Il rossoblù Luci: “I colpevoli ne rispondano davanti alla legge”; il collinare Vannicola: “Basta aggressioni ma bastava un posticipo delle gare”
Giusto dare un segnale per dire basta alle aggressioni agli arbitri ma c’è discordanza di vedute sul modo in cui agire. Almeno questo è quanto traspare dalle due società di Promozione del territorio ovvero Santa Marinella e Tolfa, che domenica saranno ferme per lo sciopero dei fischietti.
Dice il direttore generale santamarinellese Bruno Luci: «È stata assunta una decisione forte perché qualcosa andava fatto. Siamo d’accordo nella sostanza ma servono provvedimenti più incisivi e seri verso chi sbaglia. Lo sciopero dopo poco tempo si dimentica, se invece venissero imposte sanzioni molto severe verso chi si comporta male commettendo veri e propri reati, sa a cosa va incontro. Fatti come quello di Corchiano sono delinquenza da punire a livello penale. Lo slittamento? Meglio, siamo società dilettantistiche i cui giocatori lavorano e recupero infrasettimanale sarebbe stato un problema».
Di parere diverso il presidente del Tolfa Alessio Vannicola: «Lo slittamento è comunque meglio ma per non creare troppi disagi sarebbe bastato un inizio posticipato delle gare. Alle società sarebbe arrivato lo stesso il segnale. Con lo sciopero non si risolve nulla però con le aggressioni agli arbitri si è superato il limite. Già sono pochi, le designazioni difficili poi non va dimenticato che si tratta pur sempre di sempre sport meglio. Si è voluto bloccare il calcio regionale ma non è giusto che ci vadano di mezzo tutti».
Alessio Vallerga