Riceviamo e di seguito pubblichiamo la replica di Massimiliano Cannalire a Luca Quintavalle – Ho letto con enorme sorpresa quanto argomentato dall’avversario politico Quintavalle il quale, conoscendo la storia della città e dei suoi variegati personaggi, tocca con invidiabile disinvoltura il tasto degli avvisi di garanzia che forse erano automatici segni di condanna nel Medioevo e nel barbaro Ventennio epoca, quest’ultima, che ha lasciato l’Italia con palazzi e famiglie distrutti e in mezzo alle macerie.
Vorrei, da libero pensatore, non dover cadere nel basso gioco di pensare alla controparte ma vedo che, con irritabile puntualità, arrivano attacchi a orologeria.
Come, a orologeria, si materializza un limitato senso di garantismo quando è toccato alla destra e di precoce quanto inconsistente consapevolezza quando la cosa riguarda altri.
Sentir trascinato il ballottaggio su temi lontani dalle necessità della nostra città è almeno fuorviante se non ipocrita.
Siamo proprio sicuri che sia il caso di parlare di casellari giudiziari e di certificati penali? E siamo certi che sia il caso di chiamare in causa cemento ed edificazioni vista la fortuna ottenuta per alcuni personaggi di ciò che viene rappresentata dalla destra ladispolana?
Parla di trasformismo un’area politica ben specializzata in questo tipo di pratiche.
Il vero trasformismo è quello di certi elementi che fanno parte della compagine del candidato sindaco Grando, i quali si riciclano da ambientalisti dopo aver professato una strada e averne percorsa una ben diversa.
Marco Pierini e la coalizione che lo sostiene, e di cui sono fiero di far parte, hanno sempre detto come a Ladispoli non servano altri quartieri ma servizi e infrastrutture.
Siamo per lo sviluppo socio-economico di questa città e per il sostegno alle piccole e medie imprese
Mi sfugge, alla luce di quanto ho esposto, quale causa sposino realmente Quintavalle e il suo candidato al ruolo di sindaco”.
Massimiliano Cannalire