Quando io sento parlare di “privato”, penso sempre ad un’impresa a capo della quale vi è un imprenditore che si è preso i rischio del successo o del fallimento della propria azienda.
Per me questo concetto non varia se applicato alle scuole.
Quando si parla di scuole private, solitamente paritarie, per me sono aziende che hanno deciso di trarre un profitto dall’iscrizione di alunni ai quali vengono offerti servizi.
Solitamente, o almeno così dovrebbe essere, dalle scuole private l’utente (l’alunno o la famiglia) dovrebbe richiedere e ottenere un servizio per così dire migliore dalla scuola pubblica. Ma sorvoliamo su questo.
Quello che mi preme sottolineare è che se una famiglia iscrive un figlio disabile in una scuola privata, la famiglia paga una tariffa e, se la scuola è paritaria, dovrebbe offrire servizi alla stregua di una scuola pubblica: insegnante di sostegno e assistenti AEC. Oltre che a luoghi senza barriere architettoniche, incontri con Asl, Glh e chi più ne ha più ne metta.
Siamo tutti disposti a mettere la mano sul fuoco e dire che è così?
O magari ci siamo visti davanti agli occhi scuole far finta che l’alunno non fosse disabile?
Ora, io chiedo scusa se vi ho tediato con questa premessa, ma non era mia intenzione. Era un cappello funzionale all’introduzione dell’emendamento alla legge 107/2015 approvato alla Camera oggi che vede dare alle scuole private 1000 euro per ogni ragazzo disabile. Vero, 1000 euro non sono nulla se si pensa che si deve pagare lo stipendio di un insegnante o di un assistente. Ma 1000 euro a disabile in una scuola pubblica sarebbero utili?
Io credo fortemente che la risposta sia sì.
Non so se qualcuno ha mai provato a vedere quanto costano i programmi per la comunicazione aumentativa, o libri specifici per chi ha deficit di vario tipo. O stampanti, o carta, o tutto quello che un disabile deve con diritto avere.
Per non parlare che oltre ai disabili ci sono altre categorie con bisogni educativi speciali (BES) che magari possono avere diritto a un pc in classe, una Lim, solo per fare alcuni esempi.
Senza pensare che si parla di ragazzi disabili, senza far alcun riferimento normativo. Saranno le persone con 104?
La chiamano la Buona Scuola. A me sembra proprio di no.