“Se fosse stato avviato il nuovo sistema degli ambiti territoriali e dato vita agli organismi di gestione, oggi sarebbe determinato un esito diverso della causa e tolto il motivo del contenzioso”. A commentare la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato il ricorso dei comuni contro il passaggio ad Acea Ato2 è il Comitato per l’Acqua Pubblica.
“Il piano messo in atto per affossare definitivamente la volontà dei cittadini espressa col
referendum per l’acqua pubblica si fa sempre più articolato: il governo regionale ha volutamente
tenuto nel cassetto la nuova legge per essere in linea con le recenti normative nazionali della
ministra Madia che favoriscono – proseguono dal Comitato per l’Acqua Pubblica – le privatizzazioni delle gestioni idriche concentrandole a vantaggio di poche multi utility che perseguono il profitto e l’utile di bilancio piuttosto che l’interesse delle comunità”.
“Ora c’è anche questa sentenza del Consiglio di Stato sfavorevole nei confronti dei comuni che non vogliono farsi scippare l’acqua da Acea. Una sentenza che suscita multi dubbi e lascia sconcertati
laddove afferma che la concessionaria Acea Ato 2 Spa è una società ad integrale partecipazione
pubblica in quanto opera quale soggetto in house. Quanto poi alle finalità che la sentenza intende tutelare, ossia la non frammentazione della gestione del servizio idrico per favorire le economie di scala e gli investimenti per l’ammodernamento degli impianti a favore dei cittadini-utenti dell’ambiente, contrariamente a quanto afferma il CS, sono le stesse che rientrano nelle finalità che i comuni in questione hanno inteso perseguire promuovendo e sostenendo l’approvazione della nuova legge regionale”.