“Da circa 40 giorni, chi scrive frequenta, vi assicuriamo inaspettatamente, più la città dei Morti che quella dei Vivi.
Tutto sommando è andata bene e tutto considerando è andata meglio a loro, ai Morti, che intensamente vissero, rispetto a noi, i Vivi, che spesso intensamente… lasciamo stare. E che dire, soprattutto dei tempi da loro vissuti, da Fiume agli Arditi del Popolo amanti di idee e sacrifici, rispetto ai nostri, da Gallipoli agli Ardenti del Populismo, infoiati pro o contro permessi dalla tonalità ramarro!
Ecco, ora, di seguito, elencheremo quanto Persefone ha visto, elaborato e considerato inaccettabile (o più o meno accettabile):
• Abbiamo a Civitavecchia, due Cimiteri: uno Vecchio o Monumentale (i nomi sono importanti) ed uno Nuovo e c’è (ci sarebbe dovuto essere) di conseguenza un inevitabile ed auspicabile “travaso” dall’altro all’uno (e non viceversa) … ebbene, dopo una visita alla struttura della Braccianese Claudia abbiamo visto notevoli spazi in cui poter realizzare centinaia di loculi (forse migliaia): perché tale auspicabile edilizia funebre non è stata pianificata ed edificata? E da quando tutto è bloccato e soprattutto perchè? Quante e quali amministrazioni si sono avvicendate nel non trovare una soluzione: lungi quindi da Persefone additare come colpevoli, gli ultimi possessori del potere temporaneo e delle possibili dita infiammabili. Il basso cabotaggio infatti non ci appartiene.
L’attuale Amministrazione sembrerebbe infatti aver ereditato problemi strutturali, a cui si è ricorso e si ricorre con soluzioni sovrastrutturali.
Spesso estemporanee e pure sbagliate. A nostro avviso.
Quindi ora una suggestione, un pindarico svolazzo: chi ha costruito il Cimitero “nuovo” è forse la stessa ditta che, più o meno nello stesso periodo, ha edificato (sic) il Liceo Classico? Scherzo del destino, chiamato “Padre A. Guglielmotti”: ora riposante in pace relativa, visto il sepolcro crollante (o crollato) del Cimitero “vecchio” … notevole scherzo fatto improvvidamente ad un prete colto, si potrebbe dire! Qualora fosse.
• Conseguenza di quanto detto al primo punto: la necessità, per intuibili ed inesorabili motivi sanitari (le famose emergenze protratte ad libitum), di realizzare l’estumulazione di defunti del Cimitero monumentale (ancora lo è, lo sarà ancora?). Ottenendo così la cancellazione di interi periodi storici della già bistrattata, bombardata e dimenticata nostra Città d’Incanto.
Tralasciamo le modalità: veramente la vernice nera è troppo, come patina indelebile di tanti evitabili patemi!
Abbiamo visto e pulito ora; ma prima pianto e rimpianto tante foto (in vetroceramica irripetibile) di tanti defunti, spesso bambini, morti di “spagnola” (udite, udite! In tempi di imperante Pandemia!). Foto, lapidi, lavori in ferro battuto, epitaffi che, a nostro avviso, sarebbero monumentali sotto ogni punto di vista, nella loro irripetibile esemplarità: tragica, storica, estetica come pure virgiliana (la famosa pietas) e foscoliana (i Sepolcri: qui ahinoi con colpevole carenza di cipressi).
E pensare che proprio a Civitavecchia, Foscolo avrebbe potuto colloquiare con Napoleone… magari discutendo anche con Jünger.
• Ed ora Persefone è costretta a qualche tecnicismo locale: non siamo fustigatori di nessuno, allo stato attuale delle cose.
CSP che fa, pianifica ed esegue; il Comune (quale che sia l’Eletto di turno) che amministra, decide ed indirizza: ammesso che abbia funzionato sulla Carta, a Persefone non sembra funzionare nella realtà delle Città dei Morti.
Ora elencheremo in ordine sparso quanto visto, sentito e discusso con i cittadini: piccioni invadenti, gabbiani prepotenti, tombini intasati, cappelle e testimonianze architettoniche varie devastate dall’incuria, verde fai da te e fatto male, e poi, ancora e sempre, la vernice nera su marmi e coscienze…
A noi sembra una situazione migliorabile. Qualche indicazione in più e magari più chiara e coraggiosa? Qualche operaio, realmente tale, in più? E come sempre, chi controlla chi? E perchè e poi che succede?
Il rimpallo non serve a nessuno, ai vivi e soprattutto ai morti.
•Altra querelle, usiamo volutamente tale termine a ricordare la più nota, quella tra antichi e moderni che come vedremo qui riluce in tono minore: ossia a chi spetti la cura delle tombe, a chi detiene la concessione o al Comune che a “suo tempo” la rilasciò? secondo noi, andrebbe contattato, richiamato, convocato il concessionario realmente “possibile” da raggiungere, e quindi invitarlo, secondo statuti e leggi, ad eseguire lavori e pulizia.
Il resto delle sepolture, i cui parenti sono sepolti in tempi e spazi oggettivamente impossibili da intercettare (tanto meno con l’ormai famigerata vernice nera), dovrebbero essere a carico (o meglio a lustro) del Comune di Civitavecchia, a prescindere da quale sia il suo colore momentaneo, annuale o pluriannuale. Sarebbe infatti segno di sensibilità umana, prima ancora che di dignità politica.
E senza questo scatto di lungimiranza amministrativa, senza questa attenzione doverosa ai reali valori, possiamo dire addio ad un Cimitero che, monumentalmente, possa raccontare e ricordare, in ogni sua tessera o piccola lapide, l’avvincente ed affascinante mosaico dell’essere stati parte e racconto di questa Comunità: stratificatasi dall’editto di Saint Cloud ad oggi, e che ora rischia di essere verniciata e cancellata. Ossimoro doloroso, anzichennò.
E lo ripetiamo con forza…
• Persefone pensa che essere “volontari” sia importante per la Comunità, dei Morti come dei Vivi.
Un valore aggiunto, qualcuno potrebbe dire, ma sommato a cosa? La risposta, ora e sempre (siamo pur sempre tra epitaffi) non spetta a noi darla.
Sottraiamo volentieri tempo e fatica alla nostra quotidianità, ma pensiamo di avere il diritto (ed il dovere) di dire cosa va bene e cosa no: o no?
Non siamo infatti anime belle vocate o votate alle cause perse. Pensiamo che vadano finalmente prese delle decisioni strutturali, che permettano a Persefone di ritrovare le proprie orme e a tante facce, i propri specchi.
Altrimenti, ognuno ai propri impegni, compiti e storie.
Anche se perse le storie, si cancella la Storia.
Vi salutiamo tutte e tutti, simpaticamente ricordando che siamo puri come gigli, ma sapidi come rucola.
E statece! direbbero i tanti civitavecchiesi che abbiamo “incontrato” in questi giorni… per noi è stato un onore”.
Associazione Culturale Orme di Persefone