Si invia con preghiera di pubblicazione qualora ritenuto di interesse
“Perché i gruppi territoriali M5S dei comuni interessati sono contrari all’istituzione di una nuova provincia?
In occasione del convegno organizzato lo scorso 31 gennaio dal Gruppo Territoriale M5S di Cerveteri, si è discusso del progetto “Porta d’Italia”, che prevede la possibilità per nove comuni del litorale nord di Roma di uscire dalla Città Metropolitana di Roma e dalla Provincia di Viterbo per costituire un nuovo ente politico-amministrativo: la sesta provincia del Lazio, denominata appunto “Porta d’Italia”.
I comuni coinvolti nel progetto sarebbero Civitavecchia, Tarquinia, Ladispoli, Montalto di Castro, Monte Romano, Santa Marinella, Tolfa, Allumiere, Cerveteri e Fiumicino. Si discute inoltre della possibile inclusione dei comuni affacciati sul Lago di Bracciano.
I Consigli Comunali di Ladispoli, Santa Marinella, Fiumicino, Cerveteri e Civitavecchia hanno già approvato l’adesione al progetto, sebbene la nuova amministrazione di Civitavecchia abbia successivamente revocato la relativa delibera. Il prossimo passo sarà la trasmissione della proposta al Parlamento, che avrà il compito di esaminarla e deliberare sulla costituzione della nuova provincia. Il nome “Porta d’Italia” si riferisce alla presenza di importanti infrastrutture di accesso al Paese, come il porto di Civitavecchia e l’aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci di Fiumicino.
Secondo Pierluigi Sanna, vicesindaco della Città Metropolitana di Roma, il progetto sarebbe “folle”. Ha inoltre dichiarato che i comuni di Anguillara, Bracciano, Trevignano, Canale Monterano, Manziana, Tolfa e Allumiere non intendono aderire. Sanna ha criticato anche l’adesione del comune di Cerveteri, avvenuta tramite una procedura definita “artificiosa”, con parte della maggioranza e dell’opposizione in disaccordo con il sindaco. “Uscire dall’Area Metropolitana è assurdo: mancano i requisiti necessari e gli enti locali perderebbero numerosi finanziamenti”, ha aggiunto.
L’ultimo Consiglio Comunale ad approvare la proposta è stato quello di Ladispoli, dove il sindaco Alessandro Grando ha sottolineato che “la caratteristica più importante di questo ambizioso progetto è l’assenza di un comune dominante, a differenza di quanto avviene nella Città Metropolitana di Roma”.
Durante il convegno, l’assessore del Comune di Civitavecchia, Enzo D’Antò, ha evidenziato diverse criticità legate all’approvazione del progetto:
Assenza di un piano di bilancio preliminare che preveda spese e entrate per dimostrarne la sostenibilità;
La stima di un indotto di circa 73 milioni di euro è irrealistica: i comuni dovrebbero rinunciare alle risorse destinate esclusivamente alle aree metropolitane;
Gli investimenti già effettuati dall’area metropolitana, finanziati tramite mutui, comporterebbero il trasferimento di ingenti debiti al nuovo ente;
Le entrate correnti, come l’IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione), subirebbero una drastica riduzione, con Roma che continuerebbe a incassare milioni di euro, mentre i nove comuni insieme ne ricaverebbero solo poche centinaia di migliaia;
Aumento della pressione fiscale e riduzione dei fondi per sanità, istruzione e viabilità;
Perdita di accesso a fondi e bandi legati allo status di Capitale d’Italia;
La previsione di 5.000 nuovi posti di lavoro è eccessivamente ottimistica: la sola Città Metropolitana conta 1.200 dipendenti e la nuova provincia dovrebbe farsi carico anche del personale in esubero, oltre ai debiti.
D’Antò ha concluso affermando che “la creazione della nuova provincia rappresenta una scelta irresponsabile: un buon amministratore non dovrebbe compiere passi così rilevanti senza certezze sulla sostenibilità economica delle azioni intraprese”.
Tutti i gruppi M5S da Civitavecchia a Fiumicino si sono espressi contrari alla costituzione della nuova provincia, che vedrebbe Fiumicino come comune capoluogo”.
Il Rappresentante del GT M5S di Cerveteri