Intervento di Osteria Nuova e Santa Maria di Galeria CdQ-APS a seguito della tragedia di Calenzano

“La tragedia di Calenzano non è una fatalità, questa è una delle prime conclusioni della Magistratura a seguito del recente incidente nel deposito ENI in cui sono periti 5 giovani lavoratori. La mancanza di sicurezza nelle operazioni con liquidi altamente infiammabili, condotte senza seguire un rigoroso protocollo e norme efficaci di prevenzione, unitamente all’assenza di controlli da parte di organismi preposti, ha scatenato il disastroso incidente che avrebbe potuto coinvolgere l’agglomerato urbano circostante sorto a ridosso dell’impianto al di sotto delle distanze di sicurezza, con un aumento del tragico inventario delle vittime.

Una situazione analoga di assenza di prevenzione e peggioramento della sicurezza si sta configurando a causa della scelta miope ed ingiustificata del Comune di Roma di localizzare un megaimpianto di trattamento rifiuti (biodigestore) da 100.000 t/a lungo via della Stazione di Cesano (XV° Municipio), in una zona completamente inadeguata in cui già convivono a fatica molte criticità dovute agli impianti nucleari dell’ENEA ed alla Radio Vaticana.

A seguito di una recente interpellanza parlamentare al ministro dell’ambiente, si è focalizzata l’attenzione dei media sulla vicenda di contaminazione del dipendente SOGIN presso il c.r. ENEA della Casaccia, con molte testate a livello nazionale e locale che hanno riportato la notizia, ripresa anche dai TG con interviste agli addetti e responsabili ed avvio di controlli da parte degli enti competenti (ISIN). Anche se, in passato di eventi simili, anche più gravi, ne sono avvenuti vari, essi non hanno ricevuto la stessa attenzione e per gran parte sono passati sotto silenzio.

Nel c.r. di Casaccia, oltre a 2 reattori nucleari di ricerca gestiti dall’Ente, permangono i residui delle attività nucleari pregresse sul combustibile (Plutonio ed Americio) ed il sito di stoccaggio “temporaneo” dei rifiuti radioattivi ospedalieri (che da 20 anni, in deroga, continuano ad essere qui accumulati in attesa del deposito nazionale), gestiti da Nucleco e Sogin, società partecipate.

A ridosso del centro sorge l’agglomerato urbano di Osteria Nuova (XV° Municipio, Comune di Roma), di circa 2000 abitanti, regolarizzato nel PRG di Roma nel 1993.

Per gli impianti nucleari della Casaccia esiste un piano di emergenza della prefettura che considera un’area di circa 3 km di raggio, per un’eventuale contaminazione radioattiva da incidente severo. Annualmente, segnalate da suoni ripetuti di sirene, vengono svolte esercitazioni di emergenza all’interno del centro (l’ultima all’inizio del mese, a ridosso del caso di contaminazione), ma la popolazione intorno non viene minimamente informata né coinvolta, anche se evidentemente soggetta al rischio di esposizione, né l’Amministrazione locale (Municipio XV°) si fa carico di ciò.

Come per tutti gli impianti nucleari nazionali, per “risarcire” le popolazioni soggette al rischio, ogni anno il CIPE stanzia i cosiddetti fondi compensativi (1 Ml € circa), che vengono in gran parte regolarmente incassati dal comune di Roma, senza intervenire minimamente per la mitigazione del rischio locale, come richiesto ufficialmente più volte dalla cittadinanza, per esempio sulla carente viabilità locale.

Circa 2 anni fa, lungo via di S. Maria di Galeria, è scoppiato un incendio che ha devastato anche strutture all’interno del centro di Casaccia giungendo a ridosso di quelle nucleari (foto allegate) ed ha richiesto l’evacuazione di tutto il personale, senza che sia stato diramato l’allarme anche alla popolazione residente circostante.

In questo contesto già critico, nonostante la contrarietà della popolazione, ed i caveat scritti dell’ENEA, in una locazione limitrofa al centro (200-300 m), lungo via della Stazione di Cesano, entro la zona d’emergenza, malgrado il parere negativo della sovrintendenza archeologica confermato anche da recenti ritrovamenti di resti di necropoli etrusca del VI-VII sec. a. C., il Sindaco Gualtieri, in spregio a qualsiasi norma di prevenzione, ha appaltato la costruzione di un biodigestore da 100.000 t/a, in cui trattare oltre metà dei rifiuti organici di Roma. Poiché l’impianto prevede anche la produzione di biometano (combustibile, esplosivo da trasportare tramite autocarri), oltre all’impatto sull’emergenza nucleare, potrebbero verificarsi possibili effetti distruttivi cumulativi, ad esempio derivanti dalle strutture del programma ENEA sull’idrogeno (combustibile esplosivo). Peraltro, l’area palesemente non presenta nessuna delle caratteristiche richieste dalla normativa e buone pratiche per la localizzazione d’impianti per rifiuti ed è manifestamente non vocata, in quanto è agricola di pregio intensamente coltivata (cereali, foraggi), senza una rete viaria adeguata, vulnerabile (pozzi a margine, acquedotti e fiume Arrone) e vincolata (vincoli archeologici e paesaggistici), a distanza insufficiente dagli agglomerati urbani circostanti, con servizi, scuole ed un asilo nido.

Ci domandiamo come sia possibile imporre ingiustificatamente anche questo rischio ulteriore alla cittadinanza, già gravata da quelli dell’emergenza nucleare dell’ENEA e dalle radioonde della Radio Vaticana, massimizzando l’impatto ambientale e calpestando impunemente i diritti costituzionali alla salute e sicurezza in nome dell’emergenza rifiuti, per cui è stata proposta la seguente petizione online già con migliaia di firme che invitiamo a consultare: https://www.change.org/p/fermiamo-il-biodigestore-di-cesano .

Poiché il caso coinvolge sicuramente servizi ed enti a carattere nazionale (ENEA, Vaticano) e merita un’attenzione a tal livello, vista la vostra sensibilità sui temi specifici, al fine di evitare possibili incidenti catastrofici cumulativi (effetto domino), salvaguardando la salute e sicurezza della cittadinanza non aggiungendo ingiustificatamente un impianto impattante in un’area che già presenta varie criticità, chiediamo di valutare l’opportunità di proporre un servizio che affronti le problematiche suesposte, con una disponibilità ad un incontro, anche in situ, di approfondimento preventivo da parte nostra”.

Osteria Nuova e Santa Maria di Galeria CdQ-APS

Pubblicato venerdì, 20 Dicembre 2024 @ 00:09:26     © RIPRODUZIONE RISERVATA
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