Cittadina onoraria di Allumiere ed ex combattente comunista
Cordoglio, ad Allumiere, per la scomparsa di Maria Cinciari Rodano, ultima parlamentare vivente della prima legislatura. Alla ex vice presidente della Camera, il Comune di Allumiere aveva conferito la cittadinanza onoraria a seguito di una proposta della sezione locale Anpi e dell’allora Consiglio Comunale dei Ragazzi, oltre che per il suo legame speciale con il territorio, per il suo essere una donna combattente, sempre in prima linea a difesa dei valori della democrazia e delle pari opportunità.
Marisa Cinciari Rodano nell’infanzia aveva frequentato Allumiere, nella bella casa dove il padre la portava a trascorrere le vacanze. Negli anni aveva continuato a frequentare Allumiere per la divulgazione dei suoi impegni politici e la comunità cittadina la ricorda ancora con ammirazione ed affetto.
Chi era Marisa Cinciari Rodano
Nata a Roma il 21 gennaio del 1921 da una famiglia agiata, con l’avvento della dittatura fascista decide subito da che parte stare. Tra i bersagli della folle ondata nazionalista che travolge l’Italia e l’Europa c’è anche sua madre, di origine ebrea, costretta a rifugiarsi in un convento dopo le Leggi Razziali del 1938.
Già fervente attivista ai tempi del Liceo classico Visconti, durante gli studi alla facoltà di Lettere dell’Università di Roma Maria Lisa Cinciari Rodano viene arrestata per aver partecipato alle proteste contro il regime. Dopo un periodo di detenzione nel carcere delle Mantellate, diventa protagonista della Resistenza nella capitale, entrando a far parte del Movimento dei Cattolici Comunisti e dei Gruppi di difesa della donna.
Si occupa di aiutare ipartigiani, raccogliere cibo e indumenti, assistere le famiglie che hanno perso i loro cari e soprattutto di organizzare la partecipazione femminile attraverso scioperi, manifestazioni e nella pubblicazione di articoli sulla stampa clandestina.
Liberata Roma, nel 1944 si sposa con il filosofo cattolico Franco Rodano, consigliere del Partito Comunista Italiano, di cui anche lei diventa esponente politica. Tra le prime donne a votare nel 1946 per scegliere tra monarchia e repubblica, nello stesso anno diventa consigliere comunale della Capitale.
Deputata alla Camera dal 1948 al 1968, poi al Senato fino al 1972 e al Parlamento Europeo dal 1979 al 1989, continua a occuparsi di temi legati alla parità di genere. Madre di cinque figli e oggi vedova, nel 2015 è stata nominata Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica Mattarella.
Nella sua autobiografia Memorie di una che c’era, edita per i tipi de Il Saggiatore, ha ripercorso la nascita dell’UDI, l’Unione Donne Italiane, di cui è stata una delle fondatrici nel 1944, dopo la liberazione di Roma. Per la prima volta nel nostro Paese, finalmente era possibile una vera partecipazione femminile alla vita pubblica, forte anche di un grande impegno durante tutta la Resistenza.