“Cari soci, cari amici, non avremmo mai voluto scrivere questo post.Purtroppo siamo una di quelle moltissime realtà alle quali la pandemia ha procurato danni economici irreversibili.Abbiamo trascorso queste settimane di agosto nel tentare di capire se riuscivamo a trovare una via d’uscita e riprendere con la nostra esperienza e con coraggio le attività del Nexus.In questo sforzo abbiamo apprezzato il sostegno caloroso di tantissimi di voi, ma non è bastato: il lockdown e le conseguenti perdite; le norme di distanziamento particolarmente severe, che limitano l’accesso a un terzo della capienza (alle quali noi non vogliamo derogare), ancora in vigore per i prossimi mesi, non ci consentono di poter riprendere le attività nella sede di via Praga 1”. Così il centro Nexus sulla sua pagina Facebook.
“Credeteci: abbiamo cercato ogni possibile soluzione ma il risultato previsto è oltremisura negativo e quindi insostenibile essendo la nostra un’associazione no-profit.Diciotto anni facemmo la stupenda pazzia di aprire un centro sportivo ineguagliabile illudendoci che la buona sorte ci sostenesse, ma nel 2008 arrivò la crisi economica, seppur perdendo pezzi che la facemmo, del resto: “senza illusioni non ci sarà mai grandezza di pensieri, né impeto e ardore d’animo, ne grandi azioni che per lo più sono pazzie”.Immaginerete il nostro stato d’animo: si interrompe un percorso di ben 30 anni che ci ha dato tanto reciprocamente e che ha segnato con molteplici esperienze gli anni più belli della nostra vita, vissuti con molti, molti di voi. Abbiamo visto crescere nella nostra scuola di danza bambine e bambini, ora donne e uomini, che hanno continuato a frequentare il nostro centro per altre attività; abbiamo costruito con voi eventi memorabili come, tra i recenti, quelli al Castellaccio dei Monteroni e alla Villa di Pompeo; abbiamo iniziato allo sport e all’arte generazioni di ragazzi e sono anche emerse eccellenze, di cui molti hanno parlato diffusamente”.
“Abbiamo aiutato questa città a guardare all’arte, allo sport e al benessere della persona, in un’azione condivisa con voi, con entusiasmo, ma spesso oggetto di attenzione distratta di istituzioni di ogni colore.Ora la pandemia ci ha travolto e, in assenza di sostegno economico dello Stato (non previsto per le associazioni culturali-sportive), le strada della chiusura è segnata, ne siamo convinti nostro malgrado, con profonda tristezza. Al di là del destino di ognuno di noi, quello che più ci rattrista è il fatto che questa città -la nostra città da sempre e che amiamo molto – vede improvvisamente mancare un collettivo autoselezionatosi di maestri d’arte e istruttori sportivi, di formidabile esperienza e competenza”.
“Un capitale umano che auspichiamo si possa in qualche modo ricostruire in qualche luogo e al quale ribadiamo la nostra stima e il nostro ringraziamento: grazie a Alessandro Bisbocci, Alessia Sardelli, Angela Molica, Annamaria Crupi, Cristiano Barchielli, Edoardo Sordi, Emanuela Orlando Conti, Giuseppe Carella, Gulia Anchisi, Mergherita De Pascalis, Martina Giammarini, Patrizia Occhiuto,Sabrina Funari,Stefania Argenti; grazie a tutti gli altri ex collaboratori che in questi anni la vita ha condotto altrove; grazie inoltre a tutti i collaboratori che hanno contribuito al funzionamento della struttura: Arianna Scimia, Alessandra Bartkiv, Maurizio, Patrizia. Grazie ai nostri soci!”.
“Abbiamo sempre pensato innanzitutto al vostro benessere e alla vostra soddisfazione, siamo increduli per il dispiacere che già manifestate per questo epilogo e per la disponibilità espressa ripetutamente a “fare qualcosa”.Il supporto che abbiamo ricevuto recentemente da molti di voi, il calore, l’empatia, la generosità e l’affetto che ci avete dimostrato, rendono un po’ meno doloroso interrompere il percorso sportivo, artistico e umano che abbiamo intrapreso 30 anni or sono”.
“Non è escluso e auspichiamo che qualcosa altrove possa rinascere per poter farci incontrare di nuovo.Questo è tutto quello che avevamo doverosamente da dirvi, anche se per noi ciò che ha particolare significato è ciò che vi abbiamo fatto vivere in questa lunga, lunga relazione: “le persone si dimenticano di quello che hai detto, di quello che hai fatto, ma non si dimenticheranno mai di come le hai fatte sentire”.