Riceviamo e pubblichiamo – “Quando accadono eventi straordinari ai quali non siamo abituati a far fronte ci si trova davanti un quotidiano molto diverso dal solito.
I fenomeni atmosferici che si stanno palesando in questi giorni, caratterizzati da bruschi crolli termici, precipitazioni nevose e formazione di ghiaccio – condizioni lontane dalla nostra predisposizione climatica – hanno posto moltissimi comuni nella condizione di ordinare la chiusura delle scuole e anche di dover prolungare tale disposizione in relazione all’esito delle condizioni meteo.
Questa condizione se da una parte è una misura presa a tutela dell’incolumità pubblica, dall’altra certamente crea uno stato di smarrimento e disagio, soprattutto in quelle famiglie dove entrambe i genitori sono lavoratori.
Ci sono però alcuni fattori importantissimi che vengono totalmente sottovalutati.
Perchè si arriva alla decisione di chiudere le scuole?
Spesso si pensa che il problema sia generato solo dagli impianti di riscaldamento, ma questa in realtà – a meno che si verifichino dei guasti – è una condizione risolvibile.
Basta infatti disporre l’accensione straordinaria degli impianti in tutti gli edifici scolastici di competenza per mantenere la temperatura interna in linea con gli standard ambientali e climatici previsti all’apertura delle scuole (20°).
Il problema vero problema si presenta nella viabilità.
Dove le condizioni stradali non garantiscono sufficiente sicurezza per il transito veicolare occorre sospendere il servizio dello scuolabus, il transito delle autovetture (ovviamente non attrezzate per un clima montano) diventa pericoloso, così come qualsiasi servizio rivolto alle scuole e si rende necessario prevenire eventuali incidenti che possono verificarsi durante il trasporto (entrata e uscita) degli alunni che frequentano le scuole presenti nell’intero territorio comunale.
Ora vorrei fare una considerzione da madre. Si tenta fino all’ultimo di tenere le scuole aperte, di garantire un servizio essenziale alle famiglie e alla didattica dei nostri figli, ma se per assurdo lunedi u.s. le scuole fossero state aperte io avrei tenuto comunque i miei figli a casa.
Non siamo abituati alla neve, è vero, ma non per questo dobbiamo mettere necessariamente i bambini in una condizione di pericolo, anche solo presunto.
Cito il titolo di un articolo riguardo un evento accaduto pochissimi giorni fa a Vezzano: “scuolabus finisce in un cumulo di neve”.
Allora sorge spontanea una considerazione: “nessuna critica vale di fronte la sicurezza dei nostri figli, nemmeno la più aspra, nemmeno la più amara. Siamo genitori, abbiamo l’obbligo di prenderci cura dei nostri figli, di prevenire qualsiasi inconveniente, di badare a loro prima di ogni cosa”.
Oggi le nostre scuole (salvo 3 plessi scolastici) torneranno alle normali attività didattiche, ma in moltissimi comuni continueranno ad essere chiuse.
Tivoli, Castel Gandolfo, Nemi, Rocca di Papa e Rocca Priora, Monte Porzio Catone e Monte Compatri, Frascati, Palestrina, Tivoli, Subiaco, Labico Zagarolo, Cave, Grottaferrata, Genazzano, Albano, Ariccia, Colleferro, Lanuvio, Segni, Genzano, Velletri e San Cesareo.
Questi sono i comuni del Lazio che hanno ordinato la permanenza della chiusura, ma il Lazio non è un caso isolato, ci seguono infatti Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Campania, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Puglia.
Il termine “scuole chiuse” che qualcuno strumentalizza come incompetenza, fortunatamente per molti altri viene riconosciuto come “coscienza””.
Pamela Baiocchi
Delegata alle politiche scolastiche