causa delle apparizioni di Pascucci. Oggi chi ha tirato il Pd dentro questo pasticcio dovrebbe cospargersi il capo di cenere e fare un passo indietro, ma ai tanti elettori Pd certe storie non interessano ed avrà la meglio l’autosufficienza di chi occupa i posti di dirigenza.
Nel giro di 24 ore si consuma il dramma. Giornali che fanno di una farsa la notizia del giorno. Gli stessi attori lanciati sul palco si perdono, accorgendosi di non avere un copione da recitare. Di fronte alla Caporetto anche gli stessi giornali, dopo aver speculato sul dramma politico, speculano anche sulla fine grottesca della sceneggiata. Esce il Pd entra l’IDV, movimenti politici in barba a qualsiasi decisione della base.
Collodi aveva narrato questa storia in Pinocchio. Burattini messi in scena e lasciati a loro stessi di fronte alle risa del pubblico.
Una storia che grida al prepensionamento politico di alcuni esponenti politici locali, che non so con quale faccia tra qualche settimana ripartiranno con il solito veleno, quello che a Cerveteri non riesce né a far dimettere un Sindaco, né soprattutto a produrre qualcosa di utile per la città. Se Cerveteri è in questo stato, cari lettori, è perchè sta espiando la colpa dell’aver affidato il potere a certe persone. Buche, allagamenti, scuole fatiscenti, poca sicurezza delle strade sono solo la conseguenza.
Siamo in una repubblica democratica, dove le forze politiche dovrebbero discutere per giungere ad una sintesi. L’opposizione dovrebbe contribuire a migliorare i provvedimenti della maggioranza. A Cerveteri pochi politici di opposizione passano le giornate a presentare mozioni su problemi concreti, altri occupano i media per beghe, odio personale o narcisismo.
Mentre ieri hanno meritato gli onori della cronaca le solite prime donne, rappresentative ormai solo di se stesse nonostante un lungo corso politico alle spalle, molto più interesse nella popolazione hanno destato sul nostro giornale le mozioni presentate dai consiglieri Travaglia e Ramazzotti. Quest’ultimo ha sollevato un tema importante e sentito dalla gente, quello dei costi nelle bollette di Acea Ato 2.
Una mozione presentata al consiglio. Questa è la politica che appassiona ancora un po’ la gente, quella degli atti e della concretezza. I tempi dei Mangiafuoco è finito. La gente è stanca e certa politica si ostina a negare di essere nel completo isolamento, colpa forse di riflettori puntati troppo negli occhi, che impediscono di vedere che la sala è pressoché deserta.