Il Comune di Roma vuole invadere di taxi le città dell’ex Provincia; Pincio e comune di Fiumicino (con le loro auto bianche) si sono messe di traverso e Città Metropolitana è alla ricerca di una mediazione, prima che a risolvere la grana sia la Regione. Ma sulla soluzione della vertenza grava l’ombra delle elezioni capitoline: nessuno vuole mettersi contro una categoria che nella Capitale presenta un peso specifico notevole.
Qualche giorno fa c’è stato un incontro istituzionale per discutere del bacino di traffico comprensoriale al fine di aggiornare i lavori di condivisione e definizione del percorso avviato. Il prossimo incontro è stato fissato per metà giugno ma Civitavecchia e il comune aeroportuale sono già di traverso e senza l’unanimità il provvedimento non può passare.
Per il Pincio una delegazione di tassisti avrebbe dovuto partecipare al tavolo: . Questi punti evidenziati dalla Di Paolo: organizzazione e razionalizzazione dei servizi, con la ridefinizione nelle aree portuali e largo della Pace, da dedicare a taxi, ncc, ape-calesse e navette, con il coinvolgimento dell’Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia e di Rct; eliminare disparità di trattamento tra i taxi di Roma Capitale e i taxi degli altri comuni coinvolti e criteri di turnazione; creazione di un sistema efficace di accodamento e soprattutto garanzia di controllo e rispetto del criterio della priorità di carico, al fine di tutelare gli operatori del territorio; sì alla tariffa unica anche per le tratte non prestabilite.
La categoria ha salutato positivamente la posizione civitavecchiese, in attesa che venga prodotto un documento radicalmente modificato rispetto a quello attuale per essere almeno valutato, anche se per ora è rimasto sostanzialmente invariato. Se si arrivasse all’unanimità, allora sarebbe la Regione a decidere su bacini.